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07/03/17

"Noi ci troviamo al centro di un processo di involgarimento..." Dietrich Bonhoeffer, 1944.



Noi ci troviamo al centro di un processo di involgarimento che interessa tutti gli strati sociali; e nello stesso tempo ci troviamo di fronte alla nascita di un nuovo stile di nobiltà che coinvolge uomini provenienti da tutti gli strati sociali attualmente esistenti. 

La nobiltà nasce e si mantiene attraverso il sacrificio, il coraggio e la chiara cognizione di ciò cui uno è tenuto nei confronti di se e degli altri; esigendo con naturalezza il rispetto dovuto a se stessi e con altrettanta naturalezza portandolo agli altri, sia in alto che in basso. 

Si tratta di riscoprire su tutta la linea esperienze di qualità ormai sepolte, si tratta di un ordine fondato sulla qualità

La qualità è il nemico più potente di qualsiasi massificazione. 

Dal punto di vista sociale questo significa rinunciare alla ricerca delle posizioni preminenti, rompere col divismo, guardare liberamente in alto e in basso, specialmente per quanto riguarda la scelta della cerchia intima degli amici, significa saper gioire di una vita nascosta ed avere il coraggio di una vita pubblica. 

Sul piano culturale l’esperienza della qualità significa tornare dal giornale e dalla radio al libro, dalla fretta alla calma e al silenzio, dalla dispersione al raccoglimento, dalla sensazione alla riflessione, dal virtuosismo all’arte, dallo snobismo alla modestia, dall’esagerazione alla misura.  
Le quantità si contendono lo spazio, le qualità si completano a vicenda


Dietrich Bonhoeffer (Breslavia, 4 febbraio 1906 – campo di concentramento di Flossenbürg, 9 aprile 1945) teologo luterano tedesco, protagonista della resistenza al Nazismo.

19/11/14

"Non aver capito la vita."





Mi ha molto colpito leggere la risposta data dal grande cartoonist Mordillo (l'inventore di Mafalda) ad un questionario di Proust apparso su un settimanale. 

Il brillante uomo alla domanda: Qual è il suo rimpianto ? ha risposto: "Non aver capito la vita."

E' una risposta filosofica, molto interessante. 

Chi, infatti, potrebbe dire di "aver capito la vita?"

Alcuni, in effetti lo sostengono.  Ma si tratta per lo più di interpretazioni, convinzioni, deduzioni che afferiscono più al sentire che al capire.

Dal momento che la vita è - per sua stessa natura - incomprensibile e il senso di essa, come sosteneva Wittgenstein in una sua celebre proposizione, se esiste, esiste solo al di fuori di essa, oltre di essa.

Mordillo però dice questo con dolente constatazione, come se si trattasse di aver mancato ad un compito. 

In effetti, da un certo punto di vista, lo è. 

Perché il nostro vivere è precisamente questo: cercare di trovare un senso, affermare un senso all'incomprensibilità della nostra vita.

Se però lo scopo della vita è preceduto da quel qualcosa di inafferrabile che  Robert M. Pirsig nel suo best-seller on th road/filosofico Lo Zen e l'arte di manutenzione della motocicletta, definiva la Qualità (e che nel corso della storia della filosofia è stato diversamente denominato come Bene, o Ideale, ecc..), valore o significato che dà il senso alla vita stessa per chi se ne fa tramite, anche Mordillo deve stare tranquillo: la Qualità lui l'ha incarnata, nel suo campo.  Ha dato senso alla Qualità, e con essa stessa, anche alla sua vita - anche se non lo sa.

Fabrizio Falconi