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04/07/20

Spuntano dai fondali di Ventotene resti di una nave romana del VI secolo avanti Cristo




Nel mese di giugno 2020, a largo dell'isola di Ventotene, a seguito di una segnalazione effettuata da un esperto subacqueo del posto circa la possibile presenza di evidenze archeologiche su quel fondale marino, i militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Roma e del Nucleo Carabinieri Subacquei di Roma, hanno individuato ad una profondita' di circa 40 metri, un'ancora in pietra di forma ovale (lunghezza 60 cm) proveniente da una nave risalente al periodo compreso tra il VI e il IV sec. a.C.; un ceppo di ancora in piombo (lunghezza 65 cm) e una contromarra in piombo (lunghezza 47 cm), gia' facenti parte della medesima ancora in legno non conservatasi, verosimilmente appartenente ad una nave romana risalente al periodo compreso tra il III sec. a.C. ed il I-II sec. d.C.; un ceppo di ancora in piombo (lunghezza 51 cm) interessato da processi di ossidazione e corrosione, saldato ad un'ancora di "tipo ammiragliato" in ferro con barra mobile (lunghezza 1,5 m) ed un'ancora di minori dimensioni, tutte verosimilmente appartenenti al medesimo relitto di nave romana di epoca imperiale (I-II sec. d.C.).

E poi un'ancora di "tipo ammiragliato" in ferro (lunghezza 4 m) proveniente da relitto moderno; un'ancora di "tipo rampino" (lunghezza 3 m) proveniente da relitto moderno; un'ancora in pietra di forma ovale (lunghezza 60 cm) proveniente da una nave risalente al periodo compreso tra il VI e il IV sec. a.C. 

Un ceppo di ancora in piombo (lunghezza 65 cm) e contromarra in piombo (lunghezza 47 cm), gia' facenti parte della medesima ancora in legno non conservatasi, verosimilmente appartenente ad una nave romana risalente al periodo compreso tra il III sec. a.C. ed il I-II sec. d.C.. E infine un'ancora "tipo rampino" in ferro (lunghezza 3 m) proveniente da relitto moderno. 

La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone Latina e Rieti, attraverso il suo Servizio di tutela subacquea, ha stabilito di valorizzare il contesto archeologico in situ, secondo le recenti indicazioni UNESCO in merito al patrimonio culturale subacqueo 



28/08/17

Sono di due fanciulli, i bellissimi sarcofaghi scoperti dietro la Curva Nord dello Stadio Olimpico .



Dietro la curva nord dello stadio Olimpico durante un cantiere dell'Acea, che stava mettendo delle tubazioni, sono stati scoperti due sarcofagi romani in marmo a circa 2,5 metri sotto il piano stradale. 

Si tratta di sepolture di fanciulli probabilmente di una facoltosa famiglia romana

Uno dei due e' anche decorato con un ricco bassorilievo

Ad annunciare la scoperta e' stata la Soprintendenza Speciale di Roma. 

"A una prima analisi - spiega - potrebbero risalire al III-IV secolo d.C., ma la datazione potra' essere confermata solo dopo un approfondito esame"

Lo scavo e' stato diretto dalla dottoressa Marina Piranomonte, con gli archeologi Alice Ceazzi, il restauratore Andrea Venier, l'antropologa Giordana Amicucci e il topografo Alessandro Del Brusco. 

I ritrovamenti sono stati rimossi e portati nei laboratori della Soprintendenza Speciale di Roma per essere analizzati, studiati e restaurati nei prossimi mesi. I risultati delle ricerche saranno divulgati nel prossimo autunno. 

Quella dei due sarcofagi e' solo l'ultima di una serie di scoperte archeologiche nella Capitale. A giugno, ad esempio, nei cantieri di scavo per la realizzazione della metro C in via Amba Aradam, nel quartiere San Giovanni, venne alla luce una 'mini Pompei'. 

Furono ritrovati due ambienti della media eta' imperiale che a causa di un incendio contengono ancora conservate parti del solaio ligneo, del mobilio ed un pregevole pavimento a mosaico bianco e nero. 

Il materiale rinvenuto "si conserva solo in eccezionali condizioni ambientali e climatiche - spiegarono dalla soprintendenza speciale di Roma - oppure a seguito di eventi speciali come ad esempio accaduto a Ercolano e Pompei. La scoperta del solaio ligneo carbonizzato rappresenta un unicum per la citta'". 

Dallo scavo e' emerso anche lo scheletro di un cane, accucciato davanti una porta e verosimilmente rimasto intrappolato nell'edificio al momento dell'incendio.

Finalizzati alla messa in opera di tubazioni di sotto-servizi, i lavori nei giorni scorsi hanno portato alla luce le tombe a circa 2,5 metri sotto il piano stradale, sulla pendice Nord-Ovest di Monte Mario, dietro la curva Nord dell'impianto sportivo.