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12/09/16

"Olalla" di Robert Louis Stevenson (Recensione).




Un prezioso racconto lungo di 100 pagine, che Robert Louis Stevenson scrisse in poche settimane alla fine del 1885, nello stesso periodo in cui compose Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mr. Hyde.

Ambientato nella Sierra spagnola, il racconto narra le vicende di un anonimo narratore inglese, reduce dalla guerra iberica, che ferito e convalescente, si trova ad essere ospitato nella residencia, un sinistro maniero in mezzo alle montagne, dove abita una famiglia nobile, caduta in disgrazia. 

Il narratore ne conosce i proprietari, uno dei figli, Felipe, e la Senora madre che vive come ibernata, insensibile agli avvenimenti intorno a lui, perennemente assorta a fianco di una colonna nel cortile. 

Nei suoi giorni di permanenza ha anche modo di fare conoscenza con gli antenati di famiglia, immortalati in grandi tele appese alle pareti, che sembrano tutti posseduti dalla stessa luce, attraente e sinistra. 

Conosce infine anche Olalla, la ragazza del titolo, la seconda figlia della Senora, e se ne innamora - e lei di lui - a prima vista, anche se è proprio da lei che il protagonista apprende la terribile verità riguardo la residencia: un morbo o una tendenza macabra, che sembra trasmettersi di generazione in generazione e che Olalla è pienamente decisa a non perpetuare, rifiutandosi di sposarsi e avere famiglia, e rifugiandosi nella fede. 

Magistralmente scritto, Olalla parla direttamente dell'autore, di Stevenson e delle sue fobie. In particolare quella della tara familiare, che lo affliggeva: sia il nonno che la madre dello scrittore infatti erano già prematuramente malati di petto, come lo stesso Stevenson che combatté con la tubercolosi per buona parte della sua vita, fino alla morte che lo colse, come è noto, nelle Isole Samoa, dove si era trasferito nella illusione di trovarvi un clima più favorevole. 

Gotico e calibratissimo, Olalla è una piccola perla che non si dimentica. 



Robert Louis Stevenson

09/01/14

Emanuele Trevi: lo strano incontro del dott. Stevenson e di Mr. Hyde.


Sullo scorso numero di 'Sette', un bellissimo articolo di Emanuele Trevi racconta l'incredibile vicenda - poco conosciuta - dell'incontro di Robert Louis Stevenson avvenuto nel 1864 (tre anni dopo aver scritto Lo strano caso del Dr. Jeckill e Mr. Hyde), dopo lo sbarco dello scrittore nell'atollo hawaiano di Mokokai, con un pastore protestante che si chiamava di cognome proprio Hyde, e che manifestò strane, sorprendenti assonanze con la malvagità del personaggio immaginato da Stevenson, macchiandosi di una infamante operazione di linciaggio del povero Padre Damiano, missionario cattolico che assitette eroicamente i lebbrosi dell'isola per più di un ventennio. 
La vicenda è ricostruita da Trevi con piglio decisamente letterario (come si conviene all'autore) e merita di essere letta d'un fiato.  La versione on line è tuttora indisponibile. Pubblico le immagini dell'articolo pubblicato da Sette-Il corriere della Sera che si possono apprezzare a piena pagina, leggere e stampare qui, cioè sul sito delle Edizioni Medusa, che hanno pubblicato il libro La difesa di Padre Damiano, di Stevenson, in edizione italiana.  




04/01/13

Il Master di Ballantrae di Robert Louis Stevenson, nella nuova edizione di Nutrimenti.





Ma che straordinario libro è questo. 

Il Signore di Ballantrae, scritto da Robert Louis Stevenson nel 1888 è un compendio sulla ambiguità dei caratteri umani, e dei rapporti. E sulla follia del male. 

La storia dei due fratelli James e Henry, l'uno - il maggiore - erede designato della casa nobile a cui appartiene, pura anima criminale, l'altro, il secondo, gregario e apparentemente sottomesso, sempre alle prese con un agognato e disperato riscatto,  è la descrizione della disintegrazione di quei valori umani che per molti secoli segnarono la rotta della civiltà  e che sul finire dell'Ottocento entrarono definitivamente in crisi.

James, dopo essere creduto morto una prima volta, durante una battaglia, torna per vendicarsi sul fratello minore che gli ha usurpato il titolo e la moglie.  

Dopo un duello notturno, in cui per la seconda volta viene creduto morto, scompare ancora.

E ancora ritorna per l'ultimo faccia a faccia, che si conclude in un parossistico finale dove, per la terza volta, James sembra risorgere, questa volta addirittura dal suo letto di morte, dalla sua sepoltura. 

Nella pregevolissima riedizione della Nutrimenti - corredata delle illustrazioni d'epoca, delle cartine geografiche, delle appendici con le lettere dell'autore (una indirizzata anche a Henry James - si possono scoprire le perplessità di Stevenson che accompagnarono la stesura di quest'opera, la sua insoddisfazione, il senso profondo che voleva dare a questo Diavolo, incarnato nel personaggio di James. 

E' una lettura splendida, che davvero merita attenzione. Nei tempi così confusi che viviamo, il racconto di Stevenson appare quasi profetico, nella teoria di questo male insensato che esiste solo per il gusto di esistere.

Un romanzo così moderno, che sembra scritto oggi, per l'oggi.


Fabrizio Falconi