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16/01/20

"The Coldest Day of the Year" di Fabrizio Falconi - traduzione di Susan Stewart



The Coldest Day of the Year


If only it weren’t there
this cold rigid as an
open umbella, breathless
cutting short the nights
and the infinite; who do i speak for?

this impression left
at the bottom of an occasional coffee
doesn’t predict anything good,
the mistake cleared up is wet
like a maple leaf
that falls in the morning
you don’t recognize yourself in the mirror
and not even in missing footsteps
something or someone
said that he lost you;
the child; perhaps, or perhaps
that child is your salvation
in the January flowers
and when Jupiter comes back to shine.

A sign of defeat was
on the horizon, the commander
from the north didn’t want
to see it,
the Indians were ready to take the scalp
everything would get wrapped up

according to plans
and techniques
of abandonment would not
have worked, the damage
would remain like a run-down
alarm clock
or a banner
for other battles
fought by others.


Traduzione dall'italiano di Susan Stewart 
 riproduzione riservata - 2019


il giorno più freddo dell'anno

se almeno non ci fosse
questo freddo rigido come un
ombrello aperto, a non far respirare
a troncare le notti
e l'infinito; per chi parlo ?
questa influenza depositata
nel fondo di caffè delle circostanze
non prevede nulla di buono,
lo sbaglio acclarato è umido
come una foglia d'acero
caduta al mattino
allo specchio non ti riconosci
e nemmeno nei passi
mancanti,  qualcosa o qualcuno
ha detto che ti ha perduto;
il bambino: forse, o forse
quel bambino è la tua salvezza
nei fiori di gennaio
e quando Giove tornerà a risplendere.
c'era un segnale di sconfitta
all'orizzonte, il comandante
nordista non voleva
vederlo,
gli indiani erano pronti per lo scalpo
tutto si sarebbe svolto

secondo piani
e tecniche
di abbandono non avrebbero
funzionato, il danno
sarebbe rimasto come una sveglia
scarica
o un'insegna
per altre battaglie,
combattute da altri.


18/09/11

La poesia della domenica: "Le rocce sotto l'acqua" di Susan Stewart.



Le rocce sotto l'acqua

Oggi, vagando, potevo vedere le rocce
sotto l'acqua, la fondazione, perché il torrente
era limpido, nella limpida luce. Le grandi querce
e gli allori fiancheggiavano la riva, il luogo loro designato
permanente come la terra. Ognuno sa che il tempo è acqua,
e più profondamente, sa che l'acqua
erode ogni pietra. Ma oggi sapevo che non importava,
rocce o torrente, torrente o rocce, i lenti flussi
della memoria, poi il nulla, perdureranno.
Mi ricordavo di te in quel momento
e, tutte le ore di allora e del dopo, si immergevano fluendo
in qualcosa più del monumento,
e meno dell'acqua - la consolazione
lì e, nel silenzio, la desolazione.


Susan Stewart - tratta da "Red Rover", edizioni Jaca Book 2011 - traduzione di Maria Cristina Biggio, pag. 165