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18/02/18

Poesia della Domenica - "Come stenti a Rio de Janeiro" (da "Trio di fine millennio") di Fabrizio Falconi






VIII.

Come stenti a Rio de Janeiro,
come magici rilenti
abbandonati spenti venti sempiterni,
accaldati venti dell’entroterra arroventato

tra le macerie polverose dell’Impero
crollate sfere disfatte, spezzate,
come il cavallo sfinito bloccato
dalla canicola secca della Camargue,

come tutta questa pesantezza,
scrematura acida dell’universo
inutile biancastra
disegno d’arguzia affatto divina.

Guado atteso, intermezzo
di storia e d’avventura
russare di sogni così forte
da svegliarsi e morirne,

passa e ripassa il nostro sbaglio
sulle federe, sui cuscini
sul rumore distante dei disastri
disattesi dolorosi di strada,

sormontato dalla nausea grigia
di gabbiani, faticosamente sospinti
da venti affievoliti, distratti
stupidi venti calanti.


Fabrizio Falconi 


Traduzione dall'italiano in inglese di David Lummus

VIII.

Like privations in Rio de Janiero,
like magic stagnations
abandoned, extinguished winds, everlasting,
overheated winds of the hinterlands, red-hot

among the dusty ruins of the Empire
collapsed, undone spheres, in pieces,
like the horse, exhausted and stalled
in the dry dog-days of the Camargue,

like all this heaviness,
acid skim of the universe
useless, off-white
design of a wit entirely divine.

Ford eagerly awaited, interval
of history and adventure
snoring with dreams loudly enough
to awaken and die from it,

Back and forth goes our mistake
on the pillowcases, on the cushions,
on the noises in the distance of the disregarded
distressing disasters in the street,

overcome by the grey nausea
of seagulls, laboriously driven
by feeble winds, distracted
stupid dying winds.

We yearn for landings
and we know nothing
of tenderness and tides,
of the pallor of childhood,

of the silhouette lost
among the hands of the crowd,
passing swiftly by, bloodless,
on the verge of death.

06/05/16

"Drammi quotidiani", la nuova mostra di Justin Bradshaw alla Sala Margana.

Vaso, di J. Bradshaw



Alla Sala Margana, a Roma, in Piazza Margana, è stata inaugurata ieri la mostra Drammi quotidiani, con le nuove opere di Justin Bradshaw. 

La mostra durerà fino a domenica 8 maggio con l'orario 11-19 


Qui sotto un estratto dal testo di Maria Laura Perilli per la recente mostra 'Correlazioni' alla Galleria Triphe di Cortona, pertinente anche alle opere presentati in questa mostra:

"La luce è lo strumento principale di Justin Bradshaw; i riferimenti sono prettamente Caravaggeschi e l’uso che ne fa esalta, specie nella Santa Teresa, la plasticità del panneggio rendendola impalpabile, leggero, assonante con lo stato di estasi del personaggio. L’alone di luminosità pervade la spazialità dei suoi dipinti creando un’aurea di mistero e spiritualità. La tecnica utilizzata è quella dell’olio su rame; é tecnica antica, sviluppatasi durante il periodo manierista e scelta in particolare da artisti fiamminghi e tedeschi per piccoli e raffinati dipinti. L’intento di realizzare il piccolo, il minuto, è ripreso in toto da Bradshaw; non tralasciando la particolarità del dettaglio non scade mai in una sterile descrizione. L’impianto verista è sempre superato da quella atmosfera mistica che l’artista inglese riesce ad imprimere nei suoi lavori."











L'antro della Sibilla, di J.Bradshaw in mostra a Piazza Margana

30/03/12

Trio di fine Millennio - The E-book




E' una pagina del nuovo lavoro - pubblicato in forma di libro elettronico, ebook acquistabile da Amazon.com QUI -  realizzato su un testo poetico, Trio di fine millennio, di Fabrizio Falconi e dipinti - la serie Il Giardino - di Justin Bradshaw.  

Dalla premessa: 

Trio di fine millennio è stato originariamente scritto nell’estate del 1989 nel sud della Francia, durante i festeggiamenti per la ricorrenza del secondo centenario della Rivoluzione del 1789.
L’ispirazione originale derivò dalle suggestioni di quel viaggio, dal contrasto tra l’attraversamento della rigogliosa natura e dei colori di quelle regioni in quella stagione e gli intenti umani privati e collettivi.  
Tre canti di questo poemetto furono pubblicati indipendentemente dal contesto: esattamente I, V, VIII nella raccolta L’ombra del ritorno (Campanotto, Udine 1996) e di seguito in Poesie 1996-2007 (Campanotto, Udine 2007).
Il motivo per il quale è passato un così rilevante lasso di tempo tra il tempo della scrittura e quello della pubblicazione integrale del poemetto (in questa edizione) è nella rivisitazione del testo in periodi diversi, fino alla definitiva stesura del gennaio-febbraio 2012.
Il poemetto viene qui pubblicato insieme al ciclo di dipinti Il Giardino di Justin Bradshaw, che è coautore di questa opera.
La giustapposizione di opere pittoriche e di canti ci è sembrato l’inizio di un nuovo percorso per una creazione del tutto nuova, che si integra in modo imprevisto e imprevedibile e sollecita una lettura diversa, dei versi e dei dipinti.
Un bilancio o un attraversamento di un limite, una rivoluzione che attiene ai movimenti minimi del cuore (e a quelli sincronici della Storia) e a quelli delle cose viventi che in ogni tempo sanno rinnovarsi e fare nuovo il mondo.