Visualizzazione post con etichetta università. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta università. Mostra tutti i post

02/03/19

L'Università La Sapienza di Roma leader mondiale degli Studi Classici nell'ultimo ranking internazionale.



Finalmente una buona notizia di cui andare fieri, per il nostro paese.

L'Universita' di Roma La Sapienza si conferma leader mondiale degli studi classici nella classifica internazionale elaborata da QS, con il 1° posto negli studi classici e la storia antica: anche quest'anno infatti e' l'unica universita' italiana ad avere un primato assoluto nel Ranking by Subjects 2019. 

I dati del QS World University Rankings bySubject 2019 collocano inoltre l'ateneo all'11° posto in Archeologia, al 34° in Fisica e al 43° in Biblioteconomia. 

Le discipline comprese nella top 100 internazionale sono complessivamente 21, un dato in crescita rispetto alle 16 dello scorso anno. 

Alle quattro discipline top 50 mondiale, si aggiungono infatti altre 17 materie posizionate nella top 100 del ranking, tra cui per la prima volta Engineering - chemical, Geography, Medicine e Statistics & operational research. 

In posizione di eccellenza anche Anatomy & physiology, Anthropology, Computer science & information system, Development studies, Engineering - civil & structural, Engineering - mechanical & aeronautical & manufacturing, Engineering electrical & electronic, History, Law, Mathematics, Modern languages, Pharmacy & pharmacology, Theology divinity & religious studies

Sempre in prospettiva internazionale, la Sapienza avanza in 4 delle 5 macroaree in cui sono suddivise le materie (Arts & Humanities; Engineering & Technology; Life Sciences and medicine; Social Science & Management), collocandosi tra le prime 100 al mondo in 3 di queste, compresa la macroarea Natural Sciences che con il 57° posto e il punteggio di 81,7 rappresenta un settore di eccellenza dell'Ateneo. 

"Ci troviamo a competere con universita' straniere che godono di risorse nettamente maggiori, dalla statunitense Harvard alle britanniche Oxford e Cambridge, e facciamo del nostro meglio per tenere alta la tradizione di eccellenza nel campo della ricerca e della didattica - ha commentato il rettore Eugenio Gaudio - la crescita della Sapienza e' la risultante di sforzi comuni e condivisi all'interno dell'ateneo, che portano lustro al sistema universitario italiano nel panorama internazionale. Un risultato importante che registra un miglioramento complessivo, confermato dal numero crescente di iscritti in corso e dalla capacita' di attrarre finanziamenti". 

I dati del ranking evidenziano anche l'ottimo posizionamento dell'ateneo a livello nazionale: La Sapienza registra primati in 12 discipline e 1 macroarea e si colloca in seconda e terza posizione in altre 16 materie. 

02/02/18

Libro del Giorno: "La Mediocrazia" di Alain Deneault.


Abbiamo già parlato del libro in questo blog,  proponendo una intervista ad Alain Denault, qualche settimana fa. 

Si tratta di un saggio che ha avuto un certo successo in molti paesi, preannunciato da un battage  accattivante: "Come e perché i mediocri hanno preso il potere" e pubblicato in Italia da Neri Pozza. 

In realtà il lancio del libro è abbastanza fuorviante perché  Denault, docente di Scienze Politiche presso l'Università di Montreal, non è interessato qui a proporre un saggio analitico per esaminare le cause che hanno portato ad un ritrarsi delle élites - élites culturali, politiche, etiche -  dalla vita pubblica, lasciando il potere, ogni potere, in mano dei "mediocri", gente che non ha né cultura né scrupoli e che è interessata soltanto alla proliferazione dei profitti e del guadagno personale. 

Lungi dall'affrontare un testo organico su questo argomento, Denault compone una specie di moderno pamphlet, politicamente molto arrabbiato, sulle oscenità e sulle malefatte del potere, perlopiù concentrato dalla visuale di un paese marginale - il Canada - e di una regione - il Quebec - della quale almeno qui in Italia si parla molto poco. 

Canada e Quebec sono però per Denault, lo specchio dell'andazzo mondiale: tutto il mondo, ci dice il filosofo canadese va così. 

Così come ? Il libro parte proprio dal mondo dell'università - la parte più convincente del volume - dove si dovrebbero formare gli esperti e soprattutto le coscienze del futuro. Le grandi università sono invece oggi, secondo Denault fabbriche del consenso, strutture completamente asservite allo statu quo, e alla logica dei grandi apparati economici.  Anziché insegnare a pensare, le grandi università dunque, indicano quello che va fatto, quello che serve per restare nel seminato stantio delle ingiustizie e di un sapere sempre più massificato. 

Ma Denault va oltre: e la politica e l'economia non vanno meglio, anzi. Così come la cultura:  Dal principio di democrazia ormai corrotto emerge un nuovo regime che risponde al nome di "governance". L'università corrotta si trasforma in un istituto di analisi e perizie commerciali. L'economia corrotta dà origine all'oligarchia finanziaria, fonte di diseguaglianze spaventose. Le istituzioni di giustizia corrotte si concentro su istanze private e dispendiose per la composizione di vertenze varie. 

Questa catena di corruzione porta sempre più in alto la concentrazione del potere: qualsiasi attività umana viene organizzata in modo che aumenti il capitale di chi la sovrintende. Questo, dice Denault, ci rende poveri sotto tutti gli aspetti. 

Il difetto del libro è la frammentazione, la mancanza di un quadro di insieme e si spiega col fatto che Denault ha qui riunito le idee e le parole contenute in molti suoi articoli pubblicati in questi anni in riviste e testi universitari. 

L'analisi di Denault, post marxista se così la possiamo chiamare, chiama ad un grande processo di co-rottura, cui sono - siamo chiamati tutti - per far sì che le cose cambino, e cambino davvero. Soltanto con l'impegno personale di tutti, si potrà combattere la corruzione, la degenerazione di questa forma di mondo così cinica, affidata e in mano a personalità prive di etica e di intelligenza. 

Fabrizio Falconi





12/07/14

Il mistero del numero 137, Pauli, Jung e la matematica che è in noi (e fuori di noi).



In questi giorni sto leggendo un bel saggio di Arthur J. Miller, professore emerito di storia e filosofia della scienza presso l'University  College di Londra: L'equazione dell'anima, pubblicato da Rizzoli nel 2009, che descrive e racconta l'ossessione per un numero nella vita di due geni, Carl Gustav Jung e il fisico Wolfgang Pauli.

Negli anni '30, ad appena trent'anni, Pauli è uno dei teorici più brillanti della nascente fisica quantistica.  Eppure ogni notte si ritrova a vagare nei quartieri a luci rosse in preda all'alcol e alla depressione.
Wolfgang Pauli

Ed è proprio la sua doppia vita ad indurlo a rivolgersi a Carl Gustav Jung, il discepolo eretico di Freud, divenuto in quegli anni un punto di riferimento della ricerca psichica mondiale.

Carl Gustav Jung

L'incontro tra questi due geni, tra ragione e misticismo, diviene una potente alleanza tra due giovani scienze, la psicoanalisi e la meccanica quantistica, all'insegna di quello che appare come un numero magico: il 137. 

Un numero che da un lato descrive con grande precisione il dna della luce e dall'altro è la somma dei valori numerici dei caratteri ebraici che compongono la parola Kabbalah (Cabala). 

L'ossessione che accompagna Pauli fino al letto di morte, diventa anche un terreno di indagine parallela per Jung e per le sue ricerche sulla essenza e sul Sè.

La suggestione è quella di trovare un numero alla base dell'universo, un numero primordiale, un numero da cui tutto dipende e dà conto di tutto.

E' un vecchio sogno umano, inseguito da astronomi, scienziati, alchimisti, mistici, filosofi, matematici.

Più andiamo avanti con le nostre conoscenze, più ci appare evidente che il mondo e l'universo che ci contengono si fondano su principi matematici.  E la matematica è anche alla base della nostra vita biologica. Tutto sembra ridursi a questo: anche la nostra mente sembra essere predisposta per leggere secondo criteri matematici. Ma da dove deriva tutto questo, e perché esiste ?

Ecco un brano di una intervista rilasciata poco tempo fa da Giandomenico Boffi, ordinario di algebra all'Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT) e considerato uno dei migliori matematici italiani. 

Che la matematica sia pura creazione della mente è un fatto largamente condiviso. 
Desta perciò meraviglia l'eccezionale efficacia che questa scienza ha dimostrato nel consentire da un lato l'interpretazione della realtà e dall'altra l'intervento concreto, anche tecnologico, su di essa. 
La matematica è una delle poche cose universali che noi sperimentiamo, e già questo è sorprendente. 
Lo è ancora di più il fatto che l'universo risponde in qualche modo alle nostre sollecitazioni basate sugli strumenti matematici. 
Da questa attività creativa dell'uomo emerge quasi un potere predittivo nei confronti della realtà, che è alquanto sconcertante. 
Nella misura in cui non si è ancora riusciti a giustificare l'indubbia consonanza verificabile tra una creazione della nostra mente, la matematica, e una realtà data a prescindere da noi, diventa legittimo ipotizzare l'esistenza di un Ente superiore intelligente che si pone alla radice tanto della realtà che ci circonda, quanto della nostra stessa mente. 
Il dato fondamentale è che esiste in qualche modo una sintonia tra la mente e la realtà esterna alla mente, sintonia che si spiega bene con l'esistenza di qualcosa che sta sopra e unifica.

Fabrizio Falconi

24/10/13

Racconto italiano di un paese che muore. Una lettera a Roberto Napoletano de Il Sole 24 ore.

Credo che in questa lettera pubblicata domenica scorsa sul Supplemento del Sole 24 ore e indirizzata al direttore Roberto Napoletano, vi sia più di un motivo per riflettere sullo stato delle cose nel nostro paese, e sulla radice di molti dei mali che ci paralizzano. Purtroppo non sono riuscito a trovare una versione trascrivibile del testo della lettera, e ve la propongo nella versione jpeg. Si può scaricare la foto e ingrandirla, se si hanno difficoltà.