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19/06/18

Libro del Giorno: "Viaggio con Ezra Pound" di Piero Chiara appena uscito da De Piante Editore.


Gennaio 1960: quando Piero Chiara e Vanni Scheiwiller riportarono Ezra Pound al mondo. 

Nelle preziose, raffinate edizioni di De Piante, un racconto inedito. Un grande scrittore in pectore – all’epoca “è uno scrittore pressoché sconosciuto al pubblico” – l’editore più raffinato e leggendario del secolo, il poeta estremo, che con una manciata di versi furibondi ha terrorizzato l’Occidente. 

Nessun regista riuscirebbe a mettere insieme tre personaggi di questo calibro. Eppure. Piero Chiara, il grande scrittore di Luino, poligrafo, autore di libri imprescindibili come Il piatto piange – che uscirà nel 1962 per Mondadori – Il balordo, I giovedì della signora Giulia, Il cappotto di astrakan, è insieme a Vanni Scheiwiller, l’editore dei poeti, “sotto le mura del Castello: era quasi sera e la piana meranese venata di neve diventava violacea”

I due, lo scrittore e l’editore, attendono di incontrare il poeta. Ezra Pound. Il poeta titanico. Il poeta dei Cantos, opera magnetica e infinita, in cui la poesia – al modo di Dante – pretende di fecondare la Storia, di ribaltare il mondo. Il poeta che ha aiutato Thomas S. Eliot a correggere La terra desolata, che ha insegnato a Ernest Hemingway come si scrive, che ha aiutato James Joyce quando tutti lo attaccavano, all’epoca dell’Ulisse. Ere fa. 

Ora, nel 1960, nel rifugio gotico di Brunnenburg, in Tirolo, ospite della figlia Mary e del marito, l’egittologo Boris de Rachewiltz, Pound è un reduce. 

Nel 1958 è tornato in Italia dopo dodici anni di reclusione nel manicomio criminale di St. Elizabeths, Washington, con l’accusa di alto tradimento ai danni degli Stati Uniti

Un uomo solo, perduto. “Una esecuzione di musiche inedite di Scarlatti, che veniva data all’Angelicum di Milano” è il pretesto grazie a cui Chiara e Scheiwiller convincono il poeta a tornare nel mondo. 

Il racconto del viaggio, con sosta a Riva del Garda (“Pound aprì la marcia, controvento, puntando fortemente il bastone per terra e tenendosi stretto un pullover intorno al collo. Noi dietro, quasi sperando che ci conducesse a qualche grande impresa”), finora inedito e ripescato grazie a Federico Roncoroni (che firma una puntuale postfazione al testo), è di luminosa bellezza

L’ultima scena è di un Pound “sfinito”, che “volle andare in Piazza del Duomo”, a dialogare con i suoi fantasmi. Per lui, ormai, è l’epoca del tempus tacendi.

Piero Chiara – “Viaggio con Ezra Pound” 
30,00€ pp. 24 
aprile 2017 
 postfazione: Federico Roncoroni 
 L’opera “Earthbeat” (2017) riprodotta in sovracoperta su carta cotone della Cartiera Amatruda è stata realizzata per De Piante Editore da Michele Ciacciofera stampato in 300 copie numerate su carta Century Cotton Laid White prodotta dalle cartiere Fedrigoni. 
Legatura a manopiù 10 copie d’artista

09/07/15

Chi era Ezra Pound ? Un grande poeta in manicomio. Di Sergio Romano.





nella rubrica delle lettere del Corriere della Sera del 4 luglio 2015, Sergio Romano torna sulle vicende di Ezra Pound.


UN GRANDE POETA IN MANICOMIO LE AVVENTURE POLITICHE DI EZRA POUND

Ho trovato un articolo che riprende e rinfresca la vicenda di Ezra Pound. L’adesione al fascismo gli costò, dopo la fine della guerra, una perizia psichiatrica che lo dichiarò infermo di mente. Fu rinchiuso nell’ospedale criminale St. Elizabeth di Washington. I colleghi si divisero: Saul Bellow sostenne il giudizio, altri si adoperarono perché fosse liberato. So che fu anche candidato al premio Nobel per la letteratura che non ottenne in quanto ormai screditato. Ma era veramente schizofrenico o venne adottata una soluzione di compromesso tra quella che venne inferta a Brasillach e una dichiarazione di innocenza perché le idee non devono essere colpevolizzate? Potrebbe tracciare un profilo del personaggio?

Giovanni Allegri , giovanniallegrio39@gmail.com

Caro Allegri, Dietro le simpatie di Pound per il fascismo non vi era soltanto la speranza, comune a molti intellettuali europei nel periodo fra le due guerre mondiali, che il regime di Mussolini avesse individuato una terza via fra capitalismo e comunismo. Vi erano anche appassionate ma fumose teorie sulla natura malefica del capitalismo americano e la ferma convinzione che l’intero sistema economico degli Stati Uniti fosse fondato sull’usura

Pound pensava che il maggiore responsabile fosse Franklin D. Roosevelt, presidente dal gennaio 1933 e autore di un piano economico (il New Deal) per il risanamento della economia e della finanza americana, dopo il collasso di Wall Street nel 1929. 

Furono queste le ragioni per cui Pound non esitò, negli anni del fascismo e dopo la creazione della Repubblica Sociale Italiana, a sostenerne pubblicamente, con molte conversazioni radiofoniche, il programma economico e sociale. Per gli americani era un traditore e per molti di essi avrebbe meritato una condanna a morte, come quella che era stata inflitta dalla magistratura britannica a William Joyce, meglio noto come Lord Haw Haw: la voce di Radio Berlino che lanciava sarcastici messaggi dalla capitale del Reich contro l’Inghilterra.

Ma Pound era un grande poeta, rispettato e amato dalla migliore intellighenzia europea e americana. 

Il processo, se fosse stato celebrato, avrebbe creato imbarazzo e proiettato un’ombra sulla giustizia degli Stati Uniti. Fu scelta, come lei suggerisce nella sua lettera, caro Allegri, una via di mezzo. Anziché liberarlo o condannarlo, le autorità americane decisero di trattarlo come un matto. Niente di particolarmente nuovo. Era successo al Marchese de Sade, prima della Rivoluzione francese, e sarebbe successo, su scala maggiore, ai dissidenti sovietici di cui il regime voleva sbarazzarsi senza ricorrere a uno scomodo processo. 

Dopo la sua cattura a Rapallo (dove aveva stabilito la propria residenza italiana), Pound fu rinchiuso in una sorta di gabbia del campo di prigionia creato fra Pisa e Viareggio, e più tardi isolato in un ospedale psichiatrico americano a Washington. Grazie a una campagna organizzata da alcuni fra i maggiori scrittori del tempo, fra cui Ernest Hemingway, e da un giovane editore italiano (Vanni Scheiwiller), Pound fu liberato nel 1958 e tornò in Italia dove visse a Venezia sino alla sua scomparsa nel 1972. È sepolto nell’isola di San Michele.