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28/01/17

James Joyce a Roma : in questa casa concepì per la prima volta l' "Ulisse".



James Joyce, notoriamente, non amava Roma. 

Vi capitò come turista, soggiornandovi per alcuni mesi, dall'agosto del 1906 fino ai primi del 1907.  Nei suoi diari la descrive implacabilmente come una città sporca e detestabile. 

Ed è celebre quel lapidario commento che scrisse al termine di una visita ai Fori: Roma mi fa pensare a un uomo che viva esibendo ai turisti il cadavere di sua nonna. 

Tanto livore nei confronti della Città Eterna, non fu però ricambiato se è vero, come è vero che proprio a Roma, nell'appartamento di Via Frattina al numero 52, al terzo piano (dove la lapide qui sopra ricorda il suo passaggio) Joyce concepì per la prima volta l'idea di scrivere l'Ulisse, la sua opera immortale. 

Joyce era, come si sa un irrequieto: i biografi raccontano che il genio irlandese combatteva l'inquietudine bevendo e trasferendosi senza pace da una città all'altro, appena se ne stancava. 

Nella casa di Via Frattina lo scrittore si sistemò con la moglie Nora e il figlio. 

Ai primi di gennaio cambiò appartamento e si trasferì in Via Monte Brianzo. 

Da qui spedì la lettera al fratello Stan, in Irlanda, informandolo che stava pensando di scrivere un romanzo intitolato Ulisse, per dar conto della vita degli ebrei a Dublino.

Dopo pochi giorni in una nuova lettera scrisse al fratello che aveva accantonato il progetto, troppo impegnativo.   Allo stesso tempo, stanco di Roma, comunicava la decisione di cercare lavoro a Marsiglia.  Le circostanze invece lo portarono a Trieste, con gli esiti che sappiamo.  

L'ultima serata del suo soggiorno romano la passò al Pincio, bevendo fino ad ubriacarsi, e facendosi derubare della liquidazione della banca, che aveva mostrato spavaldamente agli avventori del caffè. 

Soltanto i modesti risparmi di Nora gli consentirono di acquistare i biglietti per Trieste e di liberarsi finalmente di Roma. 

Non dell'Ulisse, però, che a Roma fu concepito per la prima volta e che diventerà, negli anni seguenti l'ossessione e il trionfo dello scrittore irlandese. 


Fabrizio Falconi