14/09/08

L'OMELIA PRONUNCIATA DAL PAPA A LOURDES NELLA GRANDE MESSA PER IL 150MO ANNIVERSARIO DELLE APPARIZIONI DI LOURDES - IL TESTO INTEGRALE


Ecco il testo integrale che il Papa ha appena pronunciato sulla Spianata della Prairie di Lourdes, davanti a 200.000 fedeli. Un testo molto profondo, che merita di essere letto integralmente e che pubblico a beneficio dei lettori di questo blog.

Andate a dire ai sacerdoti che si venga qui in processione e che si costruisca una cappella". È il messaggio che Bernadette ricevette dalla "bella Signora" nell’apparizione del 2 marzo 1858. Da 150 anni i pellegrini non hanno mai cessato di venire alla grotta di Massabielle per ascoltare il messaggio di conversione e di speranza che è loro rivolto. Ed anche noi, eccoci qui stamane ai piedi di Maria, la Vergine Immacolata, per metterci alla sua scuola con la piccola Bernadette.
Ringrazio in modo particolare Mons. Jacques Perrier, Vescovo di Tarbes e Lourdes, per la calorosa accoglienza che mi ha riservato e per le parole gentili che mi ha rivolto. Saluto i Cardinali, i Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, così come tutti voi, cari pellegrini di Lourdes, in special modo i malati. Siete venuti in grande numero a compiere questo pellegrinaggio giubilare con me e ad affidare le vostre famiglie, i vostri parenti ed amici, e tutte le vostre intenzioni a Nostra Signora. La mia riconoscenza va anche alle Autorità civili e militari, che hanno voluto essere presenti a questa Celebrazione eucaristica.



"Quale mirabile cosa è mai il possedere la Croce! Chi la possiede, possiede un tesoro! (Sant’Andrea di Creta, Omelia X per l’Esaltazione della Croce: PG 97, 1020). In questo giorno in cui la liturgia della Chiesa celebra la festa dell’Esaltazione della santa Croce, il Vangelo che avete appena inteso ci ricorda il significato di questo grande mistero: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché gli uomini siano salvati (cfr Gv 3,16). Il Figlio di Dio s’è reso vulnerabile, prendendo la condizione di servo, obbedendo fino alla morte e alla morte di croce /cfr Fil 2,8). E’ per la sua Croce che siamo salvati. Lo strumento di supplizio che, il Venerdì Santo, aveva manifestato il giudizio di Dio sul mondo, è divenuto sorgente di vita, di perdono, di misericordia, segno di riconciliazione e di pace. "Per essere guariti dal peccato, guardiamo il Cristo crocifisso!" diceva sant’Agostino (Tract. in Johan.,XII,11). Sollevando gli occhi verso il Crocifisso, adoriamo Colui che è venuto per prendere su di sé il peccato del mondo e donarci la vita eterna.

E la Chiesa ci invita ad elevare con fierezza questa Croce gloriosa affinché il mondo possa vedere fin dove è arrivato l’amore del Crocifisso per gli uomini. Essa ci invita a rendere grazie a Dio, perché da un albero che aveva portato la morte è scaturita nuovamente la vita. È su questo legno che Gesù ci rivela la sua sovrana maestà, ci rivela che Egli è esaltato nella gloria. Sì, "Venite, adoriamolo!". In mezzo a noi si trova Colui che ci ha amati fino a donare la sua vita per noi, Colui che invita ogni essere umano ad avvicinarsi a Lui con fiducia.

E’ questo grande mistero che Maria ci affida anche stamane, invitandoci a volgerci verso il Figlio suo. In effetti, è significativo che, al momento della prima apparizione a Bernadette, Maria introduca il suo incontro col segno della Croce. Più che un semplice segno, è un’iniziazione ai misteri della fede che Bernadette riceve da Maria. Il segno della Croce è in qualche modo la sintesi della nostra fede, perché ci dice quanto Dio ci ha amati; ci dice che, nel mondo, c’è un amore più forte della morte, più forte delle nostre debolezze e dei nostri peccati.

La potenza dell’amore è più forte del male che ci minaccia. E’ questo mistero dell’universalità dell’amore di Dio per gli uomini che Maria è venuta a rivelare qui, a Lourdes. Essa invita tutti gli uomini di buona volontà, tutti coloro che soffrono nel cuore o nel corpo, ad alzare gli occhi verso la Croce di Gesù per trovarvi la sorgente della vita, la sorgente della salvezza.

La Chiesa ha ricevuto la missione di mostrare a tutti questo viso di un Dio che ama, manifestato in Gesù Cristo. Sapremo noi comprendere che nel Crocifisso del Golgota è la nostra dignità di figli di Dio, offuscata dal peccato, che ci è resa? Volgiamo i nostri sguardi verso il Cristo. È Lui che ci renderà liberi per amare come Egli ci ama e per costruire un mondo riconciliato. Perché, su questa Croce, Gesù ha preso su di sé il peso di tutte le sofferenze e le ingiustizie della nostra umanità. Egli ha portato le umiliazioni e le discriminazioni, le torture subite in tante regioni del mondo da innumerevoli nostri fratelli e nostre sorelle per amore di Cristo. Noi li affidiamo a Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, presente ai piedi della Croce.

Per accogliere nelle nostre vite questa Croce gloriosa, la celebrazione del Giubileo delle apparizioni di Nostra Signora di Lourdes ci fa entrare in un cammino di fede e di conversione. Oggi Maria viene incontro a noi per indicarci le vie d’un rinnovamento della vita delle nostre comunità e di ciascuno di noi. Accogliendo il Figlio suo, che Ella ci presenta, siamo immersi in una sorgente viva in cui la fede può ritrovare un vigore nuovo, in cui la Chiesa può fortificarsi per proclamare con sempre maggior audacia il mistero di Cristo. Gesù, nato da Maria, è Figlio di Dio, unico salvatore di tutti gli uomini, che vive ed agisce nella sua Chiesa e nel mondo. La Chiesa è inviata dappertutto nel mondo per proclamare quest’unico messaggio ed invitare gli uomini ad accoglierlo mediante un’autentica conversione del cuore. Questa missione, che è stata affidata da Gesù ai suoi discepoli, riceve qui, in occasione di questo Giubileo, un soffio nuovo. Che al seguito dei grandi evangelizzatori del vostro Paese, lo spirito missionario, che ha animato tanti uomini e donne di Francia nel corso dei secoli, sia ancora la vostra fierezza e il vostro impegno!

Seguendo il percorso giubilare sulle orme di Bernadette, l’essenziale del messaggio di Lourdes ci è ricordato. Bernadette è la maggiore di una famiglia molto povera, che non possiede né sapere né potere, è debole di salute. Maria la sceglie per trasmettere il suo messaggio di conversione, di preghiera e di penitenza, in piena sintonia con la parola di Gesù: "Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" (Mt 11,25). Nel loro cammino spirituale i cristiani sono chiamati essi pure a far fruttificare la grazia del loro Battesimo, a nutrirsi di Eucaristia, ad attingere nella preghiera la forza per testimoniare ed essere solidali con tutti i loro fratelli in umanità (cfr Omaggio alla Vergine Maria, Piazza di Spagna, 8 dicembre 2007). E’ dunque una vera catechesi che ci è proposta sotto lo sguardo di Maria. Lasciamo che la Vergine istruisca pure noi e ci guidi sul cammino che conduce al Regno del Figlio suo!

Proseguendo nella sua catechesi la "bella Signora"rivela il suo nome a Bernadette: "Io sono l’Immacolata Concezione". Maria le rivela così la grazia straordinaria che ha ricevuto da Dio, quella di essere stata concepita senza peccato, perché "ha guardato l’umiltà della sua serva" (Lc 1,48). Maria è questa donna della nostra terra che s’è rimessa interamente a Dio e ha ricevuto da Lui il privilegio di dare la vita umana al suo eterno Figlio. "Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38). Essa è la bellezza trasfigurata, l’immagine dell’umanità nuova. Presentandosi così in una dipendenza totale da Dio, Maria esprime in realtà un atteggiamento di piena libertà, fondata sul pieno riconoscimento della sua vera dignità. Questo privilegio riguarda anche noi, perché ci svela la nostra dignità di uomini e di donne, segnati certo dal peccato, ma salvati nella speranza, una speranza che ci consente di affrontare la nostra vita quotidiana. E’ la strada che Maria apre anche all’uomo. Rimettersi completamente a Dio è trovare il cammino della libertà vera. Perché volgendosi a Dio, l’uomo diventa se stesso. Ritrova la sua vocazione originaria di persona creata a sua immagine e somiglianza.

Cari fratelli e sorelle, la vocazione primaria del santuario di Lourdes è di essere un luogo di incontro con Dio nella preghiera, e un luogo di servizio ai fratelli, soprattutto per l’accoglienza dei malati, dei poveri e di tutte le persone che soffrono. In questo luogo Maria viene a noi come la madre, sempre disponibile ai bisogni dei suoi figli. Attraverso la luce che emana dal suo volto, è la misericordia di Dio che traspare. Lasciamoci toccare dal suo sguardo: esso ci dice che siamo tutti amati da Dio, mai da Lui abbandonati! Maria viene a ricordarci che la preghiera, intensa e umile, confidente e perseverante, deve avere un posto centrale nella nostra vita cristiana. La preghiera è indispensabile per accogliere la forza di Cristo. "Chi prega non spreca il suo tempo, anche se la situazione ha tutte le caratteristiche dell’emergenza e sembra spingere unicamente all’azione" (Enc. Deus caritas est, n. 36). Lasciarsi assorbire dalle attività rischia di far perdere alla preghiera la sua specificità cristiana e la sua vera efficacia. La preghiera del Rosario, così cara a Bernadette e ai pellegrini di Lourdes, concentra in sé la profondità del messaggio evangelico. Ci introduce alla contemplazione del volto di Cristo. In questa preghiera degli umili noi possiamo attingere grazie abbondanti.

La presenza dei giovani a Lourdes è anche una realtà importante. Cari amici, qui presenti stamattina intorno alla Croce della Giornata Mondiale della Gioventù, quando Maria ricevette la visita dell’Angelo, era una giovane ragazza di Nazaret che conduceva la vita semplice e coraggiosa delle donne del suo villaggio. E se lo sguardo di Dio si posò in modo particolare su di lei, fidandosi di lei, Maria vuole dirvi ancora che nessuno di voi è indifferente per Dio. Egli posa il suo sguardo amoroso su ciascuno di voi e vi chiama ad una vita felice e piena di senso. Non lasciatevi scoraggiare davanti alle difficoltà! Maria fu turbata all’annuncio dell’angelo venuto a dirle che sarebbe diventata la Madre del Salvatore. Essa sentiva quanto era debole di fronte alla onnipotenza di Dio. Tuttavia disse "sì" senza esitare. Grazie al suo "sì" la salvezza è entrata nel mondo, cambiando così la storia dell’umanità. A vostra volta, cari giovani, non abbiate paura di dire "sì" alle chiamate del Signore, quando Egli vi invita a seguirlo. Rispondete generosamente al Signore! Egli solo può appagare le aspirazioni più profonde del vostro cuore. Siete in molti a venire a Lourdes per un servizio attento e generoso accanto ai malati o ad altri pellegrini, mettendovi così sulle orme di Cristo servo. Il servizio reso ai fratelli e alle sorelle apre il cuore e rende disponibili. Nel silenzio della preghiera, sia Maria la vostra confidente, lei che ha saputo parlare a Bernadette rispettandola e fidandosi di lei. Maria aiuti coloro che sono chiamati al matrimonio a scoprire la bellezza di un amore vero e profondo, vissuto come dono reciproco e fedele! A coloro tra voi che Egli chiama a seguirlo nella vocazione sacerdotale o religiosa, vorrei ridire tutta la felicità che vi è nel donare totalmente la propria vita a servizio di Dio e degli uomini. Siano le famiglie e le comunità cristiane luoghi nei quali possano nascere e maturare solide vocazioni a servizio della Chiesa e del mondo!

Il messaggio di Maria è un messaggio di speranza per tutti gli uomini e per tutte le donne del nostro tempo, di qualunque Paese siano. Amo invocare Maria come Stella della speranza (Enc. Spe salvi, n.50). Sulle strade delle nostre vite, così spesso buie, lei è una luce di speranza che ci rischiara e ci orienta nel nostro cammino. Mediante il suo "sì", mediante il dono generoso di se stessa, ha aperto a Dio le porte del nostro mondo e della nostra storia. E ci invita a vivere come lei in una speranza invincibile, rifiutando di ascoltare coloro che pretendono che noi siamo prigionieri del fato. Essa ci accompagna con la sua presenza materna in mezzo agli avvenimenti della vita delle persone, delle famiglie e delle nazioni. Felici gli uomini e le donne che ripongono la loro fiducia in Colui che, nel momento di offrire la sua vita per la nostra salvezza, ci ha donato sua Madre perché fosse nostra Madre!

Cari fratelli e sorelle, in questa terra di Francia, la Madre del Signore è venerata in innumerevoli santuari, che manifestano così la fede trasmessa di generazione in generazione. Celebrata nella sua Assunzione, essa è la Patrona amata del vostro Paese. Sia sempre onorata con fervore in ciascuna della vostra famiglie, nelle vostre comunità religiose e nelle parrocchie! Vegli Maria su tutti gli abitanti del vostro bel Paese e sui pellegrini venuti numerosi da altri Paesi per celebrare questo Giubileo! Sia per tutti la Madre che circonda d’attenzione i suoi figli nelle gioie come nelle prove! Santa Maria, Madre di Dio e Madre nostra, insegnaci a credere, a sperare e ad amare con te. Indicaci la via verso il regno del tuo Figlio Gesù! Stella del mare, brilla su di noi e guidaci nel nostro cammino! (cfr Enc. Spe salvi, n.50). Amen.

13/09/08

Benedetto XVI a Lourdes.


Il Papa tra poche ore arriva a Lourdes.

Che cos'e' Lourdes ?
Come è possibile spiegare questo fenomeno di Lourdes ? Chi almeno una volta è andato li' davanti a quella Grotta non ha potuto fare a meno di chiedersi:

come è possibile tutto questo ?

Come è possibile che le visioni di una contadina analfabeta che sapeva parlare solo il dialetto occitano abbia generato un culto come questo
?

Il Santuario di Lourdes è stato visitato finora da circa 700 milioni di persone.

Ma tutto questo - incredibile ! - è cominciato in una grotta, alla ricerca di legna secca.

Ancora una volta il Mistero ha scelto l'umiltà più periferica, più marginale, più "insignificante" per manifestarsi.

Li', in quella Grotta Maria sembra manifestarsi nuovamente come SECONDA OCCASIONE PER L'UMANITA'.

Lei, sembra far risuonare sulla nostra Terra Desolata (T.S.Eliot) un nuovo immenso grido di speranza.

"Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la Grazia" (Romani 5,20)

" Volete farmi il piacere di venire qui per quindici giorni ?" chiede la Signora alla ragazzina contadina, il 18 febbraio 1858, giorno della terza apparizione.

Bernadette va.

Risponde a quella semplice chiamata. Che è la stessa di Gesù: " Venite e Vedrete" (Giovanni 1,39).

09/09/08

Indonesia: i cellulari aiutano i fedeli a pregare durante il Ramadam !


Sono molti i motivi seri per cui i musulmani hanno già superato i cattolici nel mondo, e li stanno sopravanzando. La curiosa notizia qui sotto può fornire uno spunto di riflessione in proposito. Ve l'immaginate una cosa del genere in un paese cattolico, che ne so, in Italia ? Che putiferio infernale ne verrebbe fuori ?

I fedeli musulmani che faticano a conciliare i ritmi della vita lavorativa con i doveri religiosi del mese sacro di Ramadan si affidano sempre di più a speciali cellulari che li aiutano a scandire i ritmi delle preghiere quotidiane.

In Indonesia, più grande paese musulmano al mondo, quando i fedeli sono tenuti a digiunare dall'alba al tramonto durante il mese sacro, gli accessori islamici diventano particolarmente ricercati.

Fra questi, c'è un'edizione limitata di un cellulare bianco e verde chiamato Hidayah, guida divina in arabo, che cinque volte al giorno avverte puntualmente il fedele quando è l'ora di inginocchiarsi faccia alla Mecca per pregare emettendo
l'azan, il richiamo tradizionale, e con un suono di tamburo dopo il tramonto segnala la fine del digiuno.

Prima dell'alba, il telefono è programmato anche per svegliare i fedeli con canzoni religiose in tempo per potersi gustare l'ultimo pasto prima dell'inizio del lungo digiuno.

"Quando sono al lavoro, a volte mi è capitato di perdere il senso del tempo e mancare una preghiera perchè il rumore del traffico copriva il richiamo proveniente dalle moschee. Grazie a questo telefono, invece, non c'è rischia di perdersi nulla", ha detto Donny Meirawan, 35enne che lavora in una fabbrica.

Fra i salvaschermo offerti da questo modello di cellulare ci sono delle foto della moschea principale di Jakarta e foto di versetti coranici scanerizzati.

Tra le funzioni, ce ne è una che consente di sapere sempre da che parte occorre girarsi per trovarsi con la faccia alla Mecca, in Arabia Saudita, come prescrive la religione di Maometto.


fonte Reuters - http://it.reuters.com

08/09/08

Helene Grimaud - Quando la musica è estasi, e avvicina a Dio.



Hélèn Grimaud non è soltanto una grande pianista, che si è esibita e si esibisce nei più importanti teatri di tutto il mondo. No, è anche una bellissima donna. E oltre a questo è una scrittrice apprezzata, amante della natura e dei lupi, per la conservazione dei quali ha fondato il Wolf Conservation Center nel 1999 negli Stati Uniti.

Sono parecchi i talenti, dunque, che Hélèn ha ricevuto.

Ma forse il maggiore è questo: il trasmetterci con le parole dei suoi libri, e con il semplice gesto del suo suonare cosa è la musica. "La musica di Bach", dice Hélèn, " è in grado di salvare l'anima delle persone. La sua musica è per i disperati, per aiutarli a tornare ad amare la vita."

Nel video qui sopra non è alle prese con Bach, ma con Arvo Part (che probabilmente usa Bach come ispirazione), ma basta guardare il suo volto, il volto di Hélèn per capire cosa può fare la musica. Fin dove può portare.

Tutto sulla Grimaud:
http://www.helenegrimaud.com

http://it.wikipedia.org/wiki/H%C3%A9l%C3%A8ne_Grimaud


28/08/08

Monet, Van Gogh o Klimt ?



Una mia amica, ieri, mi ha chiesto a tradimento: "Monet, Van Gogh o Klimt ?" Ho capito l'intento con cui me lo chiedeva. In fondo, Monet, Van Gogh e Klimt, oltre ad essere tre giganti della pittura, sono anche tre modi di intendere l'arte, e quindi la rappresentazione della vita, e quindi la vita stessa.

Come si fa a rispondere, ho pensato. E' come chiedere di scegliere tra un bignè alla crema, uno al cioccolato e uno al miele farcito. Sono tre ottime cose, e ognuna ha un gusto particolare, diverso e essenziale.

Poi, però, riflettendo più seriamente, non ho avuto dubbi: scelgo Van Gogh.

Scelgo Van Gogh perchè è il più antico e il più moderno. Scelgo Van Gogh perchè meglio di chiunque altro ha forse rappresentato l'incanto e l'incubo del vivere. Scelgo Van Gogh perchè con la sua vicenda umana ha offerto una moderna rappresentazione cristica dell'esistenza. Scelgo Van Gogh perchè quando visitai il Van Gogh Museum di Amsterdam ho avuto quasi un mancamento, e non finivo di sentire i colpi del mio cuore, quadro dopo quadro. Scelgo Van Gogh perchè, parafrasando Neruda, egli, con la sua opera e con la sua vita, ha 'confessato di essere un uomo'. Con tutto quello che questa parola - di piccolo e sublime - insieme raccoglie.


qui sotto: tutte le meravigliose opere di Van Gogh, da cliccare e gustare:

08/08/08

La misericordia, non la rigidezza !



Cari tutti, tornato da una tonificante pausa nelle meravigliose montagne dolomitiche, sono contento di ritrovarvi.

Mi sono trovato da quelle parti contemporaneamente a Papa Benedetto XVI, che come avete letto sui giornali ha trascorso le sue vacanze nel Convento Maggiore di Bressanone.

E vorrei proporvi al ritorno, proprio una piccola riflessione a partire dalle parole che il Pontefice ha pronunciato nella cattedrale barocca di quella città altoatesina, nell'incontro - per molti versi toccante (anche per le domande che gli sono state formulate) con 400 sacerdoti della diocesi locale.

Ecco, parlando di sé e della sua esperienza umana e spirituale, Benedetto ha lasciato intravedere una maggiore apertura della Chiesa nell’amministrare i sacramenti anche a coloro che manifestano solo «barlumi di fede».

E, parlando a braccio, rispondendo a un giovane diacono, ha detto testualmente: «Da giovane ero più rigido, col tempo ho capito che bisogna seguire la via del Signore, aperta alla misericordia».

Mi ha fatto molto piacere ascoltare queste parole, pronunciate dal capo della Chiesa Cattolica.

Che in alcune vicende - anche ultimamente (penso ai funerali a Welby, ad esempio) - non è sembrata proprio allinearsi su questa mentalità, è sembrata anzi irrigidirsi su posizioni di chiusura.

Eppure, lo dice il Papa, bisognerebbe comprendere, capire, che la via da seguire è la via del Signore, cioè la via del cuore, la via aperta alla Misericordia. E' questo, alla fine, credo, solo questo che fa di un cristiano un buon cristiano.

in testa: Madonna della Misericordia di Piero della Francesca, Pinacoteca Comunale di San Sepolcro

04/08/08

Perchè Maria Maddalena resta davanti al Sepolcro Vuoto ?




Come è noto, Maria di Magdala, è secondo il racconto di Giovanni (20,1-18) la prima persona alla quale Gesù Cristo risorto appare, e anche la prima a ricevere da Lui la missione formale di annunciarne la Resurrezione, l'ascesa al Padre, il termine del suo cammino, del suo esodo nel Regno dei Cieli.

Maria, come sappiamo, si reca al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio fuori. Arriva al Sepolcro, si accorge che la pietra è stata ribaltata, poi corre da Simon Pietro e dall'altro discepolo (Giovanni ?) per riferire che "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'abbiano posto ! "

L'evangelo racconta poi della corsa di Pietro e di Giovanni al Sepolcro. Il racconto su Maria riprende al v.11.

"Maria invece stava all'esterno vicino al Sepolcro e piangeva".

Maria, dunque, è l'unica che nell'ora della dis-illusione (il Corpo non c'è più, e ancora nessuno crede che sia Risorto, ma solo che sia stato 'rubato') resta lì, non si muove, come paralizzata.

Ed è qui che si presentano i due angeli in bianche vesti. E poi, dopo essersi 'voltata', Gesù, che sta lì in piedi, e lei "non lo riconosce".

E avviene quel meraviglioso dialogo che sappiamo ("Donna, perchè piangi, chi cerchi?") al termine del quale Maria riceve quell'incarico importantissimo e gravoso ( "Non mi trattenere, perchè non sono ancora di salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e dì loro: "Io salgo al Padre mio e Padre Vostro, Dio mio e Dio vostro").

Ed è una missione che Maria adempie, come descritto nel versetto 18: " Andò subito ad annunciare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.

Ora: leggendo questi brani risulta - almeno per me - davvero sconcertante ammettere che per molto tempo in Teologia - soprattutto Sant'Ambrogio - questo atteggiamento di Maria è stato duramente rimproverato !

A Maria, frotte di teologi hanno rimproverato un atteggiamento riduttivo, mondano, quel suo restare vicino al Sepolcro come un 'non credere', come se fosse morto tra i morti, e dunque cercarlo ancora nell'ambito di questo mondo.

Ma cosa avrebbe dovuto fare Maria di Magdala ???

Cosa avremmo fatto noi al suo posto ? Non avremmo fatto esattamente lo stesso ???

Non è invece, quel suo restare accanto al Sepolcro vuoto, disperata e piangente, proprio una dimostrazione di fede vera, totale, di abnegazione quasi, che infatti - non a caso - verrà premiata dal Signore, essendo il primo essere umano a cui appare Egli risorto ???

Mi sembra che a volte la Teologia, nello spaccare il capello in quattro, dimentichi la grandezza dei semplici comportamenti umani - perfino istintivi - che fanno grande l'Uomo (e in esso includo, anzi intendo soprattutto le donne!).

13/07/08

Quando arriva la Grazia ? E per chi ? E per quali motivi ?


La notte del 1654 la Grazia, che aveva tanto invocato, per tutta la vita, coglie Blaise Pascal con una forza di cui restano tracce impressionanti in quello che viene chiamato MEMORIALE, e che è una sorta di Testamento Spirituale di uno dei più grandi Pensatori di tutti i tempi.

A Pascal che aveva fatto della ricerca tra luce e ombra, tra razionalità e fede, il compito di indagine di una vita, capitò qualcosa di così impressionante, che tutta la sua esistenza ne fu cambiata. Crisi mistica o ascetica ? Sembra che quella notte vi fu un violento temporale e che Pascal, nel cuore della notte, vide finalmente quella luce che tanto agognava.

Non ne parlò, però. Custodì il suo segreto.

Pochi giorni dopo i suoi funerali, un domestico si accorse di un pezzo di carta cucito all'interno del corpetto che il filosofo aveva indossato fino alla morte. Si trattava di una piccola pergamena scritta da Pascal proprio quella notte, la notte del 23 novembre 1654; venne denominata Memoriale, nome che tuttora conserva. Ecco cosa vi era scritto:

B. Pascal, Il Memoriale

L'anno di grazia 1654,

Lunedí, 23 novembre, giorno di san Clemente papa e martire e di altri nel martirologio,

Vigilia di san Crisogono martire e di altri,
Dalle dieci e mezzo circa di sera sino a circa mezzanotte e mezzo,
Fuoco.
Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, non dei filosofi e dei sapienti.
Certezza, Certezza. Sentimento. Gioia. Pace.
Dio di Gesú Cristo.
Deum meum et Deum vestrum.
“Il tuo Dio sarà il mio Dio”.
Oblio del mondo e di tutto, fuorché di Dio.
Lo si trova soltanto per le vie insegnate dal Vangelo.
Grandezza dell'anima umana.
“Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto”.
Ch'io non debba essere separato da lui in eterno.
Gioia, gioia, gioia, pianti di gioia.
Mi sono separato da lui.
Dereliquerunt me fontes aquae vivae.
“Mio Dio, mi abbandonerai?”.
“Questa è la vita eterna, che essi ti riconoscano solo vero Dio e colui che hai inviato: Gesú Cristo”.

Gesú Cristo.

Gesú Cristo.

Mi sono separato da lui; l'ho fuggito, rinnegato, crocifisso.

Che non debba mai esserne separato.

Lo si conserva soltanto per le vie insegnate dal Vangelo.

Rinuncia totale e dolce.

Sottomissione intera a Gesú Cristo e al mio direttore.
In gioia per l'eternità per un giorno di esercizio sulla terra.

Non obliviscar sermones tuos. Amen.

Ecco, dunque.
Così arrivò la Grazia.

E noi, oggi, cosa dobbiamo fare per averla ? Dove dobbiamo cercarla ? Quando arriva ? Per quali disegni, e in quali modi ? Perchè a me sì e a un altro no ? Anche noi vedremo la Luce ?
in testa: maschera funeraria di Blaise Pascal.

07/07/08

La Parola di Gesù nei Vangeli e quella di Salomè-Augias.


Incredibile come in alcuni passi del Vangelo si trovino riassunti in poche righe dei veri e propri trattati di Teologia. E' il caso del brano del Vangelo di Matteo proposto dalla Liturgia di ieri.

Gesù, secondo quanto scrive l'Evangelista, in quel tempo, disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo edella terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agliintelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, chesono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero".


Si potrebbe scrivere qualche centinaio di trattati su queste poche e apparentemente semplici parole.


La cosa che qui mi interessa è che anche in questo brano del Vangelo, Gesù il Nazareno si autoproclama il Figlio di Dio: Egli, cioè chiarisce da se stesso, la Sua natura divina. Senza nessun possibile fraintendimento, senza nessuna ambiguità. Sono parole molto chiare: "nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. "


E' il centro del credo cristiano. Ed è il centro di quel grande mistero irrisolvibile con strumenti di indagine scientifica che rappresenta la figura storica di Gesù.

Intorno a questo mistero - io credo - ci vorrebbe molta prudenza. E bisognerebbe sempre evitare 'giudizi tranchant'.

Eppure ecco, ad esempio, quel che leggo proprio oggi in una rubrica di libri del Venerdì di Repubblica. Corrado Augias recensisce 'Gesù L'ebreo', il noto testo di Lou Andreas Salomè (l'amante di Nietzsche) e osservatrice non certo fredda e imparziale del Cristianesimo, e Augias scrive, testualmente:

" Questo saggio del 1896 ha acquistato un valore quasi profetico. Gesù appare come un messia ebraico invasato dall'attesa del Regno, analisi sulla quale gran parte della storiografia moderna oggi concorda. "

Un 'messia ebraico invasato' ???

"Analisi sulla quale gran parte della storiografia moderna oggi concorda ??"

Ma Augias ha scritto il giudizio su 2.000 anni di Cristianesimo, e ha deciso lui che Gesù era solo uno dei tanti profeti esaltati ? E la storiografia moderna che legge Augias comprende anche i molti che si dichiarano convinti che Gesù il Nazareno è vissuto realmente e che si fermano di fronte alla impossibilità di definirne la Natura - umana o divina - non essendovi disponibili testi storici o scientifici incontrovertibili, ma solo evangeli, cioè testi che sono diventati fondamenti di fede ?

03/07/08

Ode a Ingrid Betancourt.


Erano i tuoi figli,
carne della tua carne,
fiato del tuo fiato,
e ti aspettavano.

Ingrid della notte,
Ingrid della foresta,
Ingrid della paura e del riso,
del coraggio e del pianto.

La vita Ingrid, non è soltanto
lacrime. E' l'abbraccio
dei tuoi figli, è il Paradiso,
sono le tue mani incredule

che stringono il crocefisso,
sono i tuoi occhi che sperano
i tuoi capelli liberi,
la forza del tuo credere

nonostante tutto.
La vita è bellissima, Ingrid,
è - hai detto - come il giorno del Paradiso,
come un allegro ritrovarsi

per sempre.


30/06/08

Le Impronte ai Bambini Rom - Un attacco durissimo da Famiglia Cristiana.


Certe volte ho l'impressione che i cattolici in questo paese esistano solo per 'turarsi il naso' e andare a votare - una volta per l'uno e una volta pe l'altro - evaporando in ogni altra occasione di vita pubblica.

'Essere cattolici', ma prima di tutto 'essere cristiani' dovrebbe significare
- io credo - non dimenticare che in ogni nostra manifestazione privata o pubblica siamo chiamati o saremmo chiamati a mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù il Cristo, le sue Parole trasmesse nei Vangeli.

Così registro con una certa sorpresa ( e senza nessuna velleità di fare un discorso 'politico', di una parte contro l'altra), ma anche con contentezza - finalmente ! - una presa di posizione di una durezza formidabile da parte del maggior settimanale cattolico italiano sulla triste vicenda della proposta di legge di 'schedatura' mediante impronte dei bambini appartenenti alle comunità rom in Italia.

Ecco quanto riferisce il sito http://www.corriere.it/ lanciando la notizia in apertura di home page:

ROMA - «Una proposta indecente». Famiglia Cristiana boccia duramente la proposta del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sulla raccolta delle impronte digitali dei bambini rom. «Alla prima prova d'esame - scrive Famiglia Cristiana nell'editoriale del nuovo numero - i ministri "cattolici" del Governo del Cavaliere escono bocciati, senza appello. Per loro la dignità dell'uomo vale zero. Nessuno che abbia alzato il dito a contrastare Maroni e l'indecente proposta razzista di prendere le impronte digitali ai bambini rom». «Avremmo dato credito al ministro - sottolinea il settimanale nell'editoriale di questa settimana - se, assieme alla schedatura, avesse detto come portare i bimbi rom a scuola, togliendoli dagli spazi condivisi coi topi. Che aiuti ha previsto? Nulla».

VOLTO FEROCE - «Non stupisce, invece - continua Famiglia Cristiana - il silenzio della nuova presidente della Commissione per l'infanzia, Alessandra Mussolini (non era più adatta Luisa Santolini, ex presidente del Forum delle famiglie?), perché le schedature etniche e religiose fanno parte del Dna familiare e, finalmente, tornano a essere patrimonio di Governo. Non sappiamo cosa ne pensi Berlusconi: permetterebbe che agenti di polizia prendessero le impronte dei suoi figli o dei suoi nipotini?». «Oggi, con le impronte digitali - prosegue - uno Stato di polizia mostra il volto più feroce a piccoli rom, che pur sono cittadini italiani. Perché non c'è la stessa ostinazione nel combattere la criminalità vera in vaste aree del Paese? La Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia (firmata anche dall'Italia, che tutela i minori da qualsiasi discriminazione) non conta più niente. La schedatura di un bambino rom, che non ha commesso reato, viola la dignità umana. Così come la proposta di togliere la patria potestà ai genitori rom è una forzatura del diritto: nessun Tribunale dei minori la toglierà solo per la povertà e le difficili condizioni di vita». «Quanto alle impronte - aggiunge il settimanale - se vogliamo prenderle, cominciamo dai nostri figli; ancor meglio, dai parlamentari: i cittadini saprebbero chi lavora e chi marina, e anche chi fa il furbo, votando al posto di un altro».



25/06/08

"Fare sesso" - Lucetta Scaraffia.



Come proclamò il famoso mantra di Nanni Moretti anni fa, le parole sono importanti. Anche quando non ce ne accorgiamo.

Così è importante questa riflessione pubblicata ieri da Lucetta Scaraffia sul Calendario del Corriere della Sera che induce a soffermarsi su un (ormai) vieto modo di dire:

"Mai però si era sentita una espressione volgare come "fare sesso", scrive Aldo Cazzullo su Io Donna di sabato scorso, e non si può non dichiararsi d'accordo.

Dal momento che le cose sono anche il loro nome, questo modo di dire ormai universalmente diffuso (naturalmente noi italiani l'abbiamo importato dagli americani 'make sex', nota mia) - che fa il paio con l'altra definizione "sessualmente attivo" - costituisce la dimostrazione più evidente del fallimento della rivoluzione sessuale, della grande utopia che ha attraversato il Novecento e che prometteva a tutti una felicità a portata di mano.

Invece, dopo aver liberato il sesso prima dalla procreazione, poi dal matrimonio, e infine dall'amore, lo si è ridotto ad una attività ludica simile a tante altre: un po' come si dice 'fare jogging', ' fare shopping', o 'fare un week end'.

E quello che è andato perso non è soltanto l'impegno procreativo, o l'impegno amoroso: in questa dissacrante leggerezza si è forse perso il senso dell'umano, dell'incontro tra due esseri che, come bene dice un antico testo di una qualche notorietà, unendosi ' si conoscono."



19/06/08

Il Vangelo Secondo Matteo - di Pier Paolo Pasolini.


Come è possibile che il miglior film su Gesù Cristo - il più puro, il più radicalmente vicino al Messaggio autentico dei Vangeli - sia stato realizzato da un uomo controverso e apparentemente lontano dalla fede, un peccatore (il termine è usato come provocazione) convinto e conclamato ?

Le ragioni, forse stanno in questo articolo che vi consiglio caldamente di leggere e che ho tratto da http://www.hideout.it/ e che puo' essere letto nella sua completezza all'indirizzo originale:




Pasolini scopre il Vangelo quasi per caso, durante un soggiorno ad Assisi nel quale voleva incontrare Papa Giovanni XXIII. Ne rimane subito profondamente colpito, per due motivi principali: «Dal punto di vista religioso, per me, che ho sempre tentato di recuperare al mio laicismo i caratteri della religiosità, valgono due dati ingenuamente ontologici: l’umanità di cristo è spinta da una tale forza interiore, da una tale irriducibile sete di sapere e di verificare il sapere, senza timore per nessuno scandalo e nessuna contraddizione, che per essa la metafora di “divinità” è ai limiti della metaforicità, fino a essere idealmente una realtà. Inoltre: per me la bellezza è sempre una “bellezza morale” non mediata, ma immediata, allo stato puro, io l’ho sperimentato nel Vangelo.»

C’è poi il Pasolini marxista che da quindi una lettura più politica del Cristo, ma mai dogmatica, sempre personalissima e aperta ai temi universali dell’uomo: «Seguendo le accelerazioni stilistiche di Matteo alla lettera, la funzionalità barbarico-pratica del suo racconto, [l’abolizione dei tempi cronologici, i salti ellittici della storia con dentro le “sproporzioni” delle stasi didascaliche (lo stupendo, interminabile discorso della montagna)],
la figura di Cristo dovrebbe avere, alla fine, la stessa violenza di una resistenza: qualcosa che contraddica radicalmente la vita come si sta configurando all’uomo moderno, la sua grigia orgia di cinismo, ironia, brutalità pratica, compromesso, conformismo, glorificazione della propria identità nei connotati della massa, odio per ogni diversità, rancore teologico senza religione. Il Vangelo doveva essere secondo me un violento richiamo alla borghesia stupidamente lanciata verso un futuro che è la distruzione dell’uomo, degli elementi antropologicamente umani, classici e religiosi dell’uomo.»

E’ interessante vedere come le scelte registiche del film prendano una direzione inaspettata per lo stesso Pasolini, come se la materia sacra lo avesse trascinato verso una direzione diversa da quella che si era prefissato di seguire: «Io tendevo a forzare la materia nella direzione dell’attualità, mentre lo facevo credevo che questo avesse un grandissimo peso. Per esempio quando facevo i soldati di Erode vestiti da fascisti, i soldati romani come la Celere, quando facevo Giuseppe e Maria profughi come profughi spagnoli sui Pirenei e così via, credevo che queste cose venissero fuori molto di più, cioè credevo di poter attualizzare il Vangelo senza toccare l’intima fedeltà che avevo stabilito fin da principio […]. Tutti questi richiami all’attualità, queste citazioni di Dreyer, questo insieme di fatti espressivi e espressionistici, che credevo saltassero molto fuori, in realtà si sono poi livellati nell’insieme del film, hanno raggiunto una loro specie di fermezza,
di distacco che io non avevo calcolato e che è venuto fuori a mia insaputa e quindi mi sto ancora chiedendo io stesso il perché».

«Il Vangelo è stato per me una cosa così spaventosa che, mentre lo facevo, mi ci aggrappavo e non pensavo più a niente. […] Dopo i primi tre giorni di lavorazione avevo deciso di sbaraccare tutto. […] Poi una sera ho messo lo zoom sulla macchina, il 300, ho cominciato a fare delle esperienze, e ho continuato così, giorno dopo giorno. […] La liberazione e l’invenzione tecnica si erano prodotte al di fuori di ogni programmazione. […]

Il Vangelo mi poneva il seguente problema: non potevo raccontarlo come una narrazione classica perché non sono credente ma ateo. D’altra parte io volevo filmare Il Vangelo secondo Matteo, dunque raccontare la storia del Cristo figlio di Dio, dunque raccontare una storia alla quale non credevo.

Dunque non potevo essere io a raccontarla. E’ così che, senza precisamente volerlo, sono stato portato a rovesciare tutta la mia tecnica cinematografica e che è nato questo magma stilistico che è proprio al “cinema di poesia”. Perché, per poter raccontare il Vangelo, ho dovuto tuffarmi nell’anima di qualcuno che crede. Qui è il discorso libero indiretto: da una parte la narrazione è vista attraverso i miei occhi, dall’altra attraverso gli occhi del credente. Ed è l’utilizzazione di questo discorso libero indiretto che è causa della contaminazione stilistica, del magma in questione.»

Pasolini però, con grande pudore e rispetto, si ferma nel punto in cui il suo sguardo di ateo e il mezzo cinematografico stesso non possono arrivare: «Io avrei potuto demistificare la reale situazione storica, nei rapporti tra Pilato e Erode, avrei potuto demistificare quella figura di Cristo mitizzato dal romanticismo, dal cattolicesimo della Controriforma, avrei potuto demistificare tutte queste cose, ma poi come avrei potuto demistificare il problema della morte? Cioè il problema che non posso demistificare è quel tanto di profondamente irrazionale, e quindi in qualche modo religioso che è il mistero del mondo. Quello non è demistificabile».


Per chi vuole rivedere una delle scene forse più belle e intense del film, digiti qui sotto:



18/06/08

Plinio Perilli (e Pascal).


Questa semplice poesia è stata scritta da Plinio Perilli, poeta romano nato nel 1955. Mi piace perchè è una poesia che potremmo definire Pascaliana, già dal suo incipit.

Blaise Pascal, il più moderno tra i filosofi, colui che ebbe l'ardire di coniugare ragione e fede, dubbio e illuminazione, matematica e poesia, tormento ed estasi.

"Per chi desidera vedere c'è abbastanza luce, e abbastanza oscurità per chi ha intenzioni opposte" ( Pensiero n.139). L'uomo di oggi è esattamente a questo punto. Con tutte le meraviglie tecnologiche, e tutte le nostre conoscenze, siamo ancora allo stesso punto, a metà del guado: sospesi tra luce e oscurità e ancora una volta e sempre dobbiamo scegliere noi col nostro cuore da che parte stare.


C'è poca luce o troppa

se il nostro sguardo non si apre
a capirla da dentro, rinascere

figlio esatto del buio, astro o dardo
nel cuore, carne che guida stella,
croce e corona di quella morte.

Rotola via il macigno, nudo
di pietra e resta in terra estasiato
solo il cielo, tutto il male

redento come un piccolo fiore.

13/06/08

Pavel A. Florenskij


Questo scriveva Pavel A. Florenskij (1882-1937), una delle più grandi anime che abbiano calcato la Terra negli ultimi cento anni:

Verità, bene e bellezza: questa triade metafisica è un unico principio, è un'unica vita spirituale esaminata sotto vari punti di vista.

La verità manifestata è amore. L'amore realizzato è bellezza. Il mio stesso amore è azione di Dio in me, e mia in Dio.

Se i rapporti stretti ben dispongono alle emozioni concordi, il loro terreno più propizio è l'amicizia. La potenza e la difficoltà dell'amicizia non si esprimono in un pirotecnico attimo d'eroismo, ma nella placida fiammella della pazienza di tutta una vita.

La legge dell'identità è un monarca assoluto, ma i suoi sudditi non protestano contro la sua autocrazia solo perché sono spettri senza sangue, privi di esistenza reale, non sono persone ma solo ombre razionalistiche di persone. Questo è lo sheol, il regno della morte.

Non è possibile il minimo dubbio riguardo a quanto è detto giustamente della vita eterna nell'Apocalisse di Giovanni: "Non vi sarà più notte; non hanno più bisogno né della luce della lampada, né di quella del sole, perché il Signore Iddio splenderà su di loro" (22,5).

Questo non si può intendere se non della luce vera sensibile con la quale saranno illuminati gli occhi dei beati.

Considera il vetro, un corpo tanto compatto che nemmeno i profumi che da per tutto dilagano possono attraversarlo e, anzi, ne restano prigionieri; con quanta facilità la luce l'attraversa! Quindi tanto più la luce divina deve penetrare tutti corpi.

Soltanto il Signore Gesù Cristo è l'ideale di ciascun Uomo modello, idea di ogni persona con tutto il suo contenuto vivo.

Esistono due mondi e questo nostro mondo si cruccia nelle contraddizioni se non vive delle energie dell'altro mondo.

L'essenza stessa della percezione geniale del mondo sta nella capacità di penetrare nel profondo delle cose, mentre l'essenza della percezione illusoria sta nel nascondere a se stessi la realtà.

Il pensiero è un dono di Dio ed esige che si abbia cura di sé Essere precisi e chiari nei propri pensieri è il pegno della libertà spirituale.

La mia più intima persuasione è questa: nulla si perde completamente, nulla svanisce, ma si si custodisce in qualche tempo e in qualche luogo. Ciò che è immagine del bene e ha valore rimane, anche se noi cessiamo di percepirlo.

Vita di Pavel Florenskij:
http://it.wikipedia.org/wiki/Pavel_Aleksandrovi%C4%8D_Florenskij

Foto in testa: Mikahil Nestorov: "Filofofi: Pavel Florenskij e Sergei Bulgakov a passeggio", 1917 - Olio su tela, Tretyakov Gallery, Mosca, Russia.

09/06/08

Paraplegico: la Curia non consente le nozze.


La notizia è piuttosto semplice, nella sua sconsolante attualità:

Dopo un grave incidente automobilistico, un ragazzo romano è diventato paraplegico e per questa ragione anche impotente. Questa mattina il ragazzo ha sposato la sua fidanzata con rito civile in un'ospedale romano anche se aveva chiesto il rito religioso.

Il Vescovo di Viterbo, infatti, ha negato il consenso alle nozze poichè il giovane, dopo il grave incidente, non avrebbe più potuto avere figli.

Quando la notizia è diventata preda dei media - che non possono lasciarsi sfuggire una 'chicca' simile, la Curia di Viterbo ha 'prontamente' reso pubblica una nota nella quale si sottolinea che "I termini della questione non sono quelli raccontati: a chi di dovere sono state offerte tutte le motivazioni di una realtà che non dipende nè da discrezionalità nè dall'intenzionalità dei soggetti".

Insomma, un divieto che arriverebbe dal diritto canonico e non da una scelta soggettiva, e che quindi consente al Vescovo una ponziopilatesca uscita di scena e di responsabilità.

Lo stesso vescovo, Lorenzo Chiarinelli, si è detto dispiaciuto "di come la vicenda è stata trattata e strumentalizzata senza motivo".

Ora io dico: sono esattamente queste, mi sembra, le cose che allontanano molta gente dalla fede, confondendo la 'fede' con la 'regola' , ovvero in questo caso con il "diritto canonico", che con tutto il rispetto NON è la fede.


CHI è che decide che un matrimonio in cui il marito ha una impotentia copulandi causata da un incidente, NON possa essere benedetto dal Signore ?

CHI è che decide che un matrimonio nel quale non possa esservi la consumazione dell'atto copulativo (ma non tutte le altre manifestazioni, anche di vita sessuale e affettiva che possono interessare due esseri viventi che si amano) NON possa essere benedetto dal Signore ?

CHI è che decide che una unione tra due persone debba essere considerata Figlia di un Dio minore ?

CHI è che se la sente di dire che il Signore Gesù Cristo, se tornasse su questa Terra escluderebbe l'unione di queste due persone dalla possibilità di ricevere la Sua benedizione ?

Evidentemente c'è qualcuno che - basandosi su regole di Diritto Canonico (sono dettate da Dio ??) - se la sente di rispondere positivamente a tutte queste domande e dare una risposta certa, definitiva.

Eppure proprio ieri il Vangelo della Domenica, diceva - erano le parole di Gesù, il Cristo:

«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Misericordia, e non sacrificio....

Ma oggi, dov'è Misericordia ?

05/06/08

Le Apostole della Vita Interiore - Un video.



Siamo sommersi da segnali negativi. A volte si ha l'impressione veramente che il nostro mondo vada a rotoli, e che non vi siano più persone di buona volontà.

Ma non è vero.

Massimo Cerofolini e Maria Rosaria de Medici hanno realizzato questo bellissimo video - qua sopra la prima parte - che racconta la vita e la realtà di un Ordine di giovani persone, diverso dagli altri, e di un apostolato che ha scelto di vivere in mezzo ai problemi veri della gente che vive.

Clicca qui per vedere il video completo (12 minuti) su Google video.


02/06/08

Giovanni - Il prediletto, l'eletto.


Giovanni, dunque.

Il post dell'altro giorno ci è servito per introdurre - con la presenza di Giovanni a Roma - un piccolo discorso sull'enigmatica figura del Quarto Evangelista.

Devo confessare che quasi mai avevo riflettuto sul fatto che Giovanni, secondo quanto tramandatoci dalle scritture e le fonti antiche fu l’unico degli apostoli che non morì subendo il martirio, ma per morte naturale, in età veneranda.

Anche in questo, egli occupa dunque un posto a sè nella storia del Cristianesimo. Ma vediamo per bene, prima di proseguire nel viaggio, le notizie che abbiamo su di lui.

Secondo quanto ci riportano le fonti antiche, Giovanni è il prediletto di Gesù e fratello di Giacomo il Maggiore. Dopo la resurrezione di Gesù fu il primo, insieme a Pietro, a ricevere da Maria Maddalena l’annuncio del sepolcro vuoto, e fu il primo a giungervi, entrandovi poi dopo Pietro.

Dopo l’ascesa al cielo di Gesù, gli Atti degli Apostoli ce lo mostrano accanto a Pietro in occasione della guarigione dello storpio al Tempio di Gerusalemme e poi nel discorso al Sinedrio, dopo il quale fu catturato e poi con Pietro incarcerato.

Sempre insieme a Pietro si reca in Samaria. Nel 53 Giovanni si trova ancora a Gerusalemme: Paolo infatti lo nomina (Gal 2, 9) insieme a Pietro e a Giacomo come una delle «colonne» della Chiesa. Ma verso il 57 Paolo nomina a Gerusalemme solo Giacomo il Minore: dunque Giovanni non c’è più, trasferitosi a Efeso, come concordemente testimoniano le fonti antiche, fra le quali basterà citare, per tutte, Ireneo (Contro le eresie, III, 3, 4): «La Chiesa di Efeso, che Paolo fondò e in cui Giovanni rimase fino all’epoca di Traiano, è testimone veritiera della tradizione degli apostoli».

La permanenza di Giovanni a Efeso, dove scrive il Vangelo (secondo quanto afferma ancora Ireneo), è interrotta, come le stesse fonti antiche ci dicono, dalla persecuzione subita sotto Domiziano (imperatore dall’81 al 96), probabilmente verso l’anno 95.

Si innesta qui la tradizione, riportata anche da molti autori antichi, del suo viaggio a Roma e della sua condanna a morte in una giara di terracotta colma di olio bollente, dalla quale uscì illeso per miracolo.

E vediamo qui quali sono le fonti: la fonte più antica che ce ne parla è Tertulliano, intorno all’anno 200: «Se poi vai in Italia, trovi Roma, da dove possiamo attingere anche noi l’autorità degli apostoli. Quanto è felice quella Chiesa, alla quale gli apostoli profusero tutta intera la dottrina insieme con il loro sangue, dove Pietro è configurato al Signore nella passione, dove Paolo è incoronato della stessa morte di Giovanni il Battista, dove l’apostolo Giovanni, immerso senza patirne offesa in olio bollente, è condannato all’esilio in un’isola» (La prescrizione contro gli eretici, 36).

Un’altra testimonianza è quella di Girolamo, che alla fine del IV secolo scrive: «Giovanni terminò la sua propria vita con una morte naturale. Ma se si leggono le storie ecclesiastiche apprendiamo che anch’egli fu messo, a causa della sua testimonianza, in una caldaia d’olio bollente, da cui uscì, quale atleta, per ricevere la corona di Cristo, e subito dopo venne relegato nell’isola di Patmos. Vedremo allora che non gli mancò il coraggio del martirio e che egli bevve il calice della testimonianza, uguale a quello che bevvero i tre fanciulli nella fornace di fuoco, anche se il persecutore non fece effondere il suo sangue» (Commento al Vangelo secondo Matteo, 20, 22).

Alle antiche fonti cristiane sul martirio di Giovanni a Roma si può ora aggiungere, udite udite, con buona attendibilità anche l’allusione del pagano Giovenale (inizi del II secolo), che, nella IV Satira, critica Domiziano raccontando l’episodio della convocazione del Senato per decidere che fare di un enorme pesce, venuto da lontano e portato all’imperatore, che viene destinato a essere cotto in una profonda padella. Come nello stile delle Satire, il pesce sarebbe appunto Giovanni, il povero pazzo cristiano.

E' una ipotesi affascinante, davvero, che è frutto dello studio pubblicato da una ricercatrice italiana, Ilaria Ramelli, che qui troverete nella sua integrità, che vi consiglio di leggere tutto d'un fiato. Bellissimo. Poi, proseguiremo con il discorso. Ma intanto, se la ipotesi della Ramelli fosse giusta, ci troveremmo di fronte alla clamorosa conferma da parte di una fonte pagana, di una lunga tradizione prima orale e poi scritta, tutta cristiana.

Il che ancora una volta avvalorerebbe la tesi che alla base di testimonianze così antiche ci sono sempre riscontri reali, storici, effettivi.