18/04/12

Telemontecarlo - TMCnews 1990 -1991

Era un vecchio telegiornale di molti anni fa - 1990-1991, quando esistevano soltanto i TgRAI e quelli di TMC-Telemontecarlo.   Edizioni praticamente inesistenti in formato digitale, rieditate e restituite dall'oblio grazie ai volenterosi promotori di un gruppo neonato su Facebook, Tg Ricordi









Lettere inedite di Hemingway rivelano altri particolari sugli anni prima del suicidio.



Quindici lettere, dodici delle quali inedite, scritte da Ernest Hemingway (1899-1961) al suo amico veneziano Gianfranco Ivancich, di venti anni piu' giovane del Premio Nobel per la letteratura, sono entrate a far parte degli archivi della John F. Kennedy Presidential Library and Museum di Boston, che con un comunicato ha annunciato l'acquisto avvenuto nel novembre scorso e che va ad integrare la gia' cospicua Ernest Hemingway Collection. 

Le lettere, che fanno parte di una corrispondenza portata avanti dallo scrittore americano anche nel corso dei suoi viaggi tra Cuba e l'Africa, mostrano, soprattutto negli anni immediatamente precedenti al suo suicidio, gli aspetti piu' sentimentali della personalita' dell'autore di Addio alle armi e Per chi suona la campana, comprese le lacrime versate per la morte del suo gatto

Hemingway e Ivancich si erano conosciuti in un bar di Venezia nel gennaio 1949 e avevano legato subito, anche perche' entrambi avevano sofferto ferite alle gambe durante la guerra. L'amicizia fra i due uomini si era poi estesa alla sorella di Gianfranco, Adriana, che divenne musa dello scrittore e che nel 1950 si reco' a Finca Vigia, la residenza di Hemingway sull'isola di Cuba, contribuendo a ispirare il racconto Il vecchio e il mare

L'affetto di Hemingway per i due fratelli Ivancich risulta evidente dalle lettere, quasi tutte firmate con il suo soprannome confidenziale "Papa" o "Mr. Papa".

Fra gli episodi piu' toccanti della corrispondenza inedita, uno in particolare descrive lo sconforto del romanziere che si senti' in dovere di sparare al suo gatto, Uncle Willie, che era stato investito da automobile rimanendo gravemente mutilato. Insieme alle 15 lettere, cedute dallo stesso Gianfranco Ivancich, la Kennedy Library ha acquistato anche un manoscritto della fiaba di Hemingway Il toro fedele, scritta per Gherardo Scapinelli, all'epoca giovane nipote dell'amico.

fonte adnkronos

Hermann Hesse e la paura.


Si ha paura di migliaia di cose, del dolore, dei giudizi, del proprio cuore; si ha paura del sonno, del risveglio, paura della solitudine, del freddo, della follia, della morte. Specialmente di quest'ultima, della morte. Ma sono tutte maschere, travestimenti.
In realtà c'è una sola paura: quella di lasciarsi cadere, di fare quel passo verso l'ignoto lontano da ogni certezza possibile... c'è una sola arte, una sola dottrina, un solo mistero: lasciarsi cadere, non opporsi recalcitrando alla volontà di Dio, non aggrapparsi a niente, né al bene né al male. Allora si è redenti, liberi dalla sofferenza, liberi dalla paura. 


Hermann Hesse, Aforismi, pag.73.

17/04/12

Gli Obelischi di Roma - 4. Obelisco Esquilino.




Nel nostro excursus attraverso la storia dei 13 obelischi egiziani attualmente esistenti a Roma (la città al mondo che ne ha di più - qui le precedenti puntate), è oggi la volta del quarto in ordine di ri-erezione dopo le devastazioni dei Goti. 

E' un altro monolite davanti al quale passiamo di fronte quasi ogni giorno e del quale i più ignorano la plurimillenaria storia. 

Riportiamo qui, la scheda come abbiamo fatto con gli altri.

4. Obelisco Esquilino 


rieretto nel 1587 


altezza: -  m. 14.73  (m. 25.53 compreso il basamento). 


Anepigrafo (non ci sono geroglifici) 


Non ci sono notizie sul faraone e sulla dinastia egizia sotto il quale fu edificato. 


Acquisito da Augusto per ornare l’ingresso del proprio Mausoleo (oggi Piazza Augusto Imperatore) a Roma,  e lì sistemato da Claudio nel 10 a.C. circa. 


Riscoperto nel 1519 e provvisoriamente trasferito all’inizio di Via di Ripetta in quattro pezzi. 


Inizialmente destinato a Piazza del Popolo (progetto del 1519). 


Eretto sotto Sisto V da Domenico Fontana nel 1587 all’Esquilino sul retro della Basilica di Santa Maria Maggiore (probabilmente perché lì sorgeva uno degli ingressi principali della Villa Montalto, di proprietà della famiglia di Felice Peretti-Sisto V).



16/04/12

Enlightened - La serie televisiva. Spunti per l'oggi.



E' molto interessante Enlightened, la serie televisiva statunitense trasmessa dal 2011 sul canale HBO, e co-ideata ed interpretata da Laura Dern, la grande attrice americana, figlia d'arte (suo padre è Bruce Dern) divenuta 'attrice feticcio' di David Lynch.

La prima stagione, andata in onda dal 10 ottobre 2011, è composta da dieci episodi. HBO ha poi rinnovato la serie per una seconda stagione, anch'essa di dieci episodi.

L'idea di questa serie è molto originale: seguiamo infatti la storia e le peripezie di Amy Jellicoe, una dirigente aziendale di una multinazionale attiva nel settore della cosmetica che, dopo una crisi di nervi causatale dal crollo della propria vita professionale e privata, ottiene il risveglio spirituale grazie ad un percorso di riabilitazione nelle Hawaii e decide così di riprendere in mano la propria vita.

Laura Dern è impareggiabile nel rendere la velleità perfino naif della protagonista di 'cambiare il mondo', una volta tornata alla sua solita vita: cambiare un luogo di lavoro - e colleghi di lavoro - infernali.  Cambiare la madre, persa in un deliquio anaffettivo e catatonico. Cambiare il marito, dipendente dalle droghe e completamente sballato. Cambiare gli amici.
Renderli partecipi di una nuova consapevolezza maturata: cosa è veramente importante nella vita.

Naturalmente questa velleità - convincere gli altri che si è compreso il vero senso della vita, e che la vita che vivono gli altri è piena di cose false, vacue, inutili e dannose - si scontrerà contro un poderoso muro di gomma:   Amy sbaglia tutto, ovviamente, sbaglia nel modo stesso in cui pretende di convincere e di rendere consapevoli gli altri.

Ma gli altri sono impietosi.  E' davvero troppo irresistibile rovesciare in faccia a chi pretende di cambiarti la vita il tuo disprezzo, bollando questa persona  semplicemente come una pazza supponente, una pazza fuori del mondo, che non sa o non vuole rendersi conto di come va la vita. 


E' perciò molto interessante Enlightened, per le dinamiche che descrive, e che ci riguardano tutti. 

Una volta raggiunta la consapevolezza che la vita che si vive fa schifo, cosa si può fare di concreto per cambiarla ? E una volta che siamo disposti a cambiarla, come possiamo per rendere consapevoli gli altri ?

Amy è una ingenua. Ma è anche, indubbiamente, una persona di buona volontà.

I suoi metodi sono sbagliati ma non c'è dubbio che il suo fine sia autenticamente giusto. Ma .. come fare ?  E particolarmente toccanti sono le pagine del suo discorso interiore che viene recitato, in ogni puntata, dalla voce di Amy fuori campo.

Da vedere.

Hemingway e la morale.



Fino ad ora, sulla morale ho appreso soltanto che una cosa è morale se ti fa sentire bene dopo averla fatta, e che è immorale se ti fa star male. 

Ernest Hemingway, Morte nel pomeriggio.

15/04/12

La Poesia della Domenica - 'Sulla vita sua' di Vittorio Alfieri.




 (Sulla vita sua)

Sperar, temere, rimembrar, dolersi;
Sempre bramar, non appagarsi mai ;
Dietro al ben falso sospirare assai,
Né il ver (che ognun ha in sè) giammai godersi ;

Spesso da più, talor da men tenersi ;
Ne appien conoscer sè che in braccio a' guai ;
E, giunto all'orlo del sepolcro omai,
Della mal spesa vita ravvedersi;

Tal, credo, è l'uomo, o tale almen son io :
Benché il core in ricchezze o in vili onori
Non ponga, e Gloria e Amore a me sien Dio.

L' un mi fa di me stesso viver fuori :
Dell' altra in me ritrammi il bel desio :
Nulla ho d'ambi finor che i lor furori.

Vittorio Alfieri (1749-1803)

13/04/12

Pessoa e la felicità.




La felicità è fuori dalla felicità. Non c'è felicità se non con consapevolezza. Ma la consapevolezza della felicità è infelice, perché sapersi felice è sapere che si sta attraversando la felicità e che si dovrà subito lasciarla. Sapere è uccidere, nella felicità come in tutto. 

Fernando PessoaIl libro dell'Inquietudine.

12/04/12

Gli obelischi di Roma - 3. Obelisco Vaticano




Torniamo dunque, ai nostri obelischi (qui le precedenti puntate). E oggi è di volta il terzo in ordine di erezione: l'obelisco vaticano, il più misterioso di tutti, proprio perché l'unico rimasto sempre in piedi.
Se è vero quello che viene riportato dai Vangeli apocrifi, e soprattutto negli Atti di Pietro, questo obelisco ha 'assistito' al massacro dei cristiani, ordinato da Nerone a seguito dell'incendio di Roma nel 64 d. C. per allontanare da sé l’accusa di averlo provocato.
Nerone incrimina di esso i Cristiani e ne mette a morte, secondo le fonti dell'epoca, una multitudo ingens, fra atroci sofferenze, negli horti Neroniani in Vaticano (Tacito, Annali XV, 44). 

Per capire bene lo svolgimento della scena, bisogna capire cosa era il Circo Neroniano, in realtà già di Caligola: era una grande arena (non paragonabile alle dimensioni del Circo Massimo, ma con nella spina centrale proprio il nostro Obelisco ). 

Gli Horti sono quella macchia di vegetazione al di sopra del Circo. Erano - e sono - le pendici del Colle Vaticano. In quell'epoca, lì esisteva una strada di collegamento che permetteva l'ingresso a chi arrivava dal Nord di Roma. 

La storia di questo obelisco ne fa uno degli oggetti più importanti nella storia dell'umanità. 

3. Obelisco Vaticano 

spostato nella destinazione attuale nel 1585 – 

altezza m.23,36.

L’unico sempre rimasto eretto. 

Secondo Plinio, fu originariamente eretto da Nencoreo (Nebkaure Amenemhet II) figlio di Sesotide (1992 – 1985 a.C.), a Eliopoli - oggi periferia de Il Cairo.

Rotto durante i lavori di allestimento romani del Forum Iulium ad Alessandria, compiuti da Cornelio Gallo, l'Obelisco aveva in origine dimensioni gigantesche: 52 m. e 50 cm di altezza !

Dopo la rottura, il fusto superiore alto m.25,36 (l’attuale obelisco) fu trasportato a Roma dalle navi romane per ordine di Caligola intorno al 30 a.C., ad ornamento del suo circo privato sul Colle Vaticano (con iscrizione dedicatoria, ancora visibile, a Cesare, Augusto e Tiberio ). 

Anepigrafo, cioè privo di geroglifici. 

Eretto originariamente sul lato sinistro della Basilica Vaticana (a fianco dell’attuale Sagrestia, dove una lapide sul pavimento ne ricorda ancora oggi l'originaria ubicazione). 



nella foto qui di fianco si legge: ('SITO DELL'OBELISCO VATICANO FINO ALL'ANNO 1586')


Fu spostato al centro della piazza San Pietro (appena 200 metri di 'cammino'), dove è posizionato oggi, sotto Sisto V , dopo incredibili lavori (che coinvolsero 400 carri trainati da quadrighe e migliaia di operai e facchini)  coordinati  dall’architetto Domenico Fontana in tredici mesi dal settembre 1585 al settembre 1586.



La storia di questo obelisco, dunque è lunga 4.000 anni !  E comincia due millenni prima di Cristo, in Egitto. 
Come abbiamo poi già detto, l'Obelisco Vaticano è l'unico risparmiato dall'ondata devastatrice dei Goti, comandati dal Re Totila, che quando entrano a Roma nel 546, mettendola a ferro e fuoco, abbattono tutti gli obelischi, in quanto simbolo della grandezza e della prepotenza di Roma. fermandosi soltanto di fronte a quello Vaticano. 

Di fronte all'Obelisco, infatti, era stata eretta la grande Basilica Costantiniana, in onore dell'Apostolo Pietro, sul luogo della sua sepoltura.  

Anche i Goti rispettarono dunque questa memoria, considerando che non erano ancora passati  500 anni dalla morte di Pietro.

Sull'enorme piedistallo dell'attuale Obelisco si leggono le iscrizioni dedicatorie: 

SIXTUS V PONTIFEX MAXIMUS OBELISCUM VATICANUM DIS GENTIUM IMPIO CULTU DICATUM AD APOSTOLORUM LIMINA OPEROSO LABORE TRANSTULIT ANNO MDLXXXVI PONT II
cioè (più o meno):


"Sisto V Pontefice Massimo fece porre con immenso sforzo l'obelisco vaticano di fronte all'ingresso. Esso era stato originariamento dedicato a divinità pagane attraverso cerimonie profane. Anno 1586, secondo anno del ponteficato".


Le iscrizioni sugli altri lati recitano: 
"CHRISTUS VINCIT CHRISTUS REGNAT CHRISTUS IMPERAT CHRISTUS AB OMNI MALO PLEBEM SUAM DEFENDAT"
e
"ECCE CRUX DOMINI FUGITE PARTES ADVERSAE VICIT LEO DE TRIBU JUDA"   



Fabrizio Falconi © riproduzione riservata. 

11/04/12

25 anni fa la morte di Primo Levi.


L'11 aprile 1987 moriva Primo Levi. Il suo corpo lo trovarono al fondo della tromba delle scale nella casa dove abitava, in corso re Umberto a Torino.

Oggi, dopo 25 anni, sono stati annunciati i lavori di ristrutturazione che riapriranno tra qualche mese la palazzina dell'ex Siva di Settimo Torinese dove lui lavoro'. Era una fabbrica di vernici, diventera' un grande contenitore dove troveranno ospitalita' rifugiati politici provenienti da ogni parte del mondo, un museo, uno spazio teatrale e un punto vendita dei prodotti di Libera, prodotti provenienti dai terreni sequestrati alla mafia.

La gestione sara' affidata a Terra del Fuoco che gia' l'ha eretta a luogo simbolo di partenza del Treno della memoria che ogni anno porta centinaia di studenti in visita nei lager. In quella palazzina, a pochi metri dall'autostrada Torino-Milano, dal 1947 al 1975 si recava Primo Levi che ne divento' direttore generale.

All'epoca la Siva era la prima fornitrice di vernici isolanti dell'Unione Sovietica. Quell' esperienza lo segno' tanto che in molti suoi libri ci sono importanti riferimenti alla sua attivita' di chimico, un esempio su tutti "La chiave a stella".

Quando Levi vinse il Premio Campiello con il libro "La Tregua", i dipendenti della Siva gli fecero una grande festa nella sala mensa. Chiusa vent'anni fa, e' rimasta per lungo tempo uno dei tanti giganti di cemento che la deindustrializzazione ha distrutto, ma e' stata sottratta all'asta e quindi alla probabile demolizione, dal Comune di Settimo e dal suo sindaco Aldo Corgiat. Recentemente ha ottenuto un finanziamento dal Senato di 350 mila euro che permettono l'avvio dei lavori che si concluderanno - e' stato assicurato oggi - prima della partenza del prossimo treno della memoria, a gennaio 21013.

"Riconsegniamo alla citta' un simbolo importante dove troveranno spazio importanti attivita' storico-culturali, ha detto il sindaco Corgiat. "Oggi - ha aggiunto il presidente di terra del Fuoco, Oliviero Alotto - abbiamo la straordinaria opportunita' di dare una casa al Treno e ad altri progetti, una casa che vogliamo diventi un laboratorio di conoscenza e di riflessione, per noi, per i ragazzi e le ragazze del Treno e per tutti quelli che lo vorranno, a partire dal passato e dalla memoria che di quel passato costruiamo".

10/04/12

Gli obelischi di Roma - 2. Obelisco Capitolino.


Ecco la seconda puntata della nostra serie dedicata agli obelischi romani (qui la prima puntata). 

Procedendo nell'ordine temporale di ri-erezione dei 13 obelischi egizi autentici presenti a Roma, dopo la devastazione seguìta alla caduta dell'impero romano, tocca ora al secondo.

2. Obelisco capitolino, oggi situato nella villa Mattei – Celimontana.

fu rieretto nel 1407, che è anche l'anno al quale risalgono le prime notizie certe relative a questo obelisco. 

La stele è costituita di due pezzi, l'uno sormontante l'altro: quello inferiore, liscio e senza geroglifici, quello superiore, più breve (altezza: 2,68 m. ) e con geroglifici riconducibili a Ramesses II (1290- 1233 a.C.).

La provenienza è incerta: secondo alcuni autori era forse pendant di quello macuteo nell’Iseo Campense

Ri-eretto a seguito dei moti popolari romani del 1404 come simbolo libertario sul Campidoglio - esattamente sul lato destro del convento aracoelitano, dalla parte della piazza, in posizione sopraelevata -  fu rimosso e disteso a terra alla fine del 1537 sotto Paolo III Farnese nell’ambito dei lavori di risistemazione del Campidoglio. 

Nel 1582 fu donato dalle autorità capitoline al nobile Ciriaco Mattei che ne aveva fatto richiesta per abbellire il circo nella sua villa (attuale Celimontana dove si trova tuttora e dove è finalmente ammirabile nella sua elegante struttura, dopo anni di incuria). 


08/04/12

Raoul Precht a Roma con "I viaggi dell'Ofiuco".





Segnalo l'unica rappresentazione romana de  I Viaggi dell'Ofiuco, uno spettacolo teatrale costruito sull'ultima raccolta del poeta romano -  ma residente a Lussemburgo - Raoul Precht,  con Teo Bellia e voce recitante di Angiola Baggi.

Lo spettacolo andrà in scena domani, Lunedì 9 aprile 2012 alle 21:00 al



Via Romolo Gessi, 8 - Roma

(Prenotazione raccomandata al  347 2319450 (posti limitati)

E' un appuntamento da non mancare. 

La poesia della Domenica di Pasqua. 'Emmaus' di Cristina Campo.




Emmaus

...
Ti cercherò per questa terra che trema
lungo i ponti che appena ci sorreggono ormai
sotto i meli profusi, le viti in fiamme.
Volevo andarmene sola al Monte Athos
dicevo: restano pagine come torri
negli alti covi difesi da un rintocco.

...
Ma ora non sei più là, sei tra le grandi ali incerte
trapassate dal vento, negli aeroporti di luce.

...
Nei denti disperati degli amanti che non disserra
più il dolce fiotto, la via d'oro del figlio...

Cristina Campo (1923-1977)  Da La Tigre Assenza, Milano, 1991, p.36

07/04/12

Pasqua: l'evento della resurrezione.



Su cosa è basata la fede di coloro che si dicono cristiani ?

Viviamo in tempi non semplici per le religioni in generale e per il cristianesimo e il cattolicesimo in particolare che al di là delle interpretazioni dei numeri e delle nuove conversioni  nei paesi dell'Asia o dell'Africa - sono costrette dalla rapida evoluzione dei tempi e dei costumi, a ri-pensare seriamente le proprie origini: su cosa è realmente radicata la propria fede. Su quale principio si appoggia, su 'cosa' si crede esattamente, come mette in luce anche la pregevole inchiesta sull'ultimo numero di Sette, il supplemento del Corriere della Sera.  

Il fondamento del Cristianesimo - che è una religione personificata, cioè una religione che crede sostanzialmente in una persona e cioè Gesù Cristo, che è figlio di Dio- e non solo e semplicemente in un insieme di precetti morali -  è la resurrezione dell'uomo Gesù.

Resurrezione che per i credenti cristiani non è affatto un evento simbolico o astratto, ma del tutto concreto, cioè storicamente avvenuto.  Questo fondamento paradossale è però il cardine sul quale si edifica l'intera costruzione della fede cristiana e senza del quale la fede cristiana non ha senso alcuno. 

Su questo insisteva, fino a rischiare di essere noioso, Paolo di Tarso.

Il quale nella Prima lettera ai Corinzi, fornisce un dettaglio di cronaca, sul quale spesso anche i cristiani tendono a sorvolare. 

Ma che invece è bene non dimenticare, anche perchè la Prima Lettera ai Corinzi è stata scritta intorno al periodo di Pasqua del 57 d.C. 

Si tratta quindi di uno dei più antichi (o del più antico in assoluto )scritti neo-testamentari - precedente alla stessa redazione dei Vangeli - e redatto a breve distanza dai fatti raccontati, cioè ad appena venticinque anni dalla morte di Gesù Cristo.  

Quando dunque molte delle persone che 'avevano visto' , dovevano essere ancora in vita. 

Ecco infatti quel che scrive Paolo:

Vi ho trasmesso dunque, anzitutto. quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto (1Cor 15,3-8). 

 Molto si è discusso e si continuerà a discutere sul senso di queste misteriosissime parole (specie le ultime). Ma su di esse, non bisognerebbe smettere di ragionare, quando si parla di Cristianesimo.

06/04/12

Gli obelischi di Roma - 1 Obelisco Macuteo




Chi ama Roma e le sue meraviglie dimentica forse troppo spesso che i più antichi manufatti umani esistenti nella città Eterna, non appartengono all'epoca Romana, bensì precedono questa epoca di parecchi secoli, e in qualche caso anche di più di un millennio. 

Roma è infatti la città al mondo a possedere il maggior numero di Obelischi Egizi autentici, e cioè ben 13. 

La grandissima parte di questi obelischi furono trasportati dall'altra sponda del Mediterraneo - dove avevano già alle spalle una storia plurisecolare - dalle navi romane, al termine di incredibili viaggi che comportavano difficoltà tecniche impensabili, per noi moderni.

E' importante ricordare infatti che per i Romani gli Obelischi mantenevano intatto il loro valore simbolico soltanto se perfettamente integri (al punto che al primo accenno di crepatura, durante il trasporto, essi venivano immediatamente abbandonati).  

Dunque queste operazioni di trasporto si avvalevano di tecniche ingegneristiche assolutamente straordinarie. Per averne un'idea basta leggere le cronache del trasporto di un obelisco moderno - quello detto di Mussolini al Foro Italico, fatto discendere via fiume (Tevere) dalle cave di Carrara, durante il Ventennio - per rendersi conto di quali e quante difficoltà bisognava affrontare, anche in tempi tecnologicamente  molto più avanzati.

In questa rassegna per il nostro blog, elencheremo i 13 obelischi romani nell'ordine esatto in cui furono ri-eretti, dopo le devastazioni che seguirono alla caduta dell'Impero Romano in seguito alle quali tutti - con l'unica eccezione dell'Obelisco Vaticano - furono abbattuti.

Cominciamo col cosiddetto Obelisco Macuteo, quello che oggi si trova di fronte al Pantheon. 

1. Obelisco macuteo ( oggi in piazza della Rotonda al Pantheon ) 
rieretto nell'anno1404.
Dimensioni:  – altezza dal piedistallo m.6,34.

Fu originariamente eretto dal faraone Ramesses II (1290-1223 a.c. ) a Heliopolis, oggi periferia de Il Cairo.

Presenta estesi Geroglifici. 

Proveniente dalla zona del Collegio Romano, dove sorgeva il tempio Iseum et serapeum, dedicato alle divinità dell'Antico Egitto, e abbattuto in seguito all'invasione di Roma da parte dei Goti, fu ri-eretto a seguito dei moti del 1404 nell’odierna Piazza san Macuto come simbolo libertario ( Schola Bruti ). 

Spostato sotto Clemente XI in Piazza del Pantheon ad ornamento della fontana del Della Porta del 1575, nell'anno 1711. 


04/04/12

40.000 visualizzazioni per il Blog .

Questo post semplicemente per ringraziare davvero i lettori che hanno permesso di raggiungere molto velocemente la 'bella cifra' di 40.000 visualizzazioni per questo Blog. 

Grazie ! 

03/04/12

Piccole bugie tra amici (Recensione)


 

Sta per uscire anche in Italia Les Petits Mouchoirs (tradotto impropriamente come al solito: "Piccole bugie tra amici"), il film di Guillaume Canet, che in Francia è diventato un piccolo 'caso' con 6 milioni di spettatori e molti articoli sui giornali.

Interpretato da ottimi attori come Marion Cotillard, François Cluzet e Jean Dujardin ('The Artist'), il film - una commedia agrodolce sulle vicende di un gruppo di amici quarantenni alle prese con la scomparsa di uno di loro (tema che sembra molto molto vicino a quello de 'Il Grande Freddo')  -  nella sua semplicità dice alcune cose interessanti sui vizi della contemporaneità occidentale e in particolare sulla condizione della 'generazione di mezzo'. 

Si scopre così che in  queste vite liberate e dissipate, e completamente incentrate sul sesso e sulla sessualità (vissute in modo nevrotico o paranoico), l'ultimo tabù rimasto è quello della omosessualità - ma solo di quella maschile. 

E' l'omosessualità, vera o presunta o immaginata di uno degli amici, a scatenare imbarazzi, reticenze, ironie, e insieme le risate più convinte offerte dal canovaccio della sceneggiatura.

Insieme a questo, l'altro enunciato del film - non molto originale, per la verità - è che questa generazione è fondamentalmente una generazione di immaturi, di persone non formate, di eterni adolescenti, incapaci di prendere una direzione, nella vita, perché eternamente in fuga dalle proprie responsabilità e dal sacrificio, eternamente inebriati dal piccolo o grande sballo continuo, dal divertimento - se possibile - che diventa tetro rituale di solitudine, dal cerebralismo inutile, dalla coltivazione ossessiva del proprio ego, esattamente come fanno gli adolescenti.  

La morte è l'unico antidoto, sembrerebbe decretare il film, l'unico mezzo che serve per crescere.   Per abbandonare i piccoli e grandi isterismi, le nevrosi, ed essere capaci di scoprire la parte autentica di sé, che normalmente si fa di tutto per non ascoltare, nel chiasso insensato di queste vite.

Un film interessante, decisamente troppo lungo - con almeno 40 minuti di troppo - che dimostra la vitalità del cinema d'Oltralpe.

01/04/12

La poesia della domenica - Il Giardino degli Ulivi di Rainer Maria Rilke.



IL GIARDINO DEGLI ULIVI

Egli s’inerpicò sotto il fogliame
Tutto grigio e come dissolto nella terra degli ulivi
Nella polvere affondò le mani ardenti
E infine vi adagiò la fronte.

Dopo tutto, era questa la fine.
E ora devo andarmene, mentre lo sguardo si spegne,
e mi domando perché vuoi che dica che tu esisti,
se più non riesco a trovarti.

Io non ti trovo più. Non in me, no.
E nemmeno negli altri. Non in questa pietra.
Non ti trovo più. E sono solo.

Solo con tutta l’umana miseria
Che tentai di alleviare in nome Tuo,
di Te che non esisti. O vergogna infinita...

Più tardi si raccontava: venne un Angelo-
Perché un Angelo? No, venne la notte
A sfiorare gli alberi, insensibile.
E nei loro sogni, s’agitavano gli apostoli.
Perché un Angelo? No, venne la notte.

E non fu insolita ma come tante;
come ne vengono a centinaia.
Là dormono cani e giacciono pietre.
Ah, una notte triste, una qualsiasi,
che aspetta si faccia nuovamente giorno.

Perché chi così prega non lo visitano gli angeli,
né notti di prodigio per lui scendono.

Tutti lasciano solo chi si perde,
e sono abbandonati anche dai padri
ed esclusi dal grembo delle madri.

Rainer Maria Rilke, in Poesie I, Torino, 1994, pp.471-3