31/07/13

Mirabilia Urbis X. - Chiesa del Gesù - di Fabrizio Falconi.




Mirabilia Urbis

X - Chiesa del Gesù 

Andavi alla ricerca del sepolcro di Kircher
tra fantasmi d'oro e di lapislazzuli
muri di marmo e ombre di santi
in ascesi, sospesi.
C'era un vento di candele e d'agosto
dietro la coltre di pietra abbandonata,
ti muovevi come un cane perplesso
incapace di obbedire all'istinto
incantato e spaventato
dal troppo che c'era.


Testi per la mostra Petrology (dipinti di Justin Bradshaw) - Chiostro del Bramante, 15 novembre/4 dicembre 2005.  Da Fabrizio Falconi, Il respiro di oggi, Terre Sommerse, Roma 2009.


30/07/13

Fabrizio Falconi ospite a "Il Viaggiatore" (RadioUno) per I Monumenti Esoterici d'Italia.




Dal Cenacolo a Castel del Monte, viaggio nell'Italia esoterica a Il Viaggiatore - RADIOUNO - Rai.
Il Podcast della puntata è scaricabile QUI.


Conduce Massimo Cerofolini, con Fabrizio Falconi

Un viaggio intorno alle leggende e ai segreti dell'Italia esoterica.
Perché decine di milioni di lettori in tutto il mondo si appassionano alle storie e agli enigmi nascosti nelle nostre opere d'arte?
Forse perché nessun paese al mondo, come il nostro, è così carico di luoghi che nascondono simboli e alchimie capaci di illuminare le parti più profonde della nostra anima.

Insieme a Fabrizio Falconi, autore del libro "I monumenti esoterici d'Italia", facciamo tappa nei luoghi più suggestivi di questo mondo iniziatico: il Cenacolo di Leonardo a Milano, Ca' Dario a Venezia, la Mole Antonelliana a Torino, l'abbazia di San Galgano vicino Siena, il Castello di Miramare a Trieste, la Porta magica di piazza Vittorio a Roma, il Quadrato magico di Pompei, Castel del Monte in Puglia.

Intervengono: Renzo Rossotti, autore di "Le strade del mistero di Torino"; Mario Moiraghi, autore di "L'enigma di San Galgano"; Dario Giardi, autore di "Roma, misteri e itinerari insoliti tra realtà e leggenda"; Rino Cammilleri, autore di "Il quadrato magico"; Nedim Vlora, autore di "Castel del Monte tra esoterismo e storia".

QUI IL PODCAST SCARICABILE GRATUITAMENTE DELLA TRASMISSIONE.

Mirabilia Urbis IX. - Necropoli Vaticana







Mirabilia Urbis

IX. Necropoli Vaticana

Cammino senza cielo
pozzo senz'acqua
di mattoni allineati
e tentativi di costruzioni
indagini preghiere
gocce e pioggia
da dove,
teca di vetro, fisso
un nome, incisioni
di porpora e d'oro
rumori, grida
di bambini dopo duemila anni:
vengono a portare vita, 
a profanare di vita
il luogo del mistero.



Testi per la mostra Petrology (dipinti di Justin Bradshaw) - Chiostro del Bramante, 15 novembre/4 dicembre 2005.  Da Fabrizio Falconi, Il respiro di oggi, Terre Sommerse, Roma 2009.


29/07/13

Mirabilia Urbis VIII - Santuario della Mentorella




Mirabilia Urbis

VIII. Santuario della Mentorella

Significava certo qualcosa
quel tuo essere sepolto
ai piedi della Vergine, il cuore
la parte preminente,
la meridiana
foro anima o fessura
dell'altra vita,
dove in un solo colpo appare
nascita, morte, ritorno.
Stabat Mater, al riconoscente
soglio si arrestò
la parabola di Athanasius Kircher
sipario di roccia, fenditura,
antro, grotta, buio:
da questa Vertigine, il senso
spiega le ali sul vuoto della vita.


Testi per la mostra Petrology (dipinti di Justin Bradshaw) - Chiostro del Bramante, 15 novembre/4 dicembre 2005.  Da Fabrizio Falconi, Il respiro di oggi, Terre Sommerse, Roma 2009.


28/07/13

Mirabilia Urbis VII - Case romane al Celio.




Mirabilia Urbis

VII. Case romane al Celio

E' fantasma o attesa
vuoto o pieno
ogni frutto ogni pietra,
il mondo non è che 
un giorno soltanto
dietro l'altro, processione
di scopo e di ritorno:
eternità.
Su per il clivo passavo
la stessa strada
le stesse migliaia di persone
oranti o nude 
in viaggio, in cammino.


Testi per la mostra Petrology (dipinti di Justin Bradshaw) - Chiostro del Bramante, 15 novembre/4 dicembre 2005.  Da Fabrizio Falconi, Il respiro di oggi, Terre Sommerse, Roma 2009.


(Alle Case Romane al Celio si tiene ogni settimana l'unico aperitivo archeologico a Roma. Per info vedi qui: http://www.aperitivoarcheologico.it

Fabrizio Falconi ospite a 'La Lettura' del Tg5 per 'Monumenti esoterici d'Italia' .




Qui il video della intervista a Fabrizio Falconi - La lettura, Tg5 del 24 luglio 2013.

http://www.video.mediaset.it/video/tg5/tg5_la_lettura/401165/fabrizio-falconi.html

13/07/13

Mirabilia Urbis VI. Mitreo di Via dei Cerchi - di Fabrizio Falconi.




Mirabilia Urbis

VI. Mitreo di Via dei Cerchi

Avanzano e non nutrono dubbi
sulla natura dei sacrifici millenari
                - anche oggi in superficie eccone
una quantità minore -
Cautes e Cautopates, con le fiaccole. 
Io mi ricordo, mia anima
occhi belli, fremito di labbra
io mi ricordo di te
di tutto quello che ci siamo detti.
Tutto quanto
il resto è nel cielo rosa e azzurro
lasciato dietro, più vivo che allora.


Testi per la mostra Petrology (dipinti di Justin Bradshaw) - Chiostro del Bramante, 15 novembre/4 dicembre 2005.  Da Fabrizio Falconi, Il respiro di oggi, Terre Sommerse, Roma 2009.

Sul Mitreo di Via dei Cerchi qui. 


11/07/13

10/07/13

Mirabilia Urbis - III. Tempio di Saturno di Fabrizio Falconi







Mirabilia Urbis

III. Tempio di Saturno

Giorni contrari agli déi questi
rimane un canto di altezza
che Giuliano approvò dal suo orgoglio,
sotto l'ombra del monte, casa
di Saturno, ancora una fila
magnifica e bianca
resiste, non crolla.




Testi per la mostra Petrology (dipinti di Justin Bradshaw) - Chiostro del Bramante, 15 novembre/4 dicembre 2005.  Da Fabrizio Falconi, Il respiro di oggi, Terre Sommerse, Roma 2009.

sul Tempio di Saturno qui

09/07/13

Mirabilia Urbis - II. Lapis Niger di Fabrizio Falconi





Mirabilia Urbis

II. Lapis Niger

Inosservato oggi quel nero
tra basalto, selce
e pavonazzetto
qui ritorno all'heròon
dell'agorà, Secondo Centro
ancor più mirabile perché oscuro:
creazione e poi morte.
Il fondatore dischiude le porte
segrete dell'abisso: non qui
non ora, eppure sotto la pietra negra
tutto ha avuto inizio
Faustolo, Osto Ostilio, Orazio Coclite
o semplicemente deus ex inferi, Vulcano
con il sacro timore
tutto ha avuto inizio.



Testi per la mostra Petrology (dipinti di Justin Bradshaw) - Chiostro del Bramante, 15 novembre/4 dicembre 2005.  Da Fabrizio Falconi, Il respiro di oggi, Terre Sommerse, Roma 2009.


Sul Lapis Niger 

08/07/13

Mirabilia Urbis. I. Umbilicus Urbis - di Fabrizio Falconi




Mirabilia Urbis

I. Umbilicus Urbis 

Genio del mondo fragile
pozzo al centro del centro
del Centro.
Occasione propizia per la discesa
ai regni di Vulcanus, Dite o Proserpina.
Romolo ti ha segnato
come fossi soltanto pietra
e non geometria, numero, frattale.
Mundus.
I piedi vanno in tondo,
accarezzano l'orlo
del pozzo del mondo.


Testi per la mostra Petrology (dipinti di Justin Bradshaw) - Chiostro del Bramante, 15 novembre/4 dicembre 2005.  Da Fabrizio Falconi, Il respiro di oggi, Terre Sommerse, Roma 2009.


Sull'Umbilicus Urbis

07/07/13

'Passioni e desideri' di Fernando Meirelles, al cinema. Recensione.




Con grande e incomprensibile ritardo - due anni - è arrivato sui nostri schermi, con una penalizzante uscita estiva, distribuito dalla meritoria BIM, Passioni e desideri, il film diretto ne 2011 da Fernando Meirelles, il regista brasiliano che esordì in modo folgorante con City of God e poi ha firmato The Constant Gardener, e Cecità, tratto dal romanzo di Josè Saramago. 

Il titolo, Passioni e desideri, è la solita bruttina invenzione per il mercato italiano, l'originale è 360. Dove si allude allo sguardo complessivo su 10 personaggi le cui storie si intersecano tra Bratislava, Vienna, Parigi, Londra e vari stati dell'America e alla durata di un anno. 

I protagonisti  più noti - ma tutto lo stuolo di attori è di gran rango - sono Rachel Weisz, Jude Law e Anthony Hopkins che si produce a trequarti di film in un monologo a camera fissa di più di 5 minuti d'orologio, che vale da solo il prezzo del biglietto. 

La cosa più notevole del film è la sceneggiatura di Peter Morgan, che riesce a modernizzare il celebre Girotondo di Arthur Schnitzler, che ha ispirato diversi film e che presentava anch'esso dieci diversi personaggi: con la prostituta che diventa una escort nel film e il conte che diventa un repellente boss russo.

Il teorema Schnitzleriano - quella della incapacità sostanziale di amare e della deriva che coinvolge tipi e situazioni di ogni genere, interclassista e inter-generazionali - trova in questa pellicola nuova linfa.

Accompagnati da una colonna sonora notevole e sofisticata i quadri si riempiono di poesia e di vissuto.  Di atti mancati e di intrighi del caso, di scelte e di cose che accadono. Come è in fondo la vita di tutti. 

Fabrizio Falconi

04/07/13

Cari psicoanalisti, leggete King. Un intervento di Emanuele Trevi sul Corriere della Sera.



È abbastanza comune affermare che per amore si arriva a delirare, eppure il desiderio e il delirio, in quell’assurdo labirinto che è la mente umana, possono anche diventare feroci antagonisti. Chi nega o in qualunque modo scaccia dalla coscienza il proprio desiderio, sta già delirando. E non c’è energia mentale più potente, si direbbe, di quella dell’errore e dell’autoinganno. Per certi individui, rivelare a se stessi ciò che veramente amano è l’impresa più difficile. Tale è il loro orrore della verità, che sono capaci di costruire interi mondi fittizi per seppellirla più a fondo che possono. Ma più di tanto, per quanto si sforzino, non possono. Ed è qui che cominciano i guai. Tra i narratori più efficaci di questa ingegnosa trappola psicologica, il prolifico Wilhelm Jensen occupa un posto del tutto particolare. Da poco ristampata con le bellissime illustrazioni di Cecilia Capuana Gradiva (Donzelli) è l’unica sua opera, tra le decine che ne scrisse, ad essergli sopravvissuta. Lo scrittore tedesco pubblicò questa fantasia pompeiana, come la definì, nel 1903, quando era già avanti con gli anni e all’apice di una vasta ma effimera fama.

Sarebbe un vero peccato se anche Gradiva fosse scivolata nell’inesorabile gorgo dell’oblio. A rileggerlo oggi, questo breve romanzo sentimentale-archeologico, mascherato da storia di spettri, conserva una notevole forza di persuasione. Com’è noto, però, a garantire all’opera la sua durata nel tempo non furono né i lettori di narrativa né i critici letterari, ma l’interesse, quasi vampiresco, di Sigmund Freud. È questa circostanza a rendere del tutto eccezionale la fortuna dell’operetta di Jensen. Fu Carl Gustav Jung, nell’aprile del 1906, a mettere in mano a Freud Gradiva. Erano ancora lontani, Freud e Jung, dalla clamorosa rottura del 1912. Erano i tempi eroici della Società di Vienna, e quegli eccezionali speleologi procedevano solidali, come fossero legati in cordata, nei cunicoli e nelle voragini della coscienza umana. Le loro idee provocavano una generale diffidenza, che rafforzava la solidarietà fra gli iniziati. Ad ogni modo, il romanzo di Jensen, intessuto com’era di fantasie deliranti e sogni rivelatori, e pervaso da una potente corrente erotica, fece letteralmente balzare Freud sulla sedia. Durante le vacanze estive, trascorse come d’abitudine all’Hotel du Lac di Lavarone, Freud si mise all’opera componendo quello che sarebbe destinato a rimanere uno dei suoi saggi più limpidi e belli, intitolato Il delirio e i sogni nella «Gradiva» di W. Jensen, pubblicato la prima volta nel 1907. Quando si dice (giustamente) che Freud è un grande scrittore, è a testi come questo che bisogna pensare. Dando fondo alle sue innate qualità di narratore Freud riscrisse Gradiva creando quello che Giorgio Manganelli avrebbe definito un «libro parallelo». Ci si può rendere conto del valore e dell’importanza dell’impresa servendosi di un vecchio ma utilissimo libro curato nel 1961 da Cesare Musatti, intitolato Gradiva, che ristampa insieme il romanzo di Jensen e il saggio di Freud, accompagnati da un intelligentissimo commento.

L’interesse dell’autore dell’Interpretazione dei sogni per le avventure italiane del giovane archeologo tedesco Norbert Hanold è più che giustificato. La sua è una vicenda che rende manifesto, in modo molto più efficace di qualunque trattazione scientifica, il funzionamento della rimozione, che dei meccanismi della psiche umana è il più pericoloso e gravido di conseguenze. L’eroe di Jensen ha consacrato l’esistenza alla sua unica passione, l’archeologia. Solo al mondo, le uniche figure femminili che ha considerato sono fatte di marmo e di bronzo. E di una di queste figure arriva addirittura a innamorarsi. O perlomeno, così lui stesso crede che vadano le cose. Si tratta, ad ogni modo, di un’opera d’arte realmente esistente, e conservata ai Musei Vaticani: il bassorilievo di una fanciulla velata che cammina, dirigendosi chissà dove, sollevando con la mano un lembo della veste. L’elemento più notevole della figura è la posizione del piede destro, sollevato in maniera quasi perpendicolare al suolo. È questo particolare che genera in Norbert una vera ossessione per l’opera così leggiadra di un ignoto artista greco, da lui ribattezzata Gradiva, «colei che avanza», versione femminile dell’epiteto che in latino accompagnava abitualmente Marte.

Un misterioso concatenarsi di sogni e premonizioni induce Norbert a partire da un giorno all’altro per l’Italia, finendo per cercare le tracce della Gradiva tra le rovine di Pompei. E in effetti, la incontrerà, ma in carne ed ossa. Ma non si tratta di uno spettro autorizzato a vagare nella luce del sole nell’ora meridiana, come crede il giovane archeologo, ma della ben concreta e viva Zoe Bertgang, vicina di casa di Norbert e sua amica d’infanzia, ben decisa a sposarlo. È questo personaggio femminile l’invenzione più riuscita di Jensen, e la sua strategia finisce per affascinare Freud molto più dei sintomi di Norbert. Zoe comprende al volo che il giovane non solo l’ha totalmente dimenticata, ma la crede un fantasma del passato, morta a Pompei nell’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo. Ma la peggiore strategia da usare con un delirante è quella di sbattergli in faccia la realtà, nuda e cruda. Per tirare a sé Norbert, serve una lenza più sottile. Sarà necessario accettare il particolare ordine di realtà in cui vive Norbert, e aspettando di scardinarlo, prestarsi al ruolo del fantasma della fanciulla pompeiana morta sotto le ceneri del vulcano.

Emanuele Trevi

Fonte: Corriere della Sera

02/07/13

La gioia non è mai una notizia (ma ci riporta al centro).




Passiamo tutta la vita a ricercare quei momenti – quanti sono, due, tre, quattro, in una intera vita ? – nei quali sentiamo che il mondo si ferma. Noi ci fermiamo al centro, e noi siamo al centro. 

Una specie di lenta benedizione scende su di noi. Ogni nostra percezione appare amplificata, e non ci sentiamo più divisi. In quei rari momenti non c’è più il me che vive e il me che mi guarda vivere. Sono soltanto io, al centro di me stesso. 

E’ un momento rapido e sfuggente, in cui è come se avessimo percezione di un oltre. Di qualcosa oltre l’apparenza, che ci osserva e ci contiene. Dura poco. E più lo cerchiamo con volontà, più non ritorna. 

Accade spesso per motivi oscuri o incomprensibili. E’ uno sguardo di una persona amata, una luce radente, un sbuffo di vento sulle ciglia, un benessere immotivato che ci riempie di vita. 

La gioia non è mai una notizia. 

E’ brina che si posa sul cuore. Come memoria di meraviglia possibile. La nascondiamo, la teniamo per noi, la conserviamo per gli inverni più duri. 

Ogni tanto riappare, senza che la evochiamo. Torna a farci visita senza preavviso e di nuovo la stessa onda ci sommerge. 

Non sappiamo da dove è arrivata e perché. E se la meritiamo. Ma sembra volerci indicare che il punto dove arriveremo è lo stesso da cui siamo partiti e che conosceremo forse per la prima volta. 

Fabrizio Falconi

29/06/13

Il Dna di Arthur C. Clarke va nello spazio. Come in una avventura della sua Odissea.




2014, Odissea nello Spazio per il Dna di Arthur Clarke: prima di morire, il maestro della fantascienza ha donato alcune ciocche di capelli che voleranno a milioni di chilometri dalla Terra nella prima missione a vela solare della Nasa. 

Il Dna di Clarke viaggera' su una navicella battezzata Sunjammer, dal titolo di un suo racconto del 1963 su una regata di yacht a vela nello spazio.

Il volo, in previsione alla fine del prossimo anno, e' organizzato da Celestis, una societa' che offre "viaggi spaziali alla memoria" in cui resti cremati del 'caro estinto' vengono lanciati nello spazio.

Salire con l'autore di 2001 Odissea nello Spazio sul Sunjammer costera' oltre 10 mila dollari. 

La vela solare, progettata da scienziati inglesi e americani ispirandosi a un'idea che risale addirittura a Keplero in una lettera a Galileo Galilei, avra' una superficie di oltre 1000 metri quadrati e utilizzera' la pressione della luce e del vento solare per studiare il Sole da una distanza mai raggiunta prima. 

Attualmente le navicelle che osservano il Sole sono a circa un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, mentre Sunjammer si muovera' a tre milioni di chilometri verso il centro del sistema solare. 

I sensibili strumenti di bordo forniranno agli scienziati un preavviso di quelle tempeste solari in grado di produrre flussi di particelle pericolosi per satelliti e le reti elettriche sulla Terra. 

"Clarke ha sicuramente immaginato che avrebbe volato nello spazio e quel giorno e' finalmente arrivato", ha detto Stephen Eisele, vice president of Space Services Inc., la holding da cui dipende Celestis. 

Charles Chafer, amministratore delegato della societa', ha detto di aver incontrato Clarke a una conferenza dell'Onu sullo spazio nel 1982: "Adoro la fantascienza da quando ho letto 2001. Nel 2000, quando abbiamo cominciato a lavorare al progetto della vela solare, l'ho contattato per chiedergli di donarci il suo Dna. Siamo andati a Sri Lanka apposta per questo". 

In un biglietto che accompagna la ciocca, Clarke scrisse: "Ecco i miei quattro peli, avrei voluto dare di piu' ma non me ne restano molti"

Lo scrittore e' morto nel 2008 a 90 anni lasciandosi dietro oltre cento romanzi: oltre al piu' famoso 2001 Odissea nello Spazio, i libri del Ciclo di Rama.

fonte Alessandra Baldini per ANSA

27/06/13

Le avventure della Verità - La grande esposizione curata da Bernard-Henri Levy alla Fondazione Maeght di Saint-Paul de Vence.




E' l'esposizione piu' attesa dell'estate in Francia e il suo ideatore e curatore e' il filosofo piu' mediatico di Francia, Bernard-Henri Levy: 'Le avventure della verita'. 

Pittura e filosofia: un racconto', un percorso inedito e ambizioso sul rapporto tra arte e filosofia, si apre sabato alla Fondation Marguerite et Aime' Maeght diSain-Paul de Vence, in Costa Azzurra, uno dei maggiori centri d'arte moderna e contemporanea, inaugurato nel 1964 dal grande ministro della Cultura, Andre' Malraux. 

 Partendo dalla celebre condanna che Platone fece dell'arte, imitazione della realta' sensibile e quindi del mondo delle idee, si apre un percorso in sette tappe scandito dalla filosofia di Hegel, Nietzsche, Kant, Heidegger, con opere - in tutto 126, provenienti dal mondo intero - di Anselm Kiefer, De Chirico, Jean-Michel Basquiat, Tintoretto, Jackson Pollock, Cranach il Vecchio, Rothko, Warhol, Bronzino, e tanti altri.

C'e' anche il contributo di venti artisti contemporanei, tra cui Jeff Koons, Anish Kapoor e Marina Abramovic, che hanno accettato di leggere, davanti alla telecamera di Levy, alcuni testi filosofici, oltre a un imponente catalogo-libro. 

"Il risultato e' conforme a quello che speravo - dice all'ANSA Bernard-Henri Levy, 64 anni, occupato a ultimare l'allestimento dell'esposizione -. Tre condizioni sono riunite: fare onore alle opere, rispettare il luogo della mostra (la Fondation Maeght e' un'opera d'arte in se' tra la corte Giacometti, il labirinto Miro', i mosaici murali di Marc Chagall e le vetrate di Braque, ndr.) e restare fedeli alla problematica dell'esposizione". 

Alla prima esperienza come curatore, Levy aggiunge: "Sono molto felice e molto commosso nel vedere apparire insieme queste opere che avevo visto solo separatamente ma anche molto ansioso perché anche se il piano di questa esposizione era nella mia testa da mesi, una cosa e' averlo in testa e un'altra averlo sulle pareti". 

La mostra e' una storia della verità, prosegue il filosofo n.1 di Francia, "ma la verità concepita non come sostanza ma come orizzonte e questo orizzonte presuppone un cammino che e' avventuroso, fatto di avanzate e ritirate, sorprese e momenti di stallo, insomma e' un'avventura". Il percorso espositivo e' "sincronico", nel senso che non ha un senso cronologico e si sviluppa secondo "momenti" che si integrano e si incrociano. 

Si apre con un'opera dell'artista genovese Giulio Paolini dal titolo 'Mimesi' che rappresenta due sculture di gesso, una di fronte all'altra, equivalenti, "come se l'una fosse il riflesso dell'altra" e si chiude con un dipinto di Basquiat, 'Il profeta'. 

Ansel Kiefer ha realizzato appositamente per l'occasione una reinterpretazione dell'Origine del mondo di Gustave Courbet. "Il messaggio della mostra - osserva il curatore - e' che la verita' dev'essere la nostra preoccupazione comune altrimenti non c'e' civilizzazione possibile". E conclude: "L'arte, insieme alla filosofia e alla storia, ha sempre avuto un posto centrale nella mia esistenza. Quello che mi colpisce dell'opera oltre alla bellezza e' la capacita' di rendere le persone piu' intelligenti".