26/06/17

Spunta una Mini-Pompei da scavi della Metro di Roma in Via dell'Amba Aradam - c'è anche un cane !





I cantieri di scavo per la realizzazione della metro C svelano un nuovo scenario 'pompeiano' a Roma: due ambienti della media età imperiale che, a causa di un incendio contengono ancora conservate parti del solaio ligneo e del mobilio. 

Il materiale rinvenuto "si conserva solo in eccezionali condizioni ambientali e climatiche - spiegano dalla soprintendenza speciale di Roma - oppure a seguito di eventi speciali come ad esempio accaduto a Ercolano e Pompei. La scoperta del solaio ligneo carbonizzato rappresenta un unicum per la città".



Dallo scavo in via dell'Amba Aradam, e' emerso anche lo scheletro di un cane, accucciato davanti una porta e "verosimilmente rimasto intrappolato nell'edificio al momento dell'incendio".


Trovato anche un pregevole pavimento a mosaico bianco e nero. "Quello che avvicina questo ritrovamento a Pompei e' che abbiamo testimonianza di un momento della storia - ha spiegato il sovrintendente Francesco Prosperetti -. L'incendio che ha fermato la vita in questo ambiente ci permette di immaginare la vita in un momento preciso".

Anche Mattarella ad Agrigento il 6 luglio per il 150mo anniversario di Luigi Pirandello .




Ci sara' anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a celebrare - il prossimo 6 luglio - il 150/o anniversario della nascita dello scrittore premio Nobel Luigi Pirandello.

Ai piedi del tempio della Concordia, nella Valle dei Templi, consegnera' il "premio Pirandello" agli attori Toni Servillo e Michele Riondino, clou di una serie di eventi che sono entrati nel vivo da ieri, domenica 25 giugno.

Iniziative che continueranno fino al 10 dicembre, giorno in cui si ricorda invece la morte del drammaturgo.

Il 6 luglio, il capo dello Stato potra' ammirare l'anfora a figure nere della bottega di Nikosthenes - singolare figura di vasaio che opero' ad Atene intorno alla meta' del VI secolo avanti Cristo - con scene di lotta tra atleti. Osservera' il vaso attribuito al gruppo di Polignoto ed il rilievo di Paride/Pelope o Ierone I.

Mattarella visitera', infatti, "I tesori di Akragas" a Villa Aurea, prestigiosa residenza di sir Alexander Hardcastle.

Si tratta dei reperti dell'antica Akragas greca che, normalmente, sono custoditi ed esposti al British museum di Londra e che, dallo scorso 21 aprile, sono in vetrina ad Agrigento. Dagli antichi reperti a quelli piu' nuovi. Perche' Mattarella visitera' anche il cantiere di scavi archeologici del teatro Ellenistico-Romano.

Ad accompagnarlo ci saranno, per illustrargli i risultati fino ad adesso raggiunti, gli archeologi del Parco "Valle dei Templi" ed il direttore Giuseppe Parello.

Poi, quale ultima tappa, il tempio della Concordia dove verra' consegnato, appunto, il premio Pirandello.

Mattarella visitera' anche la casa natale di Luigi Pirandello, in contrada Caos, che e' stata oggetto di lavori e che riaprira' il 28.

Lunedi' 26, alle 21, al teatro "Luigi Pirandello", Enrico Lo Verso andra' in scena con una trasposizione teatrale del celebre "Uno, Nessuno e Centomila".

Entrambi gli eventi rientrano nel "Festival della Strada degli Scrittori", cosi' come il concerto, previsto per martedi' 27 giugno dei "Malarazza 100% Terrone", che si esibiranno allo "Spazio Temenos" a partire dalle 21. Alle 21.30, invece, nei locali del Libero consorzio comunale, ex Provincia, in piazza Aldo Moro, avra' il via "Caddi come una lucciola, notturno pirandelliano".

Gli eventi teatrali dedicati al drammaturgo agrigentino si sposteranno, alle 3 del mattino del 28 giugno, dinnanzi alla casa natale di contrada Caos: l'ora in cui Pirandello venne alla luce. Le attivita' si protrarranno fino all'alba, quando verra' scoperta una targa celebrativa.

L'iniziativa e' stata promossa dal Parco Letterario, dall'ex Provincia regionale di Agrigento, da "Pirandello Stable Fest" e dal "Cepasa". Il 28 giugno le iniziative promosse dal Polo Museale e dalla Soprintendenza.

Dalle 10 alle 18 Bruno Crociti si esibira' in "Novelle per un giorno". Alle 18 sara' inaugurata una mostra di dipinti della famiglia Pirandello, che conterra' tele di Fausto, Luigi e Lina e che e' stata realizzata a cura della soprintendente Gabriella Costantino.

fonte ANSA

25/06/17

Poesia della Domenica - "Separazione" di Fabrizio Falconi.




Separazione



Così dovevamo ridurci, a spiarci
come lupi che sorvegliano il territorio
io da una parte tu dall’altra del bancone
del bar, sfiorarsi senza esserci, sorridere
senza che quel sorriso al telefono fosse il mio o il tuo,
ma di chiunque,
evitarci, connotare le distanze, misurare i passi
e gli orari, per darsi appuntamento al contrario,
dimenticarsi, perdersi, soffrirsi, fare del male,
far finta di niente, deludersi, arrendersi, sognarsi
già altrove, ed esserci,
lasciarsi tutto alle spalle, come le notti dell’Appia
Antica e della Flaminia, le corse pazze e le lenzuola bagnate, 
i pianti e le enormi risate, così dovevamo ridurci
a contare i sassi, noi che abbiamo attraversato
il tempo, e il mare di notte e ogni minuto
del giorno,
senza paura degli uomini inutili
come giocattoli,
oltre e per sempre e oltre,
ecco: così dovevamo ridurci,
perché dici l'amarsi non basta
con la fantasia che sfiorisce tra le mani
e svanisce nel nulla, come tutto il resto,
e una nuova pagina già pronta,
senza niente che vale
e niente che resta,
uguali al tutto uniforme
che va – immemore e fatuo – a morire

al fosco orizzonte. 


Fabrizio Falconi© 1997



24/06/17

"HOLLYWOOD ICONS" - Una straordinaria mostra per immagini, al Palaexpo' di Roma.



La mostra presenta 161 ritratti: dai più grandi nomi nella storia cinematografica, iniziando con le leggende del muto come Charlie Chaplin e Mary Pickford, continuando con gli eccezionali interpreti dei primi film sonori come Marlene Dietrich, Joan Crawford, Clark Gable e Cary Grant infine per concludere con i giganti del dopoguerra come Marlon Brando, Paul Newman, Marilyn Monroe, Sophia Loren e Marcello Mastroianni. 

Organizzata per decadi, dagli anni Venti fino ai Sessanta, che presentano i divi principali di ciascun periodo, Hollywood Icons include anche gallerie dedicate ai fotografi degli studi di Hollywood, mostra il processo di fabbricazione di una stella cinematografica e introduce vita e carriera del collezionista e storico del cinema John Kobal, il quale ha estratto da archivi polverosi tutto ciò mettendolo a disposizione dell’arena pubblica e del plauso della critica. 

La storia del film solitamente è scritta dal punto di vista di attori o registi, prestando poca attenzione a quell’impresa enorme che rende possibile fare i film. Hollywood Icons, presenta quel ritratto in gran parte inatteso e quei fotografi di scena che lavorarono silenziosamente dietro le quinte, ma le cui fotografie ricche di stile furono essenziali alla creazione di divi, dive e alla promozione dei film. 

Milioni e milioni d’immagini, distribuite dagli studi di Hollywood durante l'età d'oro, erano tutte quante il lavoro di artisti della macchina fotografica che lavoravano in velocità, con efficienza e il più delle volte in maniera splendida al fine di promuovere lo stile hollywoodiano in tutto il mondo. I ritratti di Joan Crawford fatti da George Hurrell hanno contribuito a plasmare la sua emozionante presenza sullo schermo. 

L'indelebile immagine della Garbo è stata creata nello studio per ritratti di Ruth Harriet Louise. In questa mostra sarà presentato il lavoro di più cinquanta fotografi inconfondibili, tra cui: Clarence Sinclair Bull, Eugene Robert Richee, Robert Coburn, William Walling Jr, John Engstead, Elmer Fryer, Laszlo Willinger, A.L. "Whitey" Schafer e Ted Allan. Nessuno, meglio di John Kobal, ha compreso l’importanza di questa ricchezza fondamentale del materiale hollywoodiano. 

Iniziando come un appassionato di film, divenne un giornalista, più tardi uno scrittore e infine, prima della sua morte precoce nel 1991 all'età di 51 anni, fu riconosciuto come uno tra gli storici preminenti del cinema. 

Essenzialmente la sua reputazione si basa sul lavoro pionieristico di riesumare le carriere di alcuni tra questi maestri della fotografia d’epoca classica hollywoodiana. Iniziando dai tardi anni sessanta, Kobal cercò di ricongiungere questi artisti dimenticati con i loro negativi originali e li incoraggiò a produrre nuove stampe per mostre che allestì in tutto il mondo, in luoghi come il Victoria & Albert Museum e la National Portrait Gallery a Londra, il MoMA a New York, la National Portrait Gallery a Washington DC, il Los Angeles County Museum of Art a Los Angeles

Una selezione di queste stampe, assieme a quelle d’epoca originali risalenti al periodo degli studi, crea il cuore della mostra.


HOLLYWOOD ICONS. FOTOGRAFIE DALLA FONDAZIONE JOHN KOBAL 
dal 24 giugno  al 17 settembre 2017 

La mostra è organizzata dall'Azienda Speciale Palaexpo, presentata dalla John Kobal Foundation in associazione con Terra Esplêndida

22/06/17

Scoperte "anomalie" in una Galassia antichissima.



Una galassia giovane e massiccia, ma gia' "morta" in un'epoca in cui invece l'universo era nel massimo ritmo di produzione stellare e la cui fine resta misteriosa: a scoprirla e' stato un team internazionale di ricercatori, tra cui Anna Gallazzi e Stefano Zibetti dell'Istituto Nazionale diAstrofisica (INAF) di Firenze, e coordinato dall'Universita' di Copenhagen. 

La galassia MACS2129-1 e' lontanissima, a 10 miliardi di anni luce, quando l'Universo aveva appena 3 miliardi di anni. Al suo interno non si stanno formando nuove stelle, ma quelle presenti sono sorprendentemente disposte in un disco in rapida rotazione, proprio come la Via Lattea. 

La scoperta e' stata pubblicata sulla rivista Nature. Le galassie sono sistemi stellari che gli astronomi raggruppano in due categorie principali: a spirale, dalla tipica forma di disco, come la Via Lattea, ed ellittiche. Una delle differenze piu' importanti tra le due e' che, mentre le galassie a spirale sfornano nuove stelle, le ellittiche hanno smesso di farlo da lungo tempo, e per questo sono dette "morte". 

Mai prima d'ora era stata osservata una galassia primordiale di grande massa, che mostra allo stesso tempo di possedere un disco ben ordinato e un tasso di formazione stellare praticamente nullo: MACS2129-1 mette in crisi le piu' accreditate teorie secondo cui solo eventi catastrofici, che rimescolano le stelle e distruggono le ordinate strutture dei dischi, sono in grado di interrompere la formazione stellare in queste enormi galassie primordiali. 

Le osservazioni fatte con il Very Large Telescope (VLT), dello European Southern Observatory (ESO), e con il telescopio spaziale Hubble, di NASA ed Agenzia Spaziale Europea (ESA), hanno evidenziato le caratteristiche fuori dal comune della galassia: la sua massa e' circa il triplo della Via Lattea, ma e' grande circa la meta'. Inoltre le sue stelle ruotano attorno al centro ad oltre 500 chilometri al secondo, due volte piu' veloci di quelle della nostra galassia. 

I ricercatori sono riusciti ad analizzarla cosi' in dettaglio anche perche' si trova esattamente dietro un ammasso di altre galassie piu' vicine a noi, che si e' trasformato in una vera e propria lente di ingrandimento. 

21/06/17

Individuata la Cascata dipinta da Giotto nel "Miracolo della sorgente" dipinto nel 1300.




Due speroni rocciosi sedimentari, l'acqua che cade verso un pianoro, la pietra divisa da una spaccatura a forma di 'V': la cascata del torrente Rovigo, nella zona di Firenzuola (Firenze), è il paesaggio riprodotto da Giotto di Bondone nel Miracolo della sorgente dipinto tra il 1295 e il 1300 come parte del ciclo di affreschi delle Storie di san Francesco che ornano la Basilica superiore di Assisi (Perugia). 

E' quanto sostiene, individuando il luogo, Riccardo Nencini, viceministro dei Trasporti ma anche scrittore e storico attento alle vicende toscane del Medioevo e del Rinascimento.

La tesi e' riportata nel libro 'Il magnifico ribelle. Il Mugello diGiotto' (pp. 72, euro 10, ed. Polistampa) con testi introduttivi di Cristina Acidini e Franco Cardini, ma anche un pensiero del critico d'arte Vittorio Sgarbi che apprezza lo studio di Nencini parlando di "confronti suggestivi e convincenti". 

Se le vette artistiche raggiunte da Giotto restano manifeste e indiscutibili, fa osservare il comunicato, molti dubbi aleggiano ancora sulla sua biografia. 


Cosi', impugnando gli strumenti dello storico, Nencini affronta un viaggio verso la Firenze della seconda meta' del Duecento - e i suoi dintorni - per svelare, grazie a testimonianze e documenti inediti alcuni dei misteri che avvolgono le origini del grande pittore e il suo ruolo nel tempo. 

Chi era veramente Giotto di Bondone, dove era nato, da dove aveva attinto per il suo genio tradotto in segno e in colore? E nei suoi affreschi c'e' davvero traccia del paesaggio mugellano, che lui conosceva cosi' bene? La ricerca, che comprende l'analisi dei documenti storici cosi' come il confronto con la critica d'arte, fa emergere elementi poco conosciuti della biografia di Giotto. 

"Quest'indagine mancava", scrive nell'introduzione lo storico Franco Cardini, "ed e' supremamente giusto che sia stato un mugellano di nascita e fiorentino d'adozione, un politico ch'e' anche scrittore e storico, a sollevare non uno ma un bouquet, anzi una foresta, di problemi". 

La pubblicazione sara' presentata il 26 giugno alle 21 nella Sala Consiliare del Comune di Firenzuola.

20/06/17

"Taboo", una delle serie televisive dell'Anno - imperdibile.




Taboo è decisamente una delle miserie televisive dell'anno.  Prodotta da Ridley Scott (produttore esecutiva) è ideata da Steven Knight, dall'attore Tom Hardy, che è anche il protagonista maschile e da suo padre Chips Hardy, che è anche consulente produttore. 

Di produzione britannica, la serie viene trasmessa dal 7 gennaio 2017 su BBC One nel Regno Unito, e dal 10 gennaio 2017 su FX, negli Stati Uniti. È stata rinnovata per una seconda stagione e in Italia, va in onda dal 21 aprile 2017 su Sky Atlantic. 

Di forti sapori conradiani, la serie racconta la storia dell'avventuriero James Keziah Delaney che nel 1814 torna a Londra dopo aver passato molti anni in Africa. 

Dopo i funerali del padre, morto in oscure circostanze, James eredita l'intero patrimonio assieme all'isola di Nootka, sulla costa occidentale degli Stati uniti, un territorio la cui posizione strategica conferirebbe la possibilità di commerciare con l'oriente attraverso il pacifico. 

Ben presto dovrà fare i conti con i suoi demoni ed il misterioso passato del padre, fronteggiando la potente Compagnia britannica delle Indie Orientali e la corona inglese, entrambe decise ad ottenere il possesso di Nootka tramite qualunque mezzo.



14/06/17

"Il primo di tutti i selfie" - Va all'Asta da Sotheby's a Londra il primo autoritratto di Andy Warhol.


Un autoritratto di Andy Warhol, una sorta di proto selfie ante-litteram dipinto nel 1963 andra' all'asta presso Sotheby`s a Londra e dovrebbe realizzare sette milioni di sterline.

Il quadro venne realizzato a partire da una fotografia dell'artista scattata in un negozietto di New York e l'autoritratto e' considerato il primo modello dell'icona di se' stesso che l'artista ha reso con il tempo distintiva.

Facendo riferimento all'attuale mania dei selfie, e all'utilizzo di questi sui social media, uno specialista di arte contemporanea della casa d'aste, James Sevier, dice: "il primo auto-ritratto dell'artista, creato usando una serie di scatti realizzati in una botteguccia fotografica di New York mai come adesso e' rilevante per la cultura contemporanea". 

Il quadro - Self-Portrait, (1963-64) - andra' all'asta il 28 giugno.

fonte ASKANEWS


13/06/17

La Chiesa di Sant'Eustachio e il Patrizio Romano che diede il suo nome ad un intero rione di Roma.

La chiesa di Sant’Eustachio e il patrizio romano che diede il nome ad un intero rione.


L’ottavo rione di Roma, uno dei più piccoli e dei più centrali, porta il nome di Sant’Eustachio e sul suo stemma sono rappresentati (in oro su sfondo rosso) una testa di cervo e il busto di Gesù.

Una chiara allusione alla vicenda del santo, Eustachio, al quale è dedicata la Chiesa nella piazza omonima (frequentatissima dai romani anche per la presenza di due celebri caffè) e che ha finito per dare il nome all’intero quartiere. 

Lo stesso simbolo – la testa poderosa di un cervo, con il suo nobile palco di corna – si scorge proprio sulla sommità della chiesa di Sant'Eustachio. La cui vicenda non ha ispirato soltanto il genio di Athanasius Kircher, ma anche schiere di artisti. 


Raccogliendo più informazioni sulla vicenda di Eustachio (che fondamentalmente trova le sue fonti nel racconto di Iacopo da Varagine), si scopre che era un patrizio romano, di animo generoso, il suo nome era Placido. 

Nacque (a Roma ?) intorno all'anno 80. Sotto l'imperatore Traiano si distinse in battaglia in Asia Minore L'episodio della Visione avvenne durante una battuta di caccia nei boschi vicino a Tivoli, quando vide all'improvviso il magnifico cervo

Cercò di inseguirlo per catturalo, ma l'animale con agilità si arrampicò su di una ripida roccia e riapparve con una luminosissima croce fra le corna, e si udì una voce: "Perché mi perseguiti? Io sono Gesù,che tu senza conoscere, onori"

Davanti a questa immagine, il suo cavallo s'imbizzarrì e Placido fu rovesciato a terra (come San Paolo sulla via di Damasco) ma continuando ad ascoltare quella voce misteriosa. E allora pronunciò la sua fede: "Credo!". Sconvolto dalla apparizione, Placido tornò a casa dalla sua famiglia e raccontò l'episodio. Si convertì nelle mani del vescovo cristiano per farsi battezzare insieme ai suoi familiari, cambiando il suo nome di Eustachio, da eystachios e significa "che produce molte buone spighe". .

Eustachio fu perseguitato e perse tutti i suoi beni, fuggì in Egitto con la moglie Teopista (etimologia: fedele a Dio), ed i due figli Teopisto e Agapito (etimologia: diletto del Signore)

In Egitto gli furono rapiti la moglie ed i figli, che per anni Eustachio cercò invano nel deserto. 

Intanto, l'imperatore Traiano era impegnato a fronteggiare nuovamente i popoli dell'Asia minore che si ribellavano a Roma e pensò di rintracciarlo per dargli il comando delle milizie romane in quelle terre. Così fu, ed Eustachio vinse anche quest'altra dura impresa militare, entrando trionfante a Roma, dove ritrovò finalmente la sua famiglia.

Ma a causa delle accuse dirette ad Eustachio per la sua fede cristiana, l'imperatore Adriano, succeduto a Traiano, gli ordinò di onorare le divinità dei romani. Al suo netto rifiuto, (era l'anno 140) fu condannato, insieme alla moglie ed ai figli, a morire nell'arena tra i leoni, ma le fiere, racconta la leggenda, non li toccarono nemmeno. I romani allora li sottoposero ad una morte atroce: furono rinchiusi in un contenitore di bronzo (o rame) a forma di toro, sotto il quale fu dato fuoco per ben tre giorni. Il quarto giorno, davanti all'imperatore, i corpi dei martiri furono mostrati ai presenti, ed erano immobili, così come erano stati deposti, a significare la calma e la pazienza dei martiri cristiani, sorretti dalla forza della fede, anche nel momento del supplizio. 


Nell'anno 325, l'imperatore Costantino innalzò un oratorio sulla sua casa, proprio dove furono martirizzati e sepolti. Oggi, le loro spoglie sono conservate a Roma, sotto l'altare maggiore della Basilica di Sant'Eustachio in Campo Marzio eretta nello stesso luogo dell'oratorio, e sono custodite in un sarcofago di porfido. 

Nella chiesa gotica di Sant'Eustache a Parigi invece, sono conservate alcune importanti reliquie, oggetti ed indumenti appartenuti ai quattro santi martiri. 

Sant'Eustachio è uno dei quattordici santi ausiliatori, cioè coloro che vengono invocati in situazioni di grave necessità e durante le epidemie. Ecco perché a causa della peste, nel medioevo la devozione al santo si diffuse velocemente in tutta Europa. Abbiamo dunque il grano, il cervo(simbolo di purezza e carità), il deserto, la peste, il toro arroventato, la croce.

Fabrizio Falconi © - proprietà riservata/riproduzione vietata. Tratto da Misteri e segreti dei Rioni e dei Quartieri di Roma, Newton Compton Editore

12/06/17

Biglietto Integrato per Le meravigliose Ville di Tivoli - una bella novità in arrivo.




"Biglietto integrato a 16 euro tra Villa Adriana, Villa d'Este e, quando lo apriremo, anche il Santuario d'Ercole, uno dei piu' importanti al tempo del mondo classico". 

E poi mostre, eventi, che "rileggano l'antichita' con i nostri occhi". 

Parte da qui il progetto per le ville tiburtine del neo direttore Andrea Bruciati, che a un mese dal suo insediamento, annuncia tutte le novità per i tesori di Tivoli: 

"Oltre al biglietto integrato - racconta Bruciati all'ANSA - quest'estate vorrei iniziare le visite guidate anche alla Mensa ponderaria, altro gioiello della citta', dove nel I secolo a.C conservavano pesi e misure del mercato. Oggi e' uno dei rari esempi di archeologia romana sotto e archeologia industriale, sopra, con la cartiera". 

L'idea, "una volta messo tutto a sistema" e' di scendere per i viali di Villa d'Este e uscire direttamente a valle nell'area del complesso del Santuario. 

"Con il Comune vorrei poi istituire un pulmino che colleghi tutti e tre i siti. Cose piccole, ma importanti". Ma soprattutto, prosegue, "la mia idea e' realizzare progetti che partano dall'antichita' per arrivare fino ai giorni nostri, con esposizioni, opere site specifici

In occasione del biennio adrianeo, che si insedio' a Tivoli esattamente 1900 anni fa, per esempio, racconteremo Adriano e la sua influenza. Quello che mi interessa e' come la storia sia presente ancora oggi e come possa essere un ponte per il futuro. Penso, ad esempio, alla rilettura della Yourcenar di Villa Adriana, che e' diventata cosi' luogo contemporaneo, vivo, presente. Ecco io vorrei rileggere queste strutture meravigliose con i nostri occhi"

Primo appuntamento "in autunno: apriremo il Santuario di Ercole vincitore con una mostra che dal restauro di un nostro gruppo di Niobidi indaghera' l'idea di strage e di trasformazione attraverso il dolore. Sara' anche l'occasione per un omaggio a Ovidio" di cui si celebrano i mille anni della morte.

11/06/17

Poesia della Domenica - "Parole" di Alfonso Gatto.




"Ti perderò come si perde un giorno
chiaro di festaa: - io lo dicevo all'ombra
ch'eri nel vano della stanza - attesa,
la mia memoria ti cercò negli anni
floridi un nome, una sembianza: pure,
dileguerai, e sarà sempre oblio
di noi nel mondo."
                    Tu guardavi il giorno
svanito nel crepuscolo, parlavo
della pace infinita che sui fiumi
stende la sera alla campagna.



Alfonso Gatto, da Arie e Ricordi
(1929-1941).




10/06/17

Archeologia: scoperto in Messico uno straordinario Tempio Azteco del "Dio del Vento".


Un gruppo di archeologi messicani ha scoperto un tempio azteco dedicato al dio del vento, Ehecatl, e un campo per il gioco della palla nel cuore della capitale, a pochi passi dalla cattedrale e dal Palazzo Nazionale, sede dell'esecutivo federale. 

 Le scoperte confermano testimonianze raccolte da alcuni dei primi spagnoli su quella che era allora Mexico-Tenochtitlan, la capitale dell'impero azteco, ha sottolineato Raul Barrera, uno degli esperti dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (Inah). 

 "Fonti storiche raccontano che il 'conquistador' Hernan Corte's visito' il cosiddetto Recinto Sacro di Tenochtitlan in compagnia del 'tlatoani' (re) Moctezuma Xocoyotzin, che gli fece vedere i principali edifici. C'e' perfino chi dice che lo spagnolo pote' assistere a un gioco di palla", ha detto Barrera. 

 D'altra parte, le cronache di due religiosi, Duran e Torquemada, parlano di un tempio dedicato al dio del vento, descrivendolo come un edificio circolare con un tetto conico di paglia e un ingresso verso l'oriente, che rassomigliava alla bocca di una serpente. 

 Nella mitologia azteca, infatti, il dio Ehecatl era visto come una delle incarnazioni di Quetzalcoatl, il Serpente Piumato - la divinita' originale, che ha prodotto gli altri dei - il cui respiro muoveva il sole e spostava le piogge. 

Quanto al gioco della palla - in cui i giocatori usavano solo spalle, cosce, bacino e testa per centrare la 'porta', e cioe' un anello di pietra - era una pratica comune di tutte le civilta' precolombiane in America centrale e aveva un forte valore rituale e simbolico. 

09/06/17

Una Estate di Arte e Cultura al Vittoriano.



Musica, Letteratura, Cinema e Architettura: il Vittoriano diventa uno dei centri dell'estate culturale romana con un ciclo di eventi concepito nel monumento e per il monumento, a Vittorio Emanuele II, scrigno di bellezza, uno dei belvederi piu' belli del mondo, realizzato fra il 1882 e il 1911. 

Le iniziative realizzate dal Polo Museale del Lazio - al via dal 9 giugno e che rientra in ARTCITY-Estate 2017 - puntano a valorizzare il Vittoriano e promuoverne la conoscenza. "L'idea - ha detto oggi la direttrice Gabriella Musto, presentando il cartellone - e' stata quella di ampliare i percorsi dell'arte dedicando un ramo specifico all'Architettura, a due temi in particolare: lo sguardo delle donne sull'architettura e come l'architettura guarda alle donne; e poi, l'epoca dei millenials che ha fatto della velocita' della comunicazione quasi un modus vivendi". 

Gia' nell'estate 2016 il Polo Museale del Lazio ha organizzato con successo al Vittoriano un'importante serie di iniziative culturali a titolo gratuito. Il ciclo del 2017 parte da quest'esperienza positiva, ampliando ulteriormente l'offerta culturale e coinvolgendo spazi nuovi e ancora piu' ampi del monumento, ovvero la Terrazza Italia e il Piazzale del Bollettino. 

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero (il limite massimo degli spettatori e' fissato dalla capienza massima degli spazi messi a disposizione).

L'Architettura - L'attenzione per lo sguardo al femminile della professione domina il ciclo di quattro dialoghi dal titolo Con gli occhi delle donne. L'architettura e il design al femminile nella societa' dei millennials. Il ciclo e' curato da Gabriella Musto, direttrice del Vittoriano. I dialoghi si tengono sulla Terrazza Italia

Il Cinema - Un ruolo nevralgico gioca Anna Magnani, diva/antidiva del cinema italiano, in particolare durante il neorealismo. Il regista, critico e giornalista Mario Sesti cura nella Sala Zanardelli la mostra Anna Magnani: una vita per il cinema - aperta dal 20 luglio - e, stavolta nella Terrazza Italia, la rassegna di tre film con protagonista l'attrice. Il regista Giuliano Montaldo, in qualita' di Presidente dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello, cura la selezione di tre documentari presentati nell'edizione 2017 degli stessi Premi David di Donatello. I documentari sono proiettati sulla Terrazza Italia.

La Musica - Il giornalista e critico Ernesto Assante cura una rassegna di quattordici concerti. La rassegna, che si apre il 9 giugno, vede per il jazz esibirsi Nicky Nicolai, Maurizio Giammarco, Giovanni Tommaso, Enzo Pietropaoli, Francesco Bearzatti, Enrico Rava, Fabio Zeppetella, Rosario Giuliani, Greta Panettieri, Marco Rinalduzzi, Maria Pia De Vito e Gege' Telesforo; per la musica classica Ezio Bosso e Ramin Bahrami, con I Solisti dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. 

Un evento speciale stabilisce una sintonia fra la musica e la letteratura il 4 agosto, quando sul Piazzale del Bollettino lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz legge la "sua" via Appia accompagnato dalla European Spirit of Youth Orchestra. Ha detto Edith Gabrielli, Direttore Polo Museale Lazio: " Il Vittoriano deve cercare gli italiani di oggi e non soltanto quelli di ieri, ecco perche' le varie iniziative culturali presso il monumento. Credo che il cinema possa essere, insieme alle altri arti, uno dei modi privilegiati per raggiungere questo obiettivo".

07/06/17

700.000 visitatori per il Blog di Fabrizio Falconi.




Continua questa bella avventura insieme.  

Vorrei ringraziarvi per aver tagliato il simbolico e significativo traguardo dei 700.000 visitatori per il nostro Blog. 

Questo spazio è diventato, oltre a una vetrina di aggiornamento di attività personali - i libri certo, ma anche le passeggiate romane, le curiosità romane -  una finestra sul mondo della cultura, con notizie di attualità e aggiornamenti di interesse comune.

Grazie per le vostre letture.

(in testa foto aerea della regione di Altfalter, Baviera, Germany). 

Una Cancellata intorno al Colosseo ?? " Si sta valutando".




Comunque voi la pensiate (e potete lasciarlo scritto nei vostri commenti), è una notizia non positiva per Roma. Che purtroppo rischia di diventare molto presto realtà. 

Roma, Raggi: per Colosseo Soprintendenza valuta idea cancellata In Parco archeologico c'è nuova autorità Roma, 7 giu.
(askanews) - 

"Per il Colosseo adesso c'e' la nuova autorità del Sopritendente per il Parco archeologico. Mi sembra che l'idea della recinzione sia quella prevalente". Lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi al termine della Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza appena conclusosi in prefettura, a chi le chiedeva se si fosse discusso del progetto di recinzione intorno all'area del Colosseo. 

06/06/17

Bob Dylan arriva il testo del ringraziamento per il Nobel: "La mia non è letteratura."



"La mia non e' letteratura". Sono solo canzoni "fatte per essere cantate e non lette". 

Bob Dylan ha inviato agli accademici del Nobel il suo discorso di ringraziamento per un il premio ricevuto ma mai fino in fondo onorato. Non ha fatto dichiarazioni, non ha ringraziato, non e' andato alla cerimonia di premiazione ha inviato in Svezia Patti Smith che ha eseguito il classico dylaniano A Hard Rain's A Gonna Fall

A rendere pubblica la lettera di ringraziamento il Segretario permanente del Nobel Sara Danius per la quale "Il discorso e' straordinario e, come ci si poteva aspettare, eloquente; ora che il discorso e' stato letto dall'Accademia, e' tutto regolare e Dylan e' a tutti gli effetti un premio Nobel"

Il messaggio e' arrivato con un audio link e Dylan ha spiegato di non considerarsi uno scrittore o un letterato. "Non appena ho vinto il premio - scrive - mi sono subito domandato quale legame ci fosse fra le mie canzoni e la letteratura»

Poi ha citato i suoi artisti preferiti, tra cui Buddy Holly che "mi ha cambiato la vita" e i suoi libri preferiti: Moby Dick, l'Odissea e Niente di nuovo sul fronte occidentale. Infine ha scrtitto: 

"Le canzoni sono vive in una terra di vivi. Le canzoni non sono letteratura. Nascono per essere cantate, non lette. I testi di Shakespeare sono fatti per essere portati in palcoscenico, cosi' come le canzoni sono fatte per essere cantate, non stampate su una pagina. E io spero che molti di voi ascoltino i miei testi nel modo per cui sono stati creati: cioe' in concerto, sui dischi o sui nuovi media. Vorrei citare ancora Omero che disse: Canta in me, o Musa, e attraverso me racconta una storia

02/06/17

"Il Carteggio Bellosguardo" - L'amore "impossibile" tra Henry James e Constance F. Woolson, un libro della Italo Svevo.


Una giovane scrittrice americana, nipote di uno dei padri di quella letteratura, si invaghisce del grande Henry James.  Con grazia lo insidia, gli scrive, finché lui un po’ si concede, almeno in parte. Così nelle ville che da Bellosguardo si affacciano su Firenze nasce un amore che non verrà mai realmente consumato. Ma che finirà per attraversare, se così possiamo dire, i carteggi che i due protagonisti si scambiano, entrare nelle loro opere e diventare letteratura. Questo racconto lo ripercorre, come nei frammenti del discorso di Roland Barthes, come l’archetipo di quelle passioni sospese e mai vissute.
 
Questa è la storia di un amore sghembo, frammentario e sospeso, difficilmente espresso e malamente corrisposto, dietro il quale si nasconde la più grande letteratura dell’ottocento.
Valerio Aiolli è nato a Firenze nel 1961, tra i suoi libri Io e mio fratello (Edizioni E/O, 1999), Luce profuga (Edizioni E/O,2001), A rotta di collo (Edizioni E/O, 2002), Fuori tempo (Rizzoli, 2004), Ali di sabbia (Alet, 2007), Il sonnambulo (Gaffi, 2014), Lo stesso vento (Voland, 2016).
 
LA COLLANA - PICCOLA BIBLIOTECA DI LETTERATURA INUTILE
L’energia intellettuale che da sempre caratterizza la città di Svevo, Saba, Bazlen e Stuparich, per una nuova editoria di cultura, intel­ligente e attenta alle esigenze dei lettori più raffinati.
La Italosvevo rinasce con una nuova collana di volumetti intelligenti e anticonvenzionali per contenere quel­la letteratura, di grande tradizione italiana, che non appartiene alla narrativa e difficilmente trova spazio nelle case editrici. Volumi di piccolo formato molto cura­ti nella veste grafica, copertina in brossura su carta di pregio con lunghe bandelle, ri­legatura filo refe, tagli laterali in tonso. Con questo nuovo progetto editoriale Italosvevo vuole catalizzare l’energia culturale che nasce dalla storica tradizione letteraria di Trieste e che tuttora ne fa una delle città più attive e ferventi, per esportarla in tutto il Paese. Il progetto della Italosvevo, rilevata Alberto Gaffi, la cui direzione editoriale è affidata a Giovanni Nucci, è di andare a cogliere questo fermento là dove storicamente è sempre, con una produzione letteraria particolarmente vivida, colta, intelligente e raffinata. Con un occhio di riguardo alla realtà triestina, pubblicando però indistintamente autori italiani e, se necessario, stranieri.
La collana «Piccola biblioteca di letteratura inutile» si muoverà negli spazi del reportage, delle divagazioni letterarie, divertissement, pamphlet, testi di letteratura filosofica o di saggistica dissacrante, brevi scritti morali. Nel segno della riflessione e della critica, dall’attenzione e dell’intelligenza, del sarcasmo e dell’ironia. La grafica curata da Maurizio Ceccato è moderna pur seguendo i dettami della grafica editoriale di più chiara tradizione.  I volumi finora usciti sono: Trittico di Hans Tuzzi, Piccolo dizionario delle malattie letterarie di Marco Rossari, Un ossimoro in lambretta. Labirinti segreti di Giorgio Manganelli di Patrizia Carrano, Sulla Poesia di Giorgio Caproni a cura di Roberto Mosena, Editori vicini e lontani di Cesare De Michelis, E due uova molto sode di Giovanni Nucci, Non è una questione politica di Alfonso Berardinelli.

01/06/17

Domitilla: chi era costei ? I restauri delle Catacombe sulla Ardeatina e le nuove scoperte sulla Roma Cristiana in Tempo Imperiale.





Il 30 maggio, nella basilica dei Santi Nereo e Achilleo in Viale delle Terme di Caracalla, una delle chiese paleocristiane di Roma più interessanti, sono stati illustrati i restauri nelle catacombe di Domitilla sulla via Ardeatina. All'incontro di presentazione, moderato da Paloma García Ovejero, vicedirettore della Sala stampa della Santa Sede, e introdotto dal cardinale Gianfranco Ravasi e da monsignor Giovanni Carru', rispettivamente presidente e segretario della Pontificia Commissione di archeologia sacra, sono intervenuti Norbert Zimmermann, direttore scientifico dell'Istituto archeologico germanico a Roma, e il sovrintendente della commissione, Fabrizio Bisconti. 

Riportiamo qui di seguito il testo Il Mito e il Tempo di Fabrizio Bisconti e a seguire Chi era costei ? Il testo su Domitilla di Gianfranco Ravasi, entrambi pubblicati da L'Osservatore Romano il 30 e il 31 maggio 2017.


Il Mito e il Tempo 
di Fabrizio Bisconti

L’incessante lavoro di restauro nelle catacombe cristiane d’Italia da parte della Pontificia Commissione di archeologia sacra, l’ente della Santa Sede che si occupa della tutela, della conservazione e della custodia di questi suggestivi cimiteri paleocristiani, ha prodotto in questi ultimi venticinque anni un cospicuo numero di scoperte o di riscoperte di affreschi, sarcofagi ed epitaffi, che meritano di essere conosciuti e valorizzati, in quanto testimonianza concreta del fenomeno della cristianizzazione, guardato nell’evolversi esponenziale dei primi secoli. 

Le scoperte più significative di questi ultimi anni — sempre anticipate nelle pagine culturali di questo giornale — hanno riguardato specialmente l’incalcolabile patrimonio pittorico dei cimiteri cristiani di Roma, che, con le circa quattrocento unità monumentali dislocate nella cinquantina di catacombe, che costellano il suburbio sino al III miglio delle strade consolari, rappresentano la testimonianza più concreta e leggibile della morte cristiana, guardata dai fratelli della prima ora come un sonno provvisorio in attesa della resurrezione finale. 



Dopo aver reso note le scoperte e i restauri delle catacombe di Santa Tecla, dei santissimi Pietro e Marcellino, di Priscilla, di San Callisto e dell’ipogeo degli Aureli, l’attenzione si è concentrata sull’immenso complesso di Domitilla sulla via Ardeatina. 

È parso utile — innanzi tutto — ricapitolare gli interventi, che hanno fatto rivivere gli affreschi dell’ipogeo dei Flavi, dell’arcosolio di Veneranda, del cubicolo di Ampliato, dell’arcosolio degli Apostoli Piccoli, che raccontano la storia della pittura delle catacombe dalle origini, degli inizi nel III secolo, al declino negli ultimi anni del IV. 

Ma le scoperte più interessanti sono venute da due cubicoli monumentali della piena età costantiniana, completamente ricoperti di una patina nera e da un numero impressionante di graffiti anche moderni

Con l’uso del laser i due cubicoli hanno mostrato i loro programmi decorativi in tutto il loro sviluppo, proponendo vere e proprie scoperte, anche se i due cubicoli erano noti da molti secoli. Il più noto e conosciuto già da Antonio Bosio si presenta ora come sepolcro di famiglia di un alto rappresentante dell’Annona, l’istituzione che si occupava dello stoccaggio delle derrate alimentari e, dunque, anche del grano e del pane. 

Ebbene, questo cubicolo monumentale accoglie, da un lato, un maestoso collegio apostolico, un buon pastore tra le stagioni e il ciclo di Giona e, dall’altro, un fregio che rappresenta il viaggio che il grano, che sbarca al porto di Ostia, effettua verso Roma dove viene macinato per diventare pane. 

L’altro cubicolo convoca nella volta alcune scene bibliche (i tre fanciulli nella fornace, la moltiplicazione dei pani, il sacrificio di Isacco, Noè nell’arca, Mosè che batte la rupe), che fanno da contorno a una scena di introduzione di due defunti al cospetto di Cristo maestro, tra due santi protettori, forse i martiri eponimi Nereo e Achilleo. 


Quest’ultima scena rappresenta la vera grande novità, che è venuta dal restauro, in quanto vuole esprimere il contatto che i defunti eccellenti vogliono intrattenere con il Cristo e con i santi. Con l’occasione si è anche pensato di creare un piccolo museo di nicchia in un ambiente adiacente all’ingresso della catacomba, con alcuni materiali marmorei (sarcofagi e iscrizioni) dispersi nelle catacombe romane o scoperti nel complesso di Domitilla per creare un filo conduttore, che si dipana dal II al IV secolo dell’era cristiana, e che svolge tre significativi temi iconografici, che animarono il pensiero dell’antichità e della tarda antichità, ovvero il mito, il tempo, la vita. 

Con questa nuova esposizione si vuole tracciare il percorso della civiltà antica, avvolta nell’affabulazione del mito, attraverso alcuni sarcofagi di produzione attica, recuperati per l’occasione dal grande giacimento dei marmi ritrovati nel complesso di Pretestato sulla via Appia Pignatelli. Le storie di Ettore e di Achille sfuggite agli studiosi del passato e riconosciute — sia pure in frammenti — da Matteo Braconi, propongono un immaginario struggente e drammatico, che vuole parlare di un’epopea dolorosa proiettata nella lontananza del tempo. A questo ultimo riguardo, un’arca marmorea monumentale, proveniente proprio da Domitilla, ci suggerisce la scansione regolare della vita con la personificazione delle stagioni. 

E la vita è fatta di otium, come racconta un sarcofago di caccia al cinghiale e al cervo, che si svolge in un luogo ameno, secondo quanto racconta il dolce mito di Endimione e Selene, rappresentato in un altro sarcofago frammentario. Il mito si inanella con il tempo e si proietta nella vita quotidiana, con scene, iscrizioni e incisioni cristiane che creano un mondo di bambini, argentieri, vinai, pastori, medici, oculisti, guardarobieri, cavallari, boscaioli, fossori. 

Con questo fervido e suggestivo mondo dei vivi si vuole anche parlare di un mondo altro, quello dell’aldilà, che viene tradotto in figura da un coperchio di sarcofago restaurato e reso noto per l’occasione: qui un gruppetto di pastori è fotografato in un habitat paradisiaco, dove sono anche rappresentate, per paradosso, scene di contabilità. Il mito, il tempo, la vita trovano una loro soluzione di continuità e ben si innestano su un labirinto catacombale, che racconta la storia infinita della salvezza attraverso gli affreschi restaurati, dopo le infinite vicissitudini sofferte nei secoli e specialmente, dopo il grave momento del “traffico delle reliquie”, nel corso del Settecento, quando le catacombe di Domitilla divennero cave di pitture strappate. 

Un volume concepito per questo evento (Catacombe di Domitilla. Restauri nel tempo, 2017) attraverso riproduzioni fotografiche ad altissima definizione, racconta i cantieri degli affreschi paleocristiani, i vandalici strappi del passato, i colori commoventi di un racconto figurato dislocato nel tempo e nella storia. 


Chi era costei? 
di Gianfranco Ravasi 

 La storia delle catacombe di Domitilla sulla via Ardeatina, le più estese del suburbio romano, con ben dodici chilometri di gallerie disposte su quattro piani, inizia sullo scorcio del I secolo

Alla base della loro denominazione c’è un piccolo enigma che riguarda la sua protagonista

Infatti, Eusebio di Cesarea, nella sua Historia ecclesiastica (III, 18), ricorda che una cristiana, Flavia Domitilla, nipote di Flavio Clemente, console di Roma, era stata deportata nell’isola di Ponza a causa della sua fede.

 Alla fine del IV secolo, Girolamo riferisce che la sua discepola Paola, veleggiando verso la Terra Santa, vide le carceri (cellulae) in cui la matrona romana Domitilla aveva trascorso la sua lunga prigionia (longum martyrium). 

Tale visione — ricorda il Padre della Chiesa (Epistula 108, 7) — infiammò l’animo devoto di Paola, tanto che il vento le sembrava troppo pigro a spingere la nave che la doveva condurre in Palestina per vivere là un’esperienza di consacrazione spirituale comunitaria a Dio. 

 Ora, il citato console Flavio Clemente era uno dei personaggi più in vista del tempo di Domiziano e la vicenda della sua nipote dimostra che, già al tramonto del I secolo, il cristianesimo era diffuso in ogni strato sociale e perfino nella famiglia imperiale. 

 Ma, secondo Svetonio (Vita di Domiziano 15, 1), il console era sposato con una nobildonna anch’essa di nome Domitilla, figlia di una sorella di Domiziano. I due figli della coppia erano stati designati come successori al trono imperiale, tanto che la loro educazione era stata affidata al grande pedagogo Quintiliano (Institutio oratoria IV, 2). 

Dalle fonti finora considerate risulterebbe, dunque, che Flavio Clemente fosse lo zio della prima Flavia Domitilla cristiana relegata nell’isola di Ponza e che, allo stesso tempo, fosse il marito di un’altra Domitilla che soffrì, insieme al marito, una persecuzione per la loro fede. Dione Cassio, poi, precisa che Domiziano perseguitò e persino tolse la vita a molti personaggi altolocati della Roma del tempo e, tra questi, anche al console Flavio Clemente, benché fosse suo cugino e avesse in moglie, come si diceva, sua nipote Domitilla.

 Ambedue furono accusati di ateismo e di essere adepti delle idee dei giudei e, per questo, Domitilla, moglie del console ucciso, fu relegata nell’isola Pandataria, cioè Ventotene (Historia Romana 67, 14). La maggior parte degli studiosi tende a vedere nelle due Domitille la stessa persona, duplicata solo nei nomi da una tradizione antica. Tuttavia la designazione dei due luoghi dell’esilio sembra confermarne la distinzione. Tra l’altro, le due isole, ossia quella di Ponza e quella Pandataria (Ventotene), erano attestate come luoghi abituali per la deportazione dei membri dell’entourage imperiale e da Tacito sappiamo che, al tempo di Domiziano, alcune nobilissimae feminae furono condannate all’esilio (Vita di Agricola 45). 

Anche i modi e i tempi della condanna sembrano distinguere le due Domitille. Eusebio, infatti, definisce esplicitamente “cristiana” la matrona, relegata quindi a Ponza per la sua fede. Svetonio, invece, attribuisce agli zii di Domitilla, Flavio Clemente e l’altra Domitilla, una condanna per tenuissima suspicio, quindi con l’accusa poco fondata di aver provocato, nel 96, l’uccisione di Domiziano da parte di Stefano, che era procuratore proprio di Domitilla (Vita di Domiziano 15, 1). In sintesi, la prima nobildonna sembra condannata per motivi religiosi, mentre la seconda per questioni politiche. 

 Il nome di Domitilla, comunque, è rimasto legato a un appezzamento di terreno molto esteso, situato al secondo miglio della via Ardeatina, nell’attuale tenuta di Tor Marancia, definito appunto praedium Domitillae da alcune iscrizioni funerarie dislocate nel sepolcreto che sorse nei primi secoli dell’impero e che comportò una densa concentrazione di recinti, di mausolei e di colombari. 

Dalla fine del II secolo l’area iniziò a essere sfruttata anche nel sottosuolo, con lo scavo di ipogei familiari, tra i quali uno completamente decorato ad affresco e dedicato, come attesta una iscrizione frammentaria — secondo l’ipotesi interpretativa dell’archeologo romano Giovanni Battista De Rossi — alla famiglia dei Flavi. 

Al di là di questa ipotesi, che dimostrerebbe una continuità della memoria dei primi proprietari dell’area suburbana della via Ardeatina, il sito archeologico ha restituito molti altri ipogei pagani, come quelli di Ampliato e dei Flavi Aureli che nel tempo divennero cristiani. Da questi ipogei si ramificò un ampio reticolo di gallerie, che diede luogo proprio alla celebre catacomba comunitaria detta di Domitilla. In questo grande cimitero cristiano furono sepolti i martiri militari Nereo e Achilleo, vittime della persecuzione dioclezianea, in quanto obiettori di coscienza, secondo la testimonianza di Eusebio di Cesarea che, al proposito, ricorda che «la persecuzione prese l’avvio con i fratelli che erano nell’esercito» (Historia ecclesiastica 8, 1, 7).

Il Pontefice agiografo Damaso (366-384) fece incidere dal calligrafo Furio Dionisio Filocalo una delle iscrizioni commemorative più commoventi, che ci è nota dalle sillogi medievali e da alcuni piccoli frammenti di una grande lastra marmorea, rinvenuti durante gli scavi dell’Ottocento. 

 Ebbene, questo epitaffio descrive il momento in cui i due militari, proprio mentre si apprestano a uccidere i cristiani, all’improvviso si convertono e abbandonano l’istinto crudele (subito posuere furorem) per diventare soldati vittoriosi di Cristo. È ciò che è rappresentato da una colonnina marmorea scolpita, rinvenuta nel complesso di Domitilla, con la raffigurazione del martirio di Achilleo. Papa Damaso fece costruire un piccolo ambiente martiriale attorno alle tombe dei due santi, mentre solo nel VI secolo fu realizzata una grande basilica semi-ipogea. 

Una basilica assai frequentata dai pellegrini e dal popolo romano, tant’è vero che il pontefice san Gregorio Magno (590-604), il 12 maggio di un anno da collocare verso la fine del VI secolo, pronunciò proprio qui un’accorata omelia.

 Dinanzi alla tomba dei due martiri soldati, il Papa di una Roma attanagliata dalla miseria, dalla fame, dalla peste, dalla minaccia dei longobardi, rievocava il mondo meraviglioso della Chiesa nascente, percorsa dalla grave prova della persecuzione, ma illuminata dalla fede inattaccabile dei martiri: «Ecco, il mondo tanto amato si dilegua. 

Questi santi, presso la cui tomba ci siamo raccolti, hanno saputo calpestare, con il disprezzo dell’animo, il mondo fiorente. La vita era semplice in quel tempo, la sicurezza continua, il benessere diffuso, la tranquillità e la pace caratterizzavano ogni giornata. Eppure un mondo tanto felice morì improvvisamente nei loro cuori (…). Oggi dappertutto è morte, lutto, desolazione, da ogni parte siamo percossi, da ogni parte amareggiati» (Omelie, 28)