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26/10/22

1922 : Due nuovi podcast per raccontare la Marcia su Roma e la violenza fascista contro i giornali




Cosa rappresenta la Marcia su Roma 100 anni dopo? Come l'hanno raccontata i quotidiani dell'epoca? 

In occasione del centenario la casa editrice di audiolibri e audiodocumentari tracce.studio propone il podcast di Andrea Fabozzi "1922 Italia anno zero. La Marcia su Roma nei giornali di cento anni fa" e la versione audio del libro di Emilio Lussu "Marcia su Roma e dintorni". 

Il podcast "1922 Italia anno zero. La Marcia su Roma nei giornali di cento anni fa" e' una vera e propria rassegna stampa dei giornali che un secolo fa raccontarono il colpo di stato fascista. 

Consultati emeroteche e archivi online, il giornalista del manifesto Andrea Fabozzi restituisce gli eventi e le idee che hanno consentito a Mussolini di prendere il potere ridando la parola ai protagonisti della vita politica e ai commentatori di allora. 

Emilio Lussu scrive "Marcia su Roma e dintorni" nel 1931 quando e' esule in Francia, con l'intenzione di spiegare cos'era il fascismo ai lettori stranieri.

L'irresistibile ironia e il lapidario sarcasmo con cui Lussu si esprime possono essere solo di chi conosce fino in fondo gli eventi che descrive e non nutre il minimo dubbio sul modo giusto di giudicarli. 

La presentazione venerdi' 28 ottobre alle 17 alla Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, a Roma. 

Di puntata in puntata, Fabozzi nel podcast attinge alla ricchissima produzione editoriale del tempo, quando la carta stampata era al centro della comunicazione e della battaglia politica. 

Malgrado la lettura fosse privilegio di una minoranza, come del resto lo stesso voto, e' infatti sui giornali e sulle riviste che i leader politici, a partire dal principale protagonista di questa storia, combattevano le loro battaglie e costruivano le loro carriere. 

E non a caso la violenza fascista prima e dopo la conquista del potere si rivolse innanzitutto contro giornalisti e redazioni. Il podcast è disponibile sul sito htpps://tracce.studio e sulle principali piattaforme che distribuiscono contenuti audio (audible, storytel, kobo, Ibs, Feltrinelli.it, ecc.). 

06/05/22

E' vero che Mussolini si fece costruire un Bunker sul Monte Soratte?

 



E' stato già dai primordi dell'antichità, un monte considerato sacro dove sorgeva, sulla sommità, che domina la valle del Tevere, a pochi chilometri da Roma, un vetusto Tempio di Apollo, cristianizzato in età antichissima, che servì anche da eremo a papa Silvestro I, esiliato da Massenzio e poi diventato dopo la Battaglia di Ponte Milvio consigliere stretto di Costantino imperatore, e il fautore della cristianizzazione urbanistica di Roma. 

Sul Soratte, però, non c'erano soltanto mistici, predicatori, o astronomi. 

Nel 1937, per volere di Benito Mussolini, fu infatti avviata sul Monte Soratte, data la vicinanza con la Capitale, la realizzazione di numerose gallerie all’interno della montagna, che sarebbero dovute servire da rifugio antiaereo per le alte cariche dell’Esercito Italiano, pur sotto le mentite spoglie di fabbrica di armi della Breda: le cosiddette “officine protette del Duce”. 

Cioè un vero e proprio Bunker. 

I lavori furono svolti sotto la direzione del Genio Militare di Roma e, ancora oggi, questo dedalo ipogeo costituisce una delle più grandi ed imponenti opere di ingegneria militare presenti in Europa (circa 4 km di lunghezza: una vera e propria città sotterranea). 

Durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare nel settembre del 1943, il “Comando Supremo del Sud” delle forze di occupazione tedesche in Italia, guidato dal Feldmaresciallo Albert Kesselring, si stabilì sul Soratte. 

Per un periodo di circa dieci mesi, le gallerie si prestarono come valido rifugio segreto per le truppe naziste e resistettero al pesante bombardamento del 12 maggio 1944,effettuato da due stormi di B-17 alleati, partiti appositamente da Foggia per distruggere il quartier generale tedesco al Soratte. 

Sembrerebbe che, prima di abbandonare l’area, il Feldmaresciallo dette ordine di minare ed incendiare tutto il complesso ipogeo e di interrare delle casse contenenti parte dell’oro sottratto alla Banca d’Italia: le stesse non sono mai state ritrovate.

Per anni, dopo la fuga delle truppe tedesche successiva al bombardamento, il complesso visse periodi di totale abbandono

Fu solamente nel 1967, durante gli anni della Guerra Fredda, che, sotto l’egida della N.A.T.O., venne modificato un tratto delle gallerie, che assunse l’aspetto di bunker anti-atomico, che avrebbe ospitato il governo italiano e il presidente della repubblica in caso di attacco atomico sulla capitale

I lavori, solo parzialmente terminati, si protrassero fino al 1972, quando, per ragioni ancora incerte, vennero bruscamente interrotti

L’area, da alcuni anni, è stata riacquisita dal Comune di Sant’Oreste ed è oggetto di un progetto di recupero delle ex-caserme e di allestimento di un museo storico diffuso, denominato “Percorso della memoria”. 

Oggi le gallerie sono visitabili grazie all'impegno della Libera Associazione Culturale Santorestese “Bunker Soratte”.

Tutte le info per visitare il Bunker al sito: https://bunkersoratte.it/

Informazioni tratte da https://bunkersoratte.it/







09/07/15

Chi era Ezra Pound ? Un grande poeta in manicomio. Di Sergio Romano.





nella rubrica delle lettere del Corriere della Sera del 4 luglio 2015, Sergio Romano torna sulle vicende di Ezra Pound.


UN GRANDE POETA IN MANICOMIO LE AVVENTURE POLITICHE DI EZRA POUND

Ho trovato un articolo che riprende e rinfresca la vicenda di Ezra Pound. L’adesione al fascismo gli costò, dopo la fine della guerra, una perizia psichiatrica che lo dichiarò infermo di mente. Fu rinchiuso nell’ospedale criminale St. Elizabeth di Washington. I colleghi si divisero: Saul Bellow sostenne il giudizio, altri si adoperarono perché fosse liberato. So che fu anche candidato al premio Nobel per la letteratura che non ottenne in quanto ormai screditato. Ma era veramente schizofrenico o venne adottata una soluzione di compromesso tra quella che venne inferta a Brasillach e una dichiarazione di innocenza perché le idee non devono essere colpevolizzate? Potrebbe tracciare un profilo del personaggio?

Giovanni Allegri , giovanniallegrio39@gmail.com

Caro Allegri, Dietro le simpatie di Pound per il fascismo non vi era soltanto la speranza, comune a molti intellettuali europei nel periodo fra le due guerre mondiali, che il regime di Mussolini avesse individuato una terza via fra capitalismo e comunismo. Vi erano anche appassionate ma fumose teorie sulla natura malefica del capitalismo americano e la ferma convinzione che l’intero sistema economico degli Stati Uniti fosse fondato sull’usura

Pound pensava che il maggiore responsabile fosse Franklin D. Roosevelt, presidente dal gennaio 1933 e autore di un piano economico (il New Deal) per il risanamento della economia e della finanza americana, dopo il collasso di Wall Street nel 1929. 

Furono queste le ragioni per cui Pound non esitò, negli anni del fascismo e dopo la creazione della Repubblica Sociale Italiana, a sostenerne pubblicamente, con molte conversazioni radiofoniche, il programma economico e sociale. Per gli americani era un traditore e per molti di essi avrebbe meritato una condanna a morte, come quella che era stata inflitta dalla magistratura britannica a William Joyce, meglio noto come Lord Haw Haw: la voce di Radio Berlino che lanciava sarcastici messaggi dalla capitale del Reich contro l’Inghilterra.

Ma Pound era un grande poeta, rispettato e amato dalla migliore intellighenzia europea e americana. 

Il processo, se fosse stato celebrato, avrebbe creato imbarazzo e proiettato un’ombra sulla giustizia degli Stati Uniti. Fu scelta, come lei suggerisce nella sua lettera, caro Allegri, una via di mezzo. Anziché liberarlo o condannarlo, le autorità americane decisero di trattarlo come un matto. Niente di particolarmente nuovo. Era successo al Marchese de Sade, prima della Rivoluzione francese, e sarebbe successo, su scala maggiore, ai dissidenti sovietici di cui il regime voleva sbarazzarsi senza ricorrere a uno scomodo processo. 

Dopo la sua cattura a Rapallo (dove aveva stabilito la propria residenza italiana), Pound fu rinchiuso in una sorta di gabbia del campo di prigionia creato fra Pisa e Viareggio, e più tardi isolato in un ospedale psichiatrico americano a Washington. Grazie a una campagna organizzata da alcuni fra i maggiori scrittori del tempo, fra cui Ernest Hemingway, e da un giovane editore italiano (Vanni Scheiwiller), Pound fu liberato nel 1958 e tornò in Italia dove visse a Venezia sino alla sua scomparsa nel 1972. È sepolto nell’isola di San Michele.

06/04/12

Gli obelischi di Roma - 1 Obelisco Macuteo




Chi ama Roma e le sue meraviglie dimentica forse troppo spesso che i più antichi manufatti umani esistenti nella città Eterna, non appartengono all'epoca Romana, bensì precedono questa epoca di parecchi secoli, e in qualche caso anche di più di un millennio. 

Roma è infatti la città al mondo a possedere il maggior numero di Obelischi Egizi autentici, e cioè ben 13. 

La grandissima parte di questi obelischi furono trasportati dall'altra sponda del Mediterraneo - dove avevano già alle spalle una storia plurisecolare - dalle navi romane, al termine di incredibili viaggi che comportavano difficoltà tecniche impensabili, per noi moderni.

E' importante ricordare infatti che per i Romani gli Obelischi mantenevano intatto il loro valore simbolico soltanto se perfettamente integri (al punto che al primo accenno di crepatura, durante il trasporto, essi venivano immediatamente abbandonati).  

Dunque queste operazioni di trasporto si avvalevano di tecniche ingegneristiche assolutamente straordinarie. Per averne un'idea basta leggere le cronache del trasporto di un obelisco moderno - quello detto di Mussolini al Foro Italico, fatto discendere via fiume (Tevere) dalle cave di Carrara, durante il Ventennio - per rendersi conto di quali e quante difficoltà bisognava affrontare, anche in tempi tecnologicamente  molto più avanzati.

In questa rassegna per il nostro blog, elencheremo i 13 obelischi romani nell'ordine esatto in cui furono ri-eretti, dopo le devastazioni che seguirono alla caduta dell'Impero Romano in seguito alle quali tutti - con l'unica eccezione dell'Obelisco Vaticano - furono abbattuti.

Cominciamo col cosiddetto Obelisco Macuteo, quello che oggi si trova di fronte al Pantheon. 

1. Obelisco macuteo ( oggi in piazza della Rotonda al Pantheon ) 
rieretto nell'anno1404.
Dimensioni:  – altezza dal piedistallo m.6,34.

Fu originariamente eretto dal faraone Ramesses II (1290-1223 a.c. ) a Heliopolis, oggi periferia de Il Cairo.

Presenta estesi Geroglifici. 

Proveniente dalla zona del Collegio Romano, dove sorgeva il tempio Iseum et serapeum, dedicato alle divinità dell'Antico Egitto, e abbattuto in seguito all'invasione di Roma da parte dei Goti, fu ri-eretto a seguito dei moti del 1404 nell’odierna Piazza san Macuto come simbolo libertario ( Schola Bruti ). 

Spostato sotto Clemente XI in Piazza del Pantheon ad ornamento della fontana del Della Porta del 1575, nell'anno 1711.