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29/09/20

L'Autunno del Patriarca. L'ultimo grande amore di Ungaretti, la giovane Bruna Bianco.

 


L'Autunno del Patriarca. L'ultimo grande amore di Ungaretti, la giovane Bruna Bianco.

Giuseppe Ungaretti incontrò l'attraente e intelligente "signorina" nel settembre del 1966 a San Paolo del Brasile, al termine di una lezione all'Università. La ragazza si era avvicinata, consegnando al professore/poeta un fascio di sue poesie
E un inaspettato amore si instaura e si declina in tutte le sue forme nonostante l'inaudita differenza d'età: Ungaretti aveva infatti 78 anni, Bruna soltanto ventisei.
Le 377 lettere scritte dal poeta a Bruna sono state fra l'altro di recente raccolte e composte in un volume ( G. Ungaretti, Lettere a Bruna, a cura di Silvio Ramat, Mondadori).
Bruna Bianco era una ragazza tutt'altro che eccentrica. Aveva vissuto a Canelli, in Piemonte, per poi trasferirsi con la famiglia a San Paolo del Brasile, dove si occupava della piccola azienda di famiglia.
Tra i due, il sentimento scoppia naturalmente e senza filtri. Bruna non ascolta le amiche che vogliono dissuaderla. Non calcola né prevede nulla per sé.
Ungaretti è felicemente scosso, si sente tornato fanciullo: "Sono un vecchio uomo che ha ancora un cuore caldo come quello di un fanciullo", scrive, " non ho mai provato una felicità tanto profonda, mai."
Le lettere che scrive a Bruna sono meravigliose, piene di incanto poetico, di essenziali descrizioni, di gioia quasi metafisica.
"Ho mutato la mia notte in prima mattina ai tuoi occhi", le scrive.
"Bruna Bianco, che oggi ha 80 anni e vive in Brasile, dove è diventata un importante avvocato, ha dato il consenso per la pubblicazione delle lettere, raccontando in una intervista:
"L'amore con Ungaretti è stato luce illuminante, fulminante e così ardente fisicamente che porto ancora oggi la fiamma di una passione vera, costante, che da allora ad oggi dà impulso a tutto quello che faccio, con gioia immensa di vita e sicurezza di raggiungere gli obbiettivi proposti."
Ungaretti definì Bianca, in una delle sue lettere: "mio vivente amore di Poesia".
La loro storia d'amore durò fino alla morte del poeta, tre anni dopo.
Ungaretti morì a Milano, nella notte tra il 1º e il 2 giugno del 1970, per una broncopolmonite. Il 4 giugno si svolse il suo funerale a Roma, nella Chiesa di San Lorenzo fuori le Mura, ma non vi partecipò alcuna rappresentanza ufficiale del Governo italiano.

notizie tratte in parte da: G.Ficara, "L' ''Antico" Ugaretti tra vita e poesia, in Domenica Sole 24 Ore, 26 novembre 2017, p. 27

11/08/18

A San Paolo, in Brasile, la presentazione delle "Lettere a Bruna" scritte da Ungaretti.





Per me che ho scritto anni fa un romanzo, dedicato a questa vicenda: Per dirmi che sei fuoco, pubblicato da Gaffi, questa notizia è bellissima:


L'Istituto Italiano di Cultura di San Paolo in Brasile presenta il prossimo sabato, 18 agosto il volume "Lettere a Bruna", pubblicato da Mondadori, in una tavola rotonda con la partecipazione di Francesca Angiolillo, Anna Carboncini, Bruna Bianco e Francesca Cricelli Maeci. 

La vicenda è nota agli appassionati della grande poesia di Ungaretti: per via di una serie di conferenze, Giuseppe Ungaretti durante l'estate del 1966 è in Brasile, un luogo dove ha vissuto e a cui e' particolarmente legato. 

Al termine di un incontro pubblico gli si avvicina Bruna Bianco, una giovane fotografa, che gli da' alcune delle sue poesie su cui vorrebbe un giudizio, e lui - che sta per rientrare in Italia - rimane folgorato.


Tra i due, nonostante la grande differenza d'età, ha inizio una corrispondenza, già mentre Ungaretti e' a bordo della nave che lo riporta in Italia. 

Dopo alcuni telegrammi, la prima lettera di Ungaretti a Bruna e' datata 15-19 settembre. È una lettera lunga. Molte altre ne seguiranno, fino all`aprile del 1969. 

Bruna Bianco e' la "stella" che brilla in Dialogo (1966-1968, unica raccolta ungarettiana a due voci). 

Sei comparsa al portone 
In un vestito rosso 
Per dirmi che sei fuoco 
Che consuma e riaccende


Comincia in questo modo una relazione tra la giovane italiana e Ungaretti che, a causa della distanza, si svolgerà soprattutto attraverso le lettere. 

Quasi 400, conservate con cura dalla destinataria,raccontano la cronaca quotidiana di un amore impetuoso e prepotente, che riaccende nel poeta il desiderio di scrivere e da' inizio ad un nuovo slancio creativo. 

Bruna Bianco, parteciperà all'incontro a San Paolo del Brasile e sarà particolarmente emozionante ascoltare i suoi ricordi.

Sab 18 Ago 2018 
Orario: Alle 19:00 
Organizzato da : Biblioteca Mário de Andrade
Rua da Consolação 94.
Ingresso Libero 


11/09/17

Ungaretti e Bruna Bianco - Un grande amore tardivo. Sul Venerdì un articolo di Marco Cicala.




Su questo (apertura del Venerdì dell'8 settembre) e sull'amore di Ungaretti per Bruna Bianco ho scritto nel 2008 un romanzo, "Per dirmi che sei fuoco", pubblicato da Gaffi e ancora reperibile (per chi fosse interessato - link e copertina sotto).

PIETRA LIGURE. In Comizi d’amore, il documentario del 1965 sulla sessualità degli italiani, Pier Paolo Pasolini gli chiese se nella vita intima si fosse mai lasciato tentare da qualche forma di trasgressione. Quasi ottantenne, Giuseppe Ungaretti rispose: «Che cosa vuole, io sono un poeta... Quindi incomincio col trasgredire tutte le leggi facendo della poesia... Ora sono vecchio e allora non rispetto più che le leggi della vecchiaia, che purtroppo sono le leggi della morte»

Parole tombali. Però il vegliardo mentiva. O peccava di falsa modestia. Perché in fatto di passione l’inverno della sua vita fu abbastanza vorticoso da sbriciolare come uno squallido cliché l’equazione vecchiaia = pace dei sensi

A riprova le circa quattrocento ardentissime lettere inviate alla giovane poetessa italo-brasiliana Bruna Bianco tra il ‘66 e il ‘69. 

Se ne conoscevano soltanto pochi stralci, adesso escono al completo da Mondadori (Lettere a Bruna), a cura di Silvio Ramat. 

Vampe e acciacchi senili, viaggi, onori da star, riflessioni – qua e là velenosette – su letteratura, arte, musica, società, politica... Nel nubifragio di epistole – che nei momenti di massima esaltazione decollavano al ritmo di due al giorno – c’è dentro tutto il centauro Ungaretti: per metà sommo poeta della concisione e per l’altra affabulatore torrenziale. 

Con Bruna Bianco si conobbero a San Paolo del Brasile nell’estate ‘66. Lei aveva 26 anni, lui oltre mezzo secolo di più. «Finiva agosto. Dopo una sua conferenza all’Hotel Ca’ d’Oro mi avvicinai trovando il coraggio per consegnargli una busta con le mie poesie. Bruttissime» sorride Bruna ricevendomi nella casa di Pietra Ligure dove passa le vacanze. È un’affettuosa signora con un fisico asciutto da maratoneta. Oggi ha più o meno la stessa età del poeta all’epoca. Continua: «Ungà mi invitò immediatamente a colazione. Rifiutai. Lui ripartì per Rio. Doveva restarci dieci giorni. Ce ne ne rimase solo tre. Una mattina, arrivando in ufficio, mi dissero che aveva chiamato una ventina di volte. E adesso il telefono squillava di nuovo»...