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22/10/20

Riemerge da una soffitta di Palazzo Chigi il Ritratto di Romolo !


E' riemerso nella soffitta di Palazzo Pitti il Ritratto di Romolo, di cui si erano perse le tracce.
 

Lo racconta il Messaggero, spiegando che anche i Medici fiorentini avevano il "loro" Romolo, il primo re di Roma. 

Se lo immaginavano con una folta barba e il naso pronunciato, come appare nel ritratto dipinto su tavola alla meta' del '500 da Cristofano dell'Altissimo, raffinato allievo del Bronzino. 

All'inizio quell'uomo ritratto era un mistero, anonimo il soggetto cosi' come l'autore. 

C'e' voluta una complessa operazione di indagine tra le carte d'archivio, curata da Alberica Barbolani da Montauto e Maria Matilde Simari, per fare luce sulla tavola. 

Quello che avevano di fronte era il Ritratto di Romolo perduto, realizzato alla meta' del Cinquecento per la serie di dipinti dedicati agli "Uomini illustri" commissionata dal Granduca di Toscana Cosimo I de' Medici

Quest'opera firmata dal discepolo di Bronzino e Pontormo, Cristofano dell'Altissimo, faceva parte della collezione conosciuta col termine di "Gioviane". 

"Si chiamano cosi' perche' Cosimo, per realizzarla, invio' nel 1552 l'allora giovanissimo Cristofano a Como, a copiare i ritratti originali di personalita' storiche nella villa del vescovo Paolo Giovio", ha detto al quotidiano il direttore degli Uffizi Eike Schmidt. 

Una raccolta oggi esposta in ordine cronologico al secondo piano degli Uffizi. 

A questa parata di celebrita' della storia mancava Romolo. "Abbiamo fatto questa scoperta nell'ambito di una sistematica ricognizione di tutti i ritratti della nostra collezione che fa parte di un studio sulla raccolta delle Gioviane - precisa Eike Schmidt - i risultati di questa indagine diventeranno un libro che sara' pubblicato nei prossimi mesi". 

09/07/19

Uno scheletro perfettamente conservato emerge dalle viscere degli Uffizi.



I resti perfettamente conservati di una donna sono stati trovati agli Uffizi di Firenze nell'area di scavo adiacente all'aula di San Pier Scheraggio. Si tratta di uno scheletro rinascimentale, spiega il museo, perfettamente conservato e risalente presumibilmente alla fine del '400. Le spoglie sono in un punto dove un tempo c'era una chiesa, esistente prima ancora che gli Uffizi fossero edificati e ne 'inglobassero' gli spazi. Era un luogo di culto molto frequentato, tra l'altro anche dal sommo poeta Dante Alighieri. 

Gli scavi archeologici effettuati sotto la guida della Soprintendenza da circa 20 anni, hanno riportato alla luce una porzione dei sotterranei dell'antico edificio religioso, che, come usava nel passato, veniva anche usato come luogo di sepoltura. 

Lo scheletro, indicato con codice identificativo 101, verra' ora portato ai laboratori di archeoantropologia della Soprintendenza per essere sottoposto ad esami ed analisi. 


06/04/18

Il Louvre si conferma il Museo più visitato al Mondo - Ma incalzano i Cinesi !



Re Louvre sempre sul trono supera la crisi e risale la china tornando di nuovo sopra agli 8,1 milioni di visitatori, 700 mila in piu' rispetto al 2016, l'anno nero del terrorismo.

Ma il vero exploit e' quello del National Museumof China che con poche presenze in meno (8.062.000) rispetto al blasonatissimo collega francese svetta di colpo al secondo posto della classifica mondiale 2017 stilata dal Giornale dell'Arte con The Art Newspaper, lasciandosi alle spalle il Met di NewYork, che pure ha affrontato le sue crisi di bilancio guadagnando ancora visitatori.

Tant'e', quest'anno anche i Musei Vaticani festeggiano, con 400 mila presenze in piu' che gli valgono la riconquista del quarto posto (un anno fa erano scivolati al quinto, superati dalla National Gallery di Londra).

Mentre nella top 100, dove da sempre figurano alcuni dei piu' importanti musei italiani, dagli Uffizi a Castel Sant'Angelo, entrano alla grande il Complesso Museale del Duomo di Siena (31), Palazzo Reale di Milano che ha ospitato tra l'altro la grande mostra di Caravaggio (71) e finalmente la Reggia di Caserta, complici forse pure le domeniche gratuite lanciate dal Mibact (100).

Insomma, se guerre e terrorismo continuano a fare paura e la crisi economica costringe anche i piu' grandi a rivedere i bilanci, la fame di cultura nel mondo sembra crescere insieme con i numeri globali del turismo.

E l'Oriente, con un trend che va avanti ormai da tempo, si fa spazio, sgomitando anche ai danni delle istituzioni piu' storiche. Nella lista dei primi dieci le variazioni sono minime.

Soffrono un po' i musei londinesi (anche qui la paura del terrorismo puo' aver fatto la sua parte) con il British Museum che scivola dal terzo al quinto posto e la National Gallery che dal quarto precipita all'ottavo.

Escluso il Reina Sofia di Madrid, che con 3,8 milioni di visitatori si deve accontentare dell'undicesimo posto, in discesa come il Prado che con 2,8 milioni e' diciottesimo (era al gradino 14).

Intanto si fa strada il Tokyo Metropolitan Art Museum, che entra al 21/o posto, cosi' come il Museum National de Antropologia di Citta' del Messico, che con 2 milioni 336 mila presenze e' 24/o, seguito al 30/o da un altro museo cittadino, il Museum National de Historia (2.135.465).

E se a Firenze gli Uffizi perdono una posizione scendendo al 26/o posto e la Galleria dell'Accademia ne cede due (al 37/o con 1,6 milioni), un destino analogo al museo dell'Acropoli di Atene (1,5 milioni di visitatori, e' 40/o, nel 2016 era al 36/o posto), guadagna invece ben 11 posizioni il National Museum of Western Art di Tokyo, 43/o con 1,4 milioni di visitatori.

Quanto alla classifica italiana, i primi posti sono gli stessi di sempre, al top inossidabili gli Uffizi, con 2 milioni 235 mila visitatori, seguiti dalla Galleria dell'Accademia di Firenze e dal Museo di Castel sant'Angelo, primo dei romani.

Tra i siti archeologici domina il Colosseo, da sempre il monumento piu' gettonato, che nel 2017 ha sfondato il muro dei 7 milioni di visitatori, seguito da Pompei con 3 milioni 418 mila (anche qui oltre un milione in piu' rispetto a pochi anni fa) e a sorpresa dalla Valle dei templi di Agrigento con 867 mila.

Guardando ai 32 super musei voluti da Franceschini (quelli a gestione autonoma) in testa c'e' sempre l'Anfiteatro Flavio, seguito dal complesso Uffizi, Pitti, Boboli (3 milioni 825 milioni) e poi da Pompei e dalla Galleria dell'Accademia.

Agli ultimi posti la Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia (59 mila visitatori) e il Parco dell'Appia Antica (48 mila) con tutta probabilita' penalizzato dalla mancanza di uffici e personale. 

Una classifica valuta anche chiese, abbazie e complessi museali: qui dominano i toscani, primo assoluto il Duomo di Siena con 2,1 milioni di visitatori, seguito a distanza dal Duomo di Firenze (725 mila) e da Santa Maria Novella (450 mila).

11/11/17

Numero chiuso per la Cappella Sistina ? "Per il futuro sarà inevitabile".





Mi chiedo spesso,  passando davanti alle interminabili code che si snodano lungo le Mura Vaticane - per poter accedere ai Musei - come si potrà gestire in futuro, l'aumento costante della massa di turisti che nel nostro paese si mette in coda o prende d'assalto i musei più "gettonati" come quelli Vaticani o gli Uffizi a Firenze. 

Se infatti è certamente un bene questa domanda continua di cultura museale, non mancano le ombre: molto di questo turismo, infatti, è rapido, superficiale, l'elemento di un pacchetto che viene venduto ai turisti dalle compagnie, con tempi sempre più contingentati e con dinamiche sempre più di massa. 

Potrà sopportare un patrimonio culturale immenso ma fragile come il nostro un impatto come questo?

Secondo diversi osservatori, nei luoghi italiani di maggiore interesse culturale, per far fronte al crescente afflusso di turisti, "attuare il numero chiuso sara' presto inevitabile"

E' l'opionione anche dell'ex sovrintendente a Firenze ed ex direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci. che lo ha ripetuto recentemente a margine di un evento in Palazzo Vecchio.

 Secondo lo storico dell'arte "non si potra' fare altrimenti. Ci sono diversi luoghi e spazi, in Italia, che sono di fatto attrattori enormi, attirano fiumane di persone in arrivo da tutto il mondo. Al crescere di queste fiumane, ad un certo punto bisognera' necessariamente porre dei limiti: e allora, verranno attivati dei contapersone, e quando le persone saranno troppe, dei numeri chiusi", ha spiegato Paolucci.



Una prospettiva, secondo lo studioso, destinata ad avverarsi "presto": e questo perché "se e' vero che l'industria del turismo di massa e' quella che tira di piu' al mondo e cresce con percentuali altissime anno dopo anno, continuerà con questo trend, il numero chiuso rapidamente diventerà inevitabile. Per adesso, al netto di variabili al momento imprevedibili, lo scenario che ci aspetta e' questo". 

Insomma, il futuro potrebbe presentarci - per ironia della sorte in un mondo sempre più aperto, sempre più concesso a tutti - opere d'arte sempre più blindate e sempre più inaccessibili.

15/09/15

La Venere di Urbino di Tiziano, un celebre quadro misterioso.





Cosa piangi, donna ?   Cosa rovisti in quella cassapanca sotto la finestra, inginocchiata ? Cosa vuole da te la donna in piedi che aspetta ?  Cosa ostenta la meravigliosa donna in primo piano che mi osserva ?

La pretesa di spiegare tutto dei grandi quadri, si mortifica davanti alla Venere di Urbino, dipinta da Tiziano Vecellio nel 1538 su incarico di Guidobaldo II Della Rovere, quasi venti anni dopo la Venere dormiente del Giorgione. 

Tiziano aggiorna la versione dell'altro maestro, e apre gli occhi alla Venere (che non è più dormiente come in quella di Giorgione), le assegna una posa ancor più seducente, indirizza il suo sguardo direttamente negli occhi dell'osservatore, conserva il particolare della mano pudica proprio a coprire il pube, anche le gambe incrociate, adorna la donna di preziosi monili (un anello al dito mignolo della mano sinistra, un bel bracciale d'oro al polso destro, un orecchino di perla a goccia al lobo sinistro), sistema la sua capigliatura in una meravigliosa treccia, porge alla mano un mazzetto di rose rosse scarlatto, come la trama dei due materassi che sporgono sotto i cuscini. 

Ma è l'ambiente a rendere questo quadro davvero magico.  Saranno sicuramente due fantesche quelle che si vedono sullo sfondo - intente a scegliere i vestiti per ricoprire la nudità della padrona dea, ma che impressione produce sulla scena, la luce proveniente dalla finestra, dolcemente in penombra, con le sfumature di arancio del tramonto appena concluso, le prime stelle nel cielo indaco, l'ombra proiettata all'interno della casa. 

Tutto sembra sospeso e immobile.  Tutto è concentrato, nella forma del triangolo e delle diagonali che attraversano il quadro, verso l'inguine di Venere, con lo sguardo ipnotico da una parte e l'ombra delle donne dall'altra, che suggellano l'offerta vitale. 

Tiziano Vecellio, Venere di Urbino (119 x 165 cm), 1538, Galleria degli Uffizi, Firenze. 

Fabrizio Falconi